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Sostanzialmente invariata rispetto al 2023 (+0,6%).
Sostanzialmente invariata rispetto al 2023 (+0,6%).
Nel 2024 la spesa media mensile per consumi delle famiglie in valori correnti è pari a 2.755 euro, sostanzialmente stabile rispetto al 2023 (2.738 euro). La differenza in termini percentuali tra la spesa del Nord-est (la più alta rispetto alle altre ripartizioni) e quella del Sud (la più bassa) si attesta al 37,9%.
La spesa media mensile delle famiglie composte soltanto da italiani continua a essere superiore di quasi un terzo (+31,8%) rispetto a quella delle famiglie con stranieri.
Lo rileva l'Istat.
Nel 2024 la stima della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è di 2.755 euro in valori correnti, sostanzialmente invariata rispetto ai 2.738 euro del 2023 (+0,6%). Ne deriva che, per il secondo anno consecutivo, la spesa è significativamente superiore al livello pre-Covid (era stata pari a 2.561 euro nel 2019).
In particolare, tra il 2019 e il 2024 la spesa per consumi delle famiglie è aumentata del 7,6% a fronte di un’inflazione, misurata sullo stesso arco temporale dall’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), del 18,5%. Poiché la distribuzione dei consumi è asimmetrica e più concentrata nei livelli medio-bassi, la maggioranza delle famiglie spende un importo inferiore al valore medio.
Il valore mediano (il livello di spesa per consumi che divide il numero di famiglie in due parti uguali) è pertanto inferiore a quello medio e, nel 2024, risulta pari a 2.240 euro (2.243 euro nel 2023).
Le spese delle famiglie per l’acquisto di Prodotti alimentari e bevande analcoliche sono stabili rispetto al 2023, nonostante il marcato aumento dei prezzi (+2,5% la variazione su base annua dell’IPCA, era stata +10,2% nel 2023), così come stabile è la quota delle famiglie che dichiara di aver provato nel corso dell’anno a limitare la quantità e/o la qualità del cibo acquistato (31,1%, era il 31,5% nel 2023).
Aumentano significativamente le spese destinate a oli e grassi (+11,7%), che raggiungono i 18 euro mensili, e alla frutta (inclusa quella a guscio), che sale a 45 euro al mese (+2,7%).
La spesa non alimentare è pari in media a 2.222 euro mensili, rappresentando l’80,7% della spesa totale, e varia tra i 3.032 euro nel Nord-est e i 2.199 del Sud.
Una sostanziale stabilità caratterizza quasi tutte le divisioni di spesa non alimentare. Risulta in aumento la spesa relativa a Servizi di ristorazione e di alloggio (+4,1%, 162 euro mensili) che, anche nel 2024, prosegue il recupero post pandemia, sebbene con ritmi più contenuti rispetto al 2023 (quando l’aumento era stato del 16,5%).
La crescita è particolarmente marcata nel Centro (+7,2%, 175 euro), anche se il livello più elevato continua a essere quello del Nord-est (209 euro mensili). Si riducono invece le spese per Informazione e comunicazione, che diminuiscono del 2,3% rispetto al 2023.
Infine, nel Nord-est cresce la spesa per Istruzione, che sale a 21 euro mensili (+16,9% rispetto al 2023 quando era pari a 18 euro).
I livelli di spesa più elevati, superiori alla media nazionale, si registrano nel Nord-est (3.032 euro), nel Centro (2.999 euro) e nel Nord-ovest (2.973 euro), mentre sono più bassi e inferiori alla media nazionale nelle Isole (2.321 euro) e nel Sud (2.199 euro).
Nel 2024, le famiglie del Nord-est spendono in media 834 euro in più rispetto al Sud (il 37,9% in più) e 711 euro in più rispetto alle Isole (il 30,6% in più). Nel Sud, il divario con il Nord-est, che nel 2023 era pari al 34,8%, torna dunque sui livelli pre-Covid (nel 2019 si attestava al 37,7%), mentre nelle Isole, dove nel 2023 si spendeva il 27,9% in meno rispetto al Nord-est, il gap si mantiene ancora decisamente al di sotto dei livelli del 2019 (quando era il 36,2%).
Rispetto al Centro-Nord, la spesa delle famiglie residenti nel Sud e nelle Isole, che generalmente hanno disponibilità economiche minori, si concentra maggiormente su beni e servizi destinati al soddisfacimento dei bisogni primari, quali, ad esempio, i beni alimentari.
La quota di spesa totale destinata a Prodotti alimentari e bevande analcoliche, che in media nazionale si attesta al 19,3%, nel Sud raggiunge infatti il 25,4% (23,5% nelle Isole), mentre nel Nord-est si ferma al 17,4%.
Al contrario, nel Nord sono più elevate le quote per le spese destinate a Servizi di ristorazione e di alloggio (6,9% nel Nord-ovest e nel Nord-est contro il 5,9% osservato a livello Italia), a Trasporti (11,5% nel Nord-est e 11,4% nel Nord-ovest, mentre il dato nazionale è pari al 10,8%) e a Ricreazione, sport e cultura (4,4% nel Nord-est e 4,1% nel Nord-ovest, a fronte del 3,8% a livello Italia).
Nel 2024 le regioni con la spesa media mensile più elevata si confermano Trentino-Alto Adige (3.584 euro) e Lombardia (3.162 euro), mentre Calabria e Puglia sono quelle con la spesa più contenuta, rispettivamente 2.075 e 2.000 euro mensili.
In termini di composizione, in Lombardia si registra la quota più elevata di spesa per Servizi di ristorazione e di alloggio (7,5%, a fronte del 5,9% osservato a livello nazionale), in Trentino-Alto Adige quella per Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili (42,0%, contro il 35,7% a livello Italia), per effetto degli affitti figurativi, che rappresentano oltre i due terzi della spesa per tale divisione, soprattutto nella Provincia Autonoma di Bolzano.
La quota più elevata per Prodotti alimentari e bevande analcoliche si registra in Calabria, dove si attesta al 28,2%, a fronte del 19,3% osservato a livello nazionale e del 14,6% del Trentino-Alto Adige, valore minimo fra tutte le regioni.
Nel 2024, le famiglie che spendono di più si confermano essere quelle residenti nei comuni centro di area metropolitana (2.999 euro mensili), seguono le famiglie nei comuni periferici delle aree metropolitane e nei comuni con almeno 50mila abitanti (2.822 euro). I livelli di spesa più contenuti (2.638 euro) si osservano invece nei comuni più piccoli (fino a 50mila abitanti), nei quali si spende circa il 12% in meno rispetto alle aree metropolitane.