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L'Ambasciatore israeliano a Roma: "Sulla Flotilla non c'erano aiuti alimentari". Erdogan: "Fermare raid israeliani è cruciale per raggiungere la pace".
L'Ambasciatore israeliano a Roma: "Sulla Flotilla non c'erano aiuti alimentari". Erdogan: "Fermare raid israeliani è cruciale per raggiungere la pace".
"Un accordo con Hamas deve essere raggiunto entro domenica sera alle 18:00, ora di Washington, D.C. Ogni Paese ha firmato! Se non si raggiunge questo accordo dell'ultima possibilità, si scatenerà contro Hamas un inferno come nessuno ha mai visto prima. Ci sarà la pace in Medio Oriente, in un modo o nell'altro". Così, su Truth, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Per il Presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, mettere fine ai raid israeliani è "cruciale" perché il piano di pace di Donald Trump per Gaza abbia successo. Secondo quanto riferisce la Presidenza turca, in una telefonata con Trump, Erdogan "ha sottolineato che la fine degli attacchi da parte di Israele è fondamentale per il successo delle iniziative volte a stabilire la pace nella regione". "La Turchia ha accelerato i suoi sforzi diplomatici per la pace", ha continuato Erdogan, dicendosi soddisfatto per l'iniziativa di Trump.
"Non abbiamo trovato nessun aiuto alimentare sulle barche sequestrate". Così l'ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled, ai microfoni del programma di La7 "L'Aria che Tira", riaffermando che la Global Sumud Flotilla era una "provocazione".
"Penso che debbano essere tenuti qui per alcuni mesi in una prigione israeliana, in modo che si abituino all'odore dell'ala terroristica". Così, in un videomessaggio su X, il ministro dell'ultradestra israeliano Itamar Ben Gvir, in merito agli attivisti della Global Sumud Flotilla in attesa di essere espulsi. Il premier Netanyahu, prosegue Ben Gvir, sta commettendo un "errore" ad espellerli, "perché questo li spingerà a tornare ancora e ancora e ancora".
Gli attivisti della Flotilla prigionieri in Israele "vengono trasferiti nella prigione di Saharonim, vicino alla prigione di Ketsiot, ad eccezione di quelli della barca dei Marinette, intercettati oggi. Diversi, tra cui il nostro vicepresidente Alexis Deswaef, si sono rifiutati di firmare documenti che riconoscevano falsamente un 'ingresso illegale' in territorio israeliano e hanno iniziato uno sciopero della fame. È prevista un'udienza presso la prigione". Lo ha reso noto l'International Federation for Human Rights, di cui fa parte Adalah, team giuridico della Flotilla.
Nel frattempo, sono sbarcati all'Aeroporto di Fiumicino i quattro parlamentari italiani fermati dopo l'abbordaggio della Flotilla da parte di Israele: il senatore Marco Croatti, l’eurodeputata Annalisa Corrado, il deputato Arturo Scotto e l’eurodeputata Benedetta Scuderi. "Stiamo bene. Il nostro pensiero va ora a tutti gli attivisti, affinché siano al più presto liberati", ha detto Scotto. Grande emozione e abbracci al loro arrivo.
I parlamentari sono stati accolti fuori dal Terminal 3 dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, dalla segretaria del Pd Elly Schlein, dalla coordinatrice dem Marta Bonafoni, dal senatore del M5S Stefano Patuanelli e dal portavoce di Avs Angelo Bonelli. Anche con loro molti abbracci.
Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha appena avuto un colloquio telefonico con i quattro parlamentari italiani della Flotilla fermati da Israele e liberati nella notte. Lo ha reso noto la Farnesina. Il senatore Marco Croatti, l’eurodeputata Annalisa Corrado, il deputato Arturo Scotto e l’eurodeputata Benedetta Scuderi erano stati fermati mentre si avvicinavano alla costa di Gaza. Assistiti dall’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv, i parlamentari sono all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv in partenza per l’Italia.
Tajani dichiara che “il personale della nostra Ambasciata sta chiedendo alle autorità israeliane di effettuare visite consolari e di permettere la liberazione immediata di tutti gli attivisti”. L’Ambasciata a Tel Aviv sta chiedendo anche la possibilità di utilizzare un volo charter per l’Italia. Nella notte l’Ambasciatore d’Italia Luca Ferrari ha parlato con tutti gli altri connazionali, che sono in buone condizioni.