Il regista Stefano Calvagna ricorda Mazzone: "con lui momenti indelebili della mia vita"
"Un'esperienza unica quella che ho passato vicino a Carletto Mazzone".
di Maurizio Pizzuto
Domenica 20 Agosto 2023
Roma - 20 ago 2023 (Prima Pagina News)
"Un'esperienza unica quella che ho passato vicino a Carletto Mazzone".
Il regista Stefano Calvagna ricorda Mazzone: "con lui momenti indelebili della mia vita"
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La morte di Carlo Mazzone ha lasciato tutti sorpresi e dispiaciuti. Tra questi anche Stefano Calvagna, attore, sceneggiatore, regista e produttore cinematografico italiano, molto amico dell'allenatore di tutti.

Stefano ha mille ricordi con Mazzone e ha voluto condividerne alcuni con noi di Prima Pagina News.

"Incontrai per la prima volta Carletto Mazzone dentro l’hotel Touring di Rovato - dice Stefano Calvagna - una piccola frazione di Brescia, dove lui viveva insieme a Menichini e Baggio.

Dopo poco divenne anche la mia abitazione bresciana. Veniva da una trasferta in campo neutro a Reggio Emilia contro l’Atalanta con una sconfitta pesante per 3 a 0 a favore degli orobici.

Mi venne presentato da Gianluca Nani storico direttore sportivo che portò tra i tanti anche Roberto Baggio al Brescia.

Quando mi presentò come il nuovo team manager, er Sor Carletto senza nemmeno scomporsi dalla sua poltrona dell’hotel con l’immancabile tuta, abbassò il quotidiano che stava leggendo e disse “qui ce servono i giocatori e pijamo i team manager”.

Rimasi in silenzio e in piedi davanti a lui per alcuni minuti, mentre Nani si era sapientemente defiliato. Dopo un po’ abbassò di nuovo il giornale e mi disse “ahò ma che stai a fa in piedi mettete a sede…io mica ce l’ho con te…” dopo poco mi chiese come mi chiamavo e di dove fossi.

E quando gli dissi di Roma, il suo volto si illuminò. “A Ste, ma te lo sai che noi a questi je stamo sulle palle? Domenica questi se so uniti con quelli dell’Atalanta e me cantavano Mazzone terrone”.

Da lì a poco - racconta Stefano - dove te per me era un padre e un nonno.

Lo accompagnavo al campo di Coccaglio per gli allenamenti, e poi la prima partita in panchina a fianco a lui in un Juventus, Brescia, dove la sera prima gli dissi sotto l’hotel di Torino che non avremmo perso.
Lui in modo brusco mi disse di non dire cazzate. Avemo preso 3 goal dall’Atalanta in campo neutro, questi domani ce fanno a pezzi.

I Filippini se non li fai giocà tutti e 2 insieme non funzionano, Hubner s’è scordato come se segna…la vedo dura…e invece il giorno dopo, la mia profezia si avverò.

Dopo l’1 a 0 della Juventus, al secondo tempo un lancio perfetto di Pirlo su Baggio che con un stop a seguire la mandò dentro, mi fece esultare come se avesse segnato la mia Lazio.

Lui si girò verso di me e venne ad abbracciarmi con tutta la forza che aveva. Fu un emozione unica.

Uscimmo dal Delle Alpi con un prezioso pareggio, e da quel momento non vidi mai una sconfitta del Brescia fino alla fine del campionato che arrivò settimo.

Passai - conclude Calvagna - uno dei momenti più belli della mia vita. Amo il calcio da quando ero bambino, e aver vissuto un esperienza con un grande Maestro come Carlo Mazzone, rimane per me uno dei ricordi più indelebili della mia vita.

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