Domenico Romano Carratelli, Ex Presidente del Consiglio Regionale in Calabria, il ricordo di Pino Nano
Domenico Romano Carratelli, verrà ricordato sabato a Vibo Valentia con una messa per il primo anno di anniversario della sua morte (12 marzo 2020) alle ore 11.00, nella Chiesa S.Maria la Nova, proprio a due passi dallo studio dell’ex Presidente del Consiglio Regionale della Calabria.
di Pino Nano
Giovedì 11 Marzo 2021
Roma - 11 mar 2021 (Prima Pagina News)
Domenico Romano Carratelli, verrà ricordato sabato a Vibo Valentia con una messa per il primo anno di anniversario della sua morte (12 marzo 2020) alle ore 11.00, nella Chiesa S.Maria la Nova, proprio a due passi dallo studio dell’ex Presidente del Consiglio Regionale della Calabria.
Avvocato, politico, intellettuale e fine giurista, ma soprattutto disincantato e affascinante figlio della Calabria. Questo è stato soprattutto Domenico Romano Carratelli (il primo a destra nella foto).

Era nato a Reggio Calabria il 2 febbraio 1941. È morto a Vibo il 12 marzo 2020, dopo una malattia che lo aveva colto di sorpresa.

Erede di una antica famiglia patrizia, ancora adolescente vede la morte di suo padre Alessandro, che era originario di Tropea, e così sua madre Gemma, in tempi storici difficili, porta su di sé l’onere di occuparsi interamente della famiglia e quindi dei due figli, Domenico e della sorella più piccola di lui, Rita, microbiologa e docente all’Università di Napoli.

I Carratelli erano in realtà originari di Briatico, poi traferitisi, a seguito della distruzione della cittadina causata dal terremoto devastante del 1783, in una piccola frazione chiamata Conidoni, un grumo di case tra Zungri Vena Inferiore e Zambrone, zona famosa soprattutto per via di un sito rupestre di grande interesse archeologico, e per la dimensione di alcune grotte che in tempo di guerra, durante i bombardamenti della flotta americana, erano diventate ideali come rifugio antiaereo per tutta la gente dei paesi intorno.

Gli stessi Carratelli avevano trascorso in queste grotte lunghi periodi di attesa per la fine della guerra. Ed è in questo clima che si giustifica l’atto di nascita di Domenico Romano Carratelli rilasciato dal comune di Reggio Calabria, ma in realtà lui viene partorito a Reggio Calabria quasi per caso.

Mamma Gemma aveva in corso una gravidanza a rischio, e l’unico ospedale più vicino che in quegli anni potesse darle maggiore tranquillità era proprio quello di Reggio Calabria dove suo marito Alessandro pretese che la moglie partorisse.

Ma c’è di più, e ce lo racconta sorridendo sua figlia Simona. “In famiglia non siamo neanche certi che la data di nascita di mio padre corrisponda a quella fornitaci dal comune di Reggio Calabria, e cioè il 2 febbraio, perché tra le mille carte ritrovate nei bauli della nostra vecchia casa di Conidoni un giorno ci capita tra le mani un biglietto di auguri intestato a mio nonno Alessandro e che aveva una data molto precedente a quella del 2 febbraio. In famiglia ci siamo posti immediatamente il problema della data reale di nascita di papà, ma forse in quei giorni di grande terrore per i bombardamenti, e di grande confusione per la paura generale che si respirava sullo Stretto, era potuto accadere che mio nonno fosse andato al municipio a dichiarare la nascita di mio padre con tutta calma, o anche che l’ospedale avesse trasmesso il certificato medico della nascita con una data posteriore al giorno effettivo del parto. In effetti, lo riconosceva lo stesso papà, tutto in quei momenti sarebbe stato possibile e anche giustificabile”.

Gli anni dell’infanzia, per giunta un’infanzia che Mimmo ricordava “dorata e meravigliosa” sono gli anni che trascorre tra Conidoni e Tropea. A Tropea sono gli anni della Scuola Media, e il primo anno di liceo, poi il padre decide che il figlio deve proseguire gli studi in un collegio cattolico che lo prepari alla facoltà di giurisprudenza, e lo manda a studiare a Messina dai preti.

Ma non deve essere stato un periodo per niente felice per lui, perché nessuno dei suoi amici più cari in realtà ricorda mai che Mimmo abbia raccontato di quella sua parentesi a Messina.

Una volta concluso il Liceo, la scelta più naturale per lui diventa la prestigiosa facoltà di diritto dell’Università di Palermo, e dove si laurea con il massimo dei voti. Dopo la laurea torna quindi in Calabria, dove tra Tropea e Vibo incomincia ad esercitare la professione di avvocato. Ma contemporaneamente scopre anche il fascino della politica.

In effetti la storia personale di Domenico Romano Carratelli è in realtà il dipanarsi di una vita politica intensa e interamente spesa al servizio della gente comune della sua terra. Consigliere Comunale e Sindaco di Tropea dal 1972 al 1975, subito dopo Consigliere Comunale di Vibo Valentia e poi ancora Consigliere Regionale della Calabria dal 1980 al 1995, nei cui anni riveste anche la carica prima di Assessore e poi di Presidente del Consiglio Regionale.

Nel 1992 Grande Elettore della Regione Calabria per l’elezione del Presidente della Repubblica, diventa Deputato nella XIII legislatura dal 1996 al 2001, e quini Componente del Direttivo del Gruppo Parlamentare dei Popolari per l’Ulivo, Vicepresidente vicario della Commissione Difesa, Membro della Delegazione Parlamentare Italiana all’Assemblea dell’Atlantico del Nord, Componente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta per il Cermis, e infine Sottosegretario di Stato ai Lavori Pubblici.

Il 1972 è invece l’anno del suo primo matrimonio, con Maria Luisa Bonafede, una bellissima donna palermitana incontrata all’Università appena arrivato lui a Palermo, per lunghi anni lei è stata preside della Scuola Media Pasquale Enrico Murmura a Vibo Valentia, matrimonio da cui sono poi nati i loro due figli, Alessandro, oggi affermato avvocato a Roma, e Simona, manager e consulente legale anche con clienti all’estero, che per “Mimmo” è rimasta fino all’ultimo giorno della sua vita il vero “grande amore della sua vita”.

Maria Luisa morirà poi improvvisamente a Vibo il 27 maggio del 2000, una tragedia a ciel sereno a cui seguì la donazione degli organi come ultimo gesto di straordinario altruismo verso gli altri. Mimmo poi si risposerà, dopo 15 anni dalla morte della prima moglie, con Teresa Saeli, una professionista vibonese che per passione è anche il Capo della Delegazione del FAI a Vibo Valentia.

Ricordo che tutti i suoi amici lo chiamavano semplicemente “Mimmo”, e per tutti Mimmo aveva sempre una risposta immediata, convincente, piena di ottimismo, e soprattutto un momento di privacy da dedicare ad ognuno, cosa che allora, per i tempi e i ritmi che aveva la politica, era merce davvero molto rara.

Tra i padri fondatori della vecchia DC calabrese, Domenico Romano Carratelli veniva considerato un outsider, perché oltre a fare politica era anche un autorevolissimo bibliofilo, e aveva messo il suo “sapere giuridico” al servizio totale della gente più povera della sua zona, che era quella che va da Vibo a Pizzo, da Briatico a Tropea, fino a Santa Domenica di Ricadi e Nicotera, e poi ancora tutti i paesi delle Serre, salendo da Filogaso verso San Nicola da Crissa, per arrivare a Vallelonga, Brognaturo, Serra San Bruno, e ridiscendere poi lungo il costone sud, verso Soriano, Sorianello e la Valle del Mesima.

Ma è quello che tradizionalmente negli anni successivi ai suoi esordi politici diventerà nei fatti il suo collegio elettorale quasi “esclusivo”, e che grazie anche al suo impegno politico e alla straordinaria intuizione del senatore Antonino Murmura, con cui “Mimmo” non smise mai di condividere questo sogno, diventò nei fatti la Grande Provincia di Vibo Valentia. (1-Segue)

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

Domenico Romano Carratelli
Pino Nano
PPN
Prima Pagina News
ricordo

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU