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È una personalità cosmpolita e poliedrica, quella di Viktorie Ignoto: di nazionalità italo-ceca, è nata a Praga, ed è attrice, giornalista e modella. Oltre a questo, studia psicologia e sta finendo di scrivere la sceneggiatura per un thriller psicologico, dal titolo “La Caduta”. A febbraio è uscito al cinema l’ultimo film da lei interpretato, dal titolo “Occhiali neri”, per la regia del Maestro dell’Horror, Dario Argento, e a breve sarà su Rai1 con “Rinascere”, di Umberto Marino.
- Viktorie, parlaci un po’ di te: quando hai iniziato a muovere i tuoi primi passi nel mondo dello spettacolo?
“Da ragazzina ero un pò timida, schiva, goffa, sempre persa nelle proprie fantasticherie. A scuola ero costantemente preda del bullo o della bulla di turno. Anche in gruppo non scherzavano. Poi al liceo, un pò per caso e un pò per gioco, feci la mia prima passerella e scoprii un mondo bellissimo. Una dimensione diversa, magica, eccitante. Sul palco come nella passerella vibra una diversa energia, una suggestione in cui possiamo essere tutto e niente. Inizialmente ho lavorato come fotomodella e sfilato in diversi showroom. Ho imparato stile e portamento, col massimo dei voti, presso l'Accademia Koefia. Ho anche insegnato portamento, trasformando altre ragazze timide come me in splendide muse che camminavano a testa alta sapendo il fatto loro. Tramite i nostri gesti e atteggiamenti ci trasformiamo, diventiamo e rafforziamo in noi quel che inizialmente fingiamo solo di essere. Questo meccanismo mi ha sempre sbalordita. Sempre per caso, mi accostai al mondo della recitazione partecipando a una prova di talento con il monologo di Agrado tratto dal film "Tutto su mia madre" di Pedro Almodovar. Avevo il cuore in gola e l'adrenalina a mille eppure decisi di buttarmi a capofitto in quella missione suicida. L'istinto di autoconservazione non è mai stato il mio forte. L'esito? Il pubblico si è messo a ridere! Da quel momento avevo deciso che sarei diventata attrice”.
- E, quindi, hai iniziato a seguire corsi di recitazione teatrale.
“Se nella complessa realtà che caratterizza la nostra società nulla è come sembra, tanto vale impararne le meccaniche a teatro! Giusto? Imparando a recitare ho imparato molte sfaccettature della natura umana.
Al di là della propria proposta interpretativa, ogni bravo attore deve essere malleabile alle richieste del regista e deve saper trarre forza dalle proprie ferite.
Eh già! Nel nostro mestiere è imperativo il detto di stampo eschiliano "patendo conoscere"
Quando reciti sei come un arciere: la musicalità del ritmo e della dizione devono amalgamarsi armonicamente con l'intenzione per poter centrare il bersaglio, battuta dopo battuta, obiettivo dopo obiettivo. È un notevole sforzo di concentrazione! Un lavoro che a mano a mano ho imparato ad apprezzare e a amare. Sono fiera di essere allieva dei miei due bravissimi maestri: Marina Biondi e Igor Mattei.
Mi hanno sempre sostenuta con appassionata professionalità in questo bellissimo e difficile percorso. Prima di arrivare a loro, ho fatto diversi studi al Centro Sperimentale di Cinecittà, ho seguito gli insegnamenti di stampo Chubbuckiano di Patrizia De Santis e sperimentato l'istintività attoriale con Yvonne D'Abbraccio. Tuttavia, ribadisco l'importanza di essere seguiti soprattutto da dei validi coach personali: sono stati Igor e Marina a darmi il vero scatto di qualità”.
- Uno scatto che ti ha permesso di lavorare non soltanto a teatro, ma anche al cinema e in televisione, e con grandi registi.
“Ho lavorato per diversi film e fiction, tra cui "Dante" di Pupi Avati (Duea Spa), "Rinascere" di Umberto Marino (Moviheart, in uscita tra poco su Rai 1) e "Occhiali neri" di Dario Argento (in sala dal 24 febbraio prodotto da Laurentina Guidotti, Conchita Airoldi, Asia Argento, Brahim Chioua)”.
- Com’è stato lavorare con Dario Argento?
“Lavorare con Dario Argento, il Maestro dell'orrore, è stato emozionante. Posso veramente affermare che morivo dalla voglia di lavorare per lui! È una persona esigente ma anche molto umana. Mi sono sentita accolta e guidata. Per me è stato un onore poter contribuire alla realizzazione di una parte della sua visione.
È un film veramente imperdibile per gli appassionati del genere. Durante le riprese ero così zuppa che dovevo fare attenzione a non scivolare dai tacchi... Immedesimarmi pienamente nella mia scena è stato emotivamente provante... e lo è stato anche per le mie corde vocali! Un'esperienza forte. Una vera soddisfazione. Un'ottimo pretesto per tornare a frequentare i cinema”.