Covid-19, Orlando a Salvini e Meloni: "Carceri bomba epidemiologica"

"Provvedimenti assunti non sono in grado di evitare questo scenario"

(Prima Pagina News)
Lunedì 30 Marzo 2020
Roma - 30 mar 2020 (Prima Pagina News)

"Provvedimenti assunti non sono in grado di evitare questo scenario"

"Cari Salvini e Meloni, le carceri sono una bomba epidemiologica. Discutiamone". Così Andrea Orlando, vicesegretario del Partito Democratico ed ex Guardasigilli, in un messaggio rivolto a Giorgia Meloni e Matteo Salvini e divulgato sull'Huffington Post. "Egregio senatore Salvini, Illustre onorevole Meloni, mi rivolgo direttamente a voi - ha scritto Orlando - anche sulla base della vostra volontà, manifestata in più occasioni, di collaborare con il governo e con la maggioranza nella gestione della drammatica crisi che stiamo vivendo. La crisi colpisce ogni ambito della nostra vita civile, sociale e istituzionale, pertanto, credo che la vostra disponibilità non possa che riguardare ogni ambito interessato da essa". "Tra questi ve n’è uno particolarmente scabroso e divisivo, eppure - continua - assolutamente cruciale come il carcere. Il Papa ieri ha richiamato l’attenzione di tutti noi sull’argomento. Lo ha fatto evocando l’aspetto umanitario del problema in relazione alla condizione dei detenuti. Il problema è evidente, il virus non colpisce solo gli incensurati ed è evidente che in un circuito penitenziario nel quale dovrebbero stare circa 45.000 e nel quale, attualmente, sono recluse più di 60.000 persone, la possibilità di realizzare il distanziamento sociale è una barzelletta di pessimo gusto". "Non mi sfugge, cari colleghi, che il vostro posizionamento politico di questi anni - prosegue Orlando - si è incentrato sul tema della certezza della pena. Si potrebbe opinare che la pena può essere certa e persino dura e sicuramente più utile alla collettività, senza necessariamente risolversi nella reclusione, ma non è il tempo di fare questa discussione. Adesso la questione si pone su un altro piano. Il mancato distanziamento sociale dietro le sbarre può fare del carcere una vera e propria bomba epidemiologica". "I timidi provvedimenti assunti - aggiunge Orlando - non sono in grado di evitare questo scenario. Occorrerebbe più coraggio. Il carcere non è un’isola. Ogni giorno dagli istituti penitenziari escono ed entrano migliaia di persone. In primo luogo le donne e gli uomini della polizia penitenziaria, e con loro, un numero significativo di medici, infermieri, educatori, tecnici e dirigenti penitenziari. Il contagio non resterebbe chiuso tra le mura. E potremmo così trovarci, superato il picco della diffusione del virus nel Paese, a fare i conti con un ritorno di fiamma - conclude - provocato proprio dal carcere trasformato in un enorme focolaio".


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