Caso Resinovich, legale del fratello: "Non sono i sacchi neri a ostacolare l'ipotesi del suicidio"

"Il vero elemento che continua a sollevare interrogativi è il cordino: un reperto cruciale, mai spiegato in modo convincente".

(Prima Pagina News)
Martedì 25 Novembre 2025
Trieste - 25 nov 2025 (Prima Pagina News)

"Il vero elemento che continua a sollevare interrogativi è il cordino: un reperto cruciale, mai spiegato in modo convincente".

"Non sono i sacchi neri a ostacolare l'ipotesi del suicidio.

Il dott. Barisani, medico legale e consulente del Visintin, infatti, è stato il primo a dire e scrivere, che Lilli è stata picchiata, prima di morire.

Il vero elemento che continua a sollevare interrogativi serissimi non sono i sacchi neri, tra l' altro privi di qualsiasi impronta di Liliana, ma il cordino: un reperto cruciale, mai spiegato in modo convincente".

Così l'avvocato Nicodemo Gentile, legale di Sergio Resinovich, fratello di Liliana, commenta quanto ha dichiarato un ristoratore, che aveva detto che, mesi prima della sua scomparsa, Liliana gli aveva chiesto dei sacchi neri.

"Sarebbe opportuno che, su quel punto, il marito di Liliana facesse definitivamente chiarezza - continua l'avvocato - Solo allora si potrà, insieme, orientare l'attenzione verso pizzaioli che resuscitano circostanze ammuffite e traballanti e l'individuazione del carabiniere fantasma di cui si discute in queste ultime giornate".


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