Giovanni Nistri, l’orgoglio dell’Arma dei Carabinieri che fa onore all’Italia : Aiutateci a crescere meglio

La relazione del Comandante Generale dei Carabinieri alla Scuola Ufficiali di Roma

di Pino Nano
Sabato 25 Gennaio 2020
Roma - 25 gen 2020 (Prima Pagina News)

La relazione del Comandante Generale dei Carabinieri alla Scuola Ufficiali di Roma

Nel cuore dell’Accademia della Benemerita, la leggendaria Scuola Ufficiali Carabinieri di Tor di Quinto a Roma, in occasione della inaugurazione ufficiale dell’Anno Accademico della Scuola, il Comandante Generale dell’Arma ha ricevuto il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Sergio Costa, quello dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, e quello per le Politiche giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora, presente anche il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli. Fra le tante personalità presenti, Autorità parlamentari, di Governo e Diplomatiche, esponenti delle Magistrature, delle Forze armate, delle Forze di polizia, delle Agenzie di Informazione e Sicurezza, il Presidente del Gruppo Medaglie d’Oro al V.M., i Presidenti dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dell’Associazione Nazionale Forestali in congedo ed esponenti degli organismi di rappresentanza dell’Arma. Tradizionalmente questa cerimonia è l’occasione ufficiale per il Comandante Generale per tracciare un bilancio dell’anno appena trascorso, e soprattutto una previsione operativa per l’anno che è appena iniziato. Tra i temi trattati dal Comandante Generale Giovanni Nistri nel corso della sua relazione, “la necessità, nonostante il 2019 abbia segnato il più basso tasso di reati degli ultimi 10 anni, di accrescere la sicurezza percepita anche attraverso la rassicurazione dei singoli, minacciati dall’ansia, acuita dalle crescenti fragilità sociali”. È quello che il numero-uno dell’Arma chiama “Il modello di prossimità dell’Arma, capillarmente diffuso sul territorio, che coniuga efficienza operativa e qualità delle relazioni umane e che risponde a questa esigenza”. Giovanni Nistri è un uomo di Stato che non ama molto i “fronzoli”, ma i dati che fornisce in questa sede così austera la dicono lunga sul ruolo effettivo della presenza dell’Arma nel nostro Paese: “ Tenenze e Stazioni -sottolinea- rappresentano infatti per 7.416 Comuni d’Italia l’unico presidio di polizia e a questo presidio nel 2019 sono stati destinati oltre 2.600 carabinieri. I reparti dell’Arma nel loro complesso hanno perseguito il 73% di tutti i reati denunciati, scoprendo il 63% dei casi risolti da tutte le Forze dell’Ordine”. E’ abbastanza evidente che siamo in presenza di un impegno - ricorda il generale Nistri- “che sovente mette a repentaglio l’incolumità dei Carabinieri, come dimostrano i tre morti e 2.033 feriti e contusi, vittime di resistenze e aggressioni, oltre il 28% in più rispetto al 2018. Un dato che preoccupa perché frutto di un clima che vede l’Autorità costituita comunque espressa associata a riferimenti negativi. Da qui la riflessione sul bisogno di misura anche nella formazione dell’opinione pubblica”. Il numero uno dell’Arma dei Carabinieri probabilmente intuisce che l’argomento affrontato non è dei più semplici, ecco allora la semplificazione finale che è anche di grande effetto mediatico: “Il modello di prossimità è “l’anima” che l’Arma apporta al sistema della sicurezza interna. Un sistema equilibrato nel quale – precisa il Comandante Generale- l’espressione formale della pubblica sicurezza procede “verticalmente” dalle Autorità provinciali – Prefetti e Questori – a quella nazionale del Ministro dell’Interno, ma trova il suo completamento nella responsabilità “orizzontale”, propria nella maggior parte dei casi dei Reparti Carabinieri, unici presidi sul territorio”. Giovanni Nistri vola alto e dedica la parte centrale sella sua lezione ai suoi uomini, lo fa ricordando che sono “le donne e gli uomini dell’Arma che conferiscono valore a ogni progettualità”, ma da qui passa poi all’analisi fredda e spietata dei numeri: “L’Istituzione – dice Giovanni Nistri- soffre una carenza di 7.121 militari nei vari ruoli, pari al 6% della forza prevista dalle leggi. Lo sblocco del “turn-over” e l’incisivo programma di 4.435 arruolamenti straordinari, previsti fino al 2025, pur non sufficienti al completo ripianamento, consentiranno però di scongiurare contrazioni del dispositivo territoriale, ovunque avvertite con preoccupazione da autorità e cittadini”. È vero -aggiunge- “Questa nuova stagione di concorsi sarà supportata da un’innovativa piattaforma per la somministrazione elettronica dei quiz di preselezione, che consentirà di contrarre i tempi di gestione delle prove, tracciare tutte le operazioni e verificare i risultati con immediata trasparenza”. Ma questo potrebbe non bastare. “Per fronteggiare le accresciute esigenze addestrative, stiamo attivando un nuovo polo formativo, a Taranto, presso una caserma resa disponibile dalla Marina Militare, che ringrazio. Accoglierà da marzo 500 allievi, per raddoppiare entro il 2022. Speriamo che tale investimento possa pure riverberarsi sulla sofferente economia locale”. Il messaggio è chiaro, anzi più diretto di così al mondo della politica non lo si poteva mandare. E quando si parla di “uomini” non si può non parlare di “diritti del personale”. Qui il Comandante Generale aprendo una lunga parentesi sui temi dell’associazionismo militare di natura sindacale, non ha nessuna difficoltà a spiegare che è questo un argomento “a cui l’Istituzione guarda con estremo interesse e con il vivo auspicio che una legge sia approvata a breve”. Giovanni Nistri non ha dubbi di nessuna natura a proposito, anzi sottolinea che “l’innesto delle relazioni sindacali non è un aspetto neutro nella regolazione della vita di un’Istituzione, talché risulterebbero assai semplicistiche soluzioni che, aderenti a realtà organizzative affatto differenti, non tengano nella dovuta considerazione le necessità operative e di impiego di migliaia di presidi diffusi sul territorio nazionale”. Grandi successi dunque, grande entusiasmo generale, ma anche grande attenzione sulle cose che non vanno, e per la prima volta Giovanni Nistri fa capire che anche l’Arma ha qualche problema di troppo. Intervento il suo coraggioso ed esemplare.


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