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Protagonista il figlio del regista Niccolò. Lo sguardo di un bambino sul mondo imbavagliato dal covid-19. Dal 26 ottobre il primo ciak.
Protagonista il figlio del regista Niccolò. Lo sguardo di un bambino sul mondo imbavagliato dal covid-19. Dal 26 ottobre il primo ciak.
Parte da un colpo di tosse a scuola di un bambino quattordicenne che innesca un meccanismo nevrotico di isolamenti e tamponi, esclusioni e osservazioni, l’urgenza di racconto su cosa sta succedendo a Roma e in Italia, una Capitale e un Paese che in epoca Covid rischiano di non riconoscersi più.
Se il bambino è già un attore conosciuto e il padre un regista affermato che sa osservare e narrare il proprio tempo, l’urgenza si fa necessità ineludibile e la domanda esigenza di risposta.
“Perché Papà? Perché i calciatori si abbracciano e noi no? Perché io a scuola sono ripreso se solo mi avvicino a un compagno? Perché se stiamo tutti bene, siamo sempre imbavagliati?
Perché adesso la mia tosse non è più quella di ogni autunno, ma è una tosse malata per forza?”
La vita al tempo del Covid raccontata dalla voce narrante di un bambino, che cerca risposte e formula domande, ai bambini piccoli e grandi, agli adulti, ai medici, ai politici.
Per capire il perché e dare un senso ai mille volti imbavagliati che sorprendono i suoi giorni e turbano i suoi sogni.
Inizieranno il 26 ottobre da Roma le riprese del docufilm “Imbavagliati”, con la regia di Stefano Calvagna, la fotografia di Daniele Nannuzzi, le domande, i dubbi, le curiosità di Niccolò Calvagna, un bambino imbavagliato alla ricerca di un perché.
Il docu-film é prodotto da Roberto Costa per la Lake film.