Fine vita, Sui Tetti: "La Consulta va a zig zag e smentisce sé stessa"

"La politica difenda gli spazi democratici e reagisca ad un'ingerenza ormai inaccettabile".

(Prima Pagina News)
Venerdì 25 Luglio 2025
Roma - 25 lug 2025 (Prima Pagina News)

"La politica difenda gli spazi democratici e reagisca ad un'ingerenza ormai inaccettabile".

“La lettura della sentenza della Corte costituzionale uscita il 25 luglio 205 n. 132 fa sobbalzare sulla sedia -si legge in una nota del network di oltre cento associazioni “Ditelo sui tetti”- , non tanto per i contenuti che non vincolano all’esterno, essendo una pronuncia di mera inammissibilità, quanto per due altri gravi profili, che vanno evidenziati con la massima serenità e determinazione:

1) la Corte non può smentire sé stessa, pena perdere la propria credibilità;
2) la Corte non può continuare a dettare al legislatore i testi delle leggi, salvo minare l’ordinamento democratico, fino a creare, persino intromettendosi a gamba tesa in un concreto percorso parlamentare, diritti che essa stessa aveva escluso e che non hanno alcuna fonte se non una inaccettabile pretesa ideologica priva di legittimazione”.

“Pertanto, facciamo appello ai decisori perché non abdichino al loro insostituibile ruolo e difendano le istituzioni legislative democratiche, rivendicandone la libertà”.

“In primo luogo – continua la nota- sono palesi e del tutto immotivate le contraddizioni rispetto alle altre sentenze della stessa Consulta, anche recentissime. Seppur indirettamente e assai sbrigativamente, la nuova sentenza sembra, incidentalmente, riferirsi a un “diritto ad essere accompagnati” nel suicidio, ma nella 242/19 e nella 135/2024 la Corte ha direttamente escluso l’esistenza di un 'diritto a morire' .

Così si legge, ad esempio, nella 242:  "Dall’art. 2 Cost. – non diversamente che dall’art. 2 CEDU – discende il dovere dello Stato di tutelare la vita di ogni individuo: non quello – diametralmente opposto – di riconoscere all’individuo la possibilità di ottenere dallo Stato o da terzi un aiuto a morire. Che dal diritto alla vita, garantito dall’art. 2 CEDU, non possa derivare il diritto di rinunciare a vivere, e dunque un vero e proprio diritto a morire, è stato, del resto, da tempo affermato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, proprio in relazione alla tematica dell’aiuto al suicidio (sentenza 29 aprile 2002, Pretty contro Regno Unito)". Conseguentemente, la stessa Corte, nella 242/19, ha chiarito inequivocabilmente che non può esistere alcun obbligo di prestare aiuto al suicidio di un malato!”.

“Di più -incalza Domenico Menorello, coordinatore del network “Sui tetti” – solo a maggio con la sentenza n 66/2025, la Corte addirittura spiegava che "il cosiddetto “diritto di morire” rivendicato in alcune circostanze potrebbe essere paradossalmente percepito dal malato come un “dovere di morire” per non “essere di peso”, con un grave abbassamento della sensibilità morale collettiva che tutela le persone più fragili, spesso, peraltro, “invisibili”". Questo monito non vale più?

In secondo luogo, la Corte si intromette nel percorso avanzato di formazione di una nuova normativa sul fine vita che si sta svolgendo nel Senato della Repubblica, volendone condizionare i contenuti a proposito del Servizio Sanitario pubblico, così da snaturarne la natura e le funzioni.

È troppo! Nessun giudice può pretendere - come invece avviene platealmente nella pronuncia 132/25 - di dettare al Parlamento le leggi, che sono espressioni del popolo sovrano tramite i suoi rappresentanti democraticamente eletti. Che il SSN sia per curare anche nelle situazioni più fragili o che sia deformato in uno strumento per scartare i più deboli è una scelta fondante i principi stessi della convivenza civile, che spetta esclusivamente alle sedi democratiche. 

Pertanto – conclude la nota -facciamo appello al Parlamento perché , a a maggior ragione di fronte di pronunce tecnicamente non vincolanti non accetti indebite ingerenze e non tradisca la sovranità popolare”.


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