Dottoressa morta a Nuoro, Cosips: "Assicurare ai medici tutela del lavoro e della salute"

"Invitiamo tutti gli iscritti all’O.S. e tutti i medici interessati e partecipi a indossare una piccola coccarda o una fascetta nera sul camice, durante il proprio lavoro, per rendere coscienti assistiti e pazienti che la loro salute passa anche attraverso quella del loro medico".

(Prima Pagina News)
Lunedì 29 Settembre 2025
Roma - 29 set 2025 (Prima Pagina News)

"Invitiamo tutti gli iscritti all’O.S. e tutti i medici interessati e partecipi a indossare una piccola coccarda o una fascetta nera sul camice, durante il proprio lavoro, per rendere coscienti assistiti e pazienti che la loro salute passa anche attraverso quella del loro medico".

In questi giorni abbiamo dovuto apprendere, con grande commozione, la triste notizia della morte della collega Maddalena Carta, medico di medicina generale di Nuoro. La collega, di appena 38 anni, che è mancata probabilmente a causa di un improvviso infarto, aveva nei giorni precedenti trascurato il malessere e i disturbi che iniziava a provare per non lasciare privi di assistenza sanitaria i suoi 1.800 pazienti, oltre a quelli di altri due medici che stava sostituendo, per un totale di circa 5.000 persone, in una provincia - e in una regione - dove l’attività di Medicina Generale è resa difficile per la carenza (ormai cronica) di medici dal territorio oro-geografico e per l’abbandono di chi dovrebbe garantire equità e diritto alla  salute anche in queste splendide zone, al centro del nostro Paese per il turismo ma, purtroppo, non più per chi ci abita e lavora.

Ma la morte di questa Collega, dichiara il Coordinatore di Co.Si.P.S. dott. Ernesto Ramistella, rappresenta solo la punta di un iceberg, solo uno dei tanti nomi che si potrebbero fare. Basta compiere una breve ricerca sul web per riscontrare che ammontano ormai a quasi 400 i colleghi morti durante il Covid, dei quali più del 30 % rappresentati da MMG, PLS o altri medici del territorio, con numeri e statistiche in costante aumento in riferimento a medici che muoiono per vari motivi nell’esercizio della propria professione al servizio dei cittadini.

La FNOMCeO, colpita dall’evento luttuoso anche per la giovane età della Collega, è intervenuta rimarcando le attuali condizioni lavorative e la mancanza di tutele dei MMG e del PLS. Nel giro di pochi anni si è passati dalla figura di “angeli” ed “eroi in camice” all’immagine di “fannulloni che rubano lo stipendio” e che lavorano poche ore al giorno, accompagnati da una campagna mediatica denigratoria che ha finito per scoraggiare molti giovani medici a intraprendere la carriera nella sanità pubblica, incrementando non solo il rischio sul lavoro per chi rimane ma anche i rischi per i cittadini assistiti. I medici, infatti, si ammalano come tutti i lavoratori, in alcuni casi forse più degli altri, e a volte anche muoiono - come accaduto - per eccessivo carico di lavoro e senza godere di alcuna tutela.

A tale proposito, afferma la dott.ssa Annarita Soldo Segretario Nazionale Area MMG di Co.Si.P.S., si deve ricordare che le disposizioni di legge che prevedono adeguate tutele agli operatori sanitari che “in occasione di lavoro” possono essere vittime del contagio da SARS-CoV2 non riguarda - per motivi contrattuali - i medici di medicina generale (MMG), i medici di continuità assistenziale (MCA), i pediatri di libera scelta (PLS) e i medici convenzionati con contratto di lavoro autonomo di natura libero professionale. Tali professionisti, obbligati alla stipula di polizze assicurative di natura privatistica, vedono negato l’indennizzo derivante dai postumi di una eventuale infezione da Covid-19, o da altre patologie poiché l’evento non rientra nel concetto di “infortunio sul lavoro”, non essendo stipulato un rapporto di dipendenza pur operando in nome e per conto del SSN nelle varie regioni. Il Covid rappresenta solo un esempio ma ciò riguarda qualsiasi evento di malattia, o morte, legato all’esercizio della professione. Il MMG e il PLS, con i relativi familiari, non hanno diritto all’assistenza dell’INAIL in caso di malattia contratta sul lavoro o nella malaugurata ipotesi di decesso. In pochi sono a conoscenza del fatto che il MMG e delle cure primarie sul territorio è attualmente un libero professionista, con rapporto convenzionale con il SSN regolato da un accordo collettivo nazionale. Tale rapporto non prevede alcuna tutela in caso di malattia, lutto, assistenza a congiunti disabili, maternità e allattamento, assenza per ferie, problemi personali o aggiornamento professionale. In tali casi il medico deve autonomamente provvedere a indicare un sostituto per non lasciare sprovvisti di assistenza i cittadini, dal momento che le ASL presso cui lavorano non forniscono loro alcun supporto in questi casi. 

In futuro il MMG, come si può prevedere dalla prevista riforma territoriale con i futuri accordi nazionali e regionali, vedrà aumentare le ore e il carico di lavoro ma, ancora una volta, vedrà negato il diritto costituzionale della tutela della sua salute, della maternità e della cura dei propri familiari e del risarcimento per infortuni e malattie professionali, pur mantenendo le caratteristiche di lavoratore ad alto rischio di burn-out e chiamato a svolgere un lavoro usurante.

I cittadini, d’altronde, saranno esposti al rischio di non avere più il loro ‘pediatra di riferimento’ e il loro ‘medico di famiglia’ per il numero sempre più esiguo di medici disponibili a lavorare sul territorio in condizioni sempre più difficili e incerte e in assenza di adeguate tutele e saranno costretti a rinunciare a un’assistenza sanitaria equa ed efficace, centrata ai bisogni di ogni paziente e attenta alle esigenze di tutta la comunità.

Per essere in grado di garantire il fondamentale diritto alla salute di ogni cittadino occorre che anche il medico sia considerato bisognoso della stessa attenzione e cura e che gli siano assicurati tuti i diritti costituzionali di tutela del lavoro e della salute, nell’interesse suo e dell’intera comunità del territorio che è chiamato ad assistere.

Il Coordinamento Sindacale Professionisti della Salute – Co.Si.P.S., da sempre attento alle tutele dei medici e di tutti i lavoratori, intende promuovere e sostenere una silenziosa testimonianza, che vuole essere anche una ferma presa di coscienza e posizione verso il riconoscimento dei diritti di lavoratori e della professione sanitaria dei MMG, PLS e dei medici del territorio. La prossima settimana, a partire da lunedì 29 settembre, in segno di cordoglio per Maddalena si invitano tutti gli iscritti all’O.S. e tutti i medici interessati e partecipi a indossare una piccola coccarda o una fascetta nera sul proprio camice, durante il proprio lavoro, per rendere coscienti i loro assistiti e tutti i pazienti che la loro salute passa anche attraverso quella del loro medico, che non intende certamente abbandonare nessuno ma solo continuare a lottare per la riaffermazione dei diritti fondamentali suoi e di tutti i lavoratori.

 


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