La Lectio Magistralis del Cardinale Fernando Filoni, una festa per i Vescovi di tutto il mondo
L’occasione è quasi solenne, se non fosse che il tutto accade nella libreria Vaticana della San Paolo, in Via della Conciliazione,si potrebbe parlare davvero di una cerimonia in onore della Chiesa di questi anni più che del lancio ufficiale di un saggio dedicato alle Conferenze Episcopali e che il Cardinale Filoni conosce dal di dentro per esserne stato uno storico protagonista.
di Pino Nano
Mercoledì 13 Dicembre 2023
Roma - 13 dic 2023 (Prima Pagina News)
L’occasione è quasi solenne, se non fosse che il tutto accade nella libreria Vaticana della San Paolo, in Via della Conciliazione,si potrebbe parlare davvero di una cerimonia in onore della Chiesa di questi anni più che del lancio ufficiale di un saggio dedicato alle Conferenze Episcopali e che il Cardinale Filoni conosce dal di dentro per esserne stato uno storico protagonista.

“Per la mia esperienza, posso dire che le Conferenze episcopali sono divenute oggi istituzioni indispensabili, perché svolgono un servizio di elevato tenore culturale e umano, oltre che religioso»

La premessa che il Cardinale Fernando Filoni -Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e Prefetto emerito della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli - affida alla cerimonia di presentazione del suo saggio è tutta nel titolo del suo lavoro, ed è chiara fino in fondo: “ Le Conferenze episcopali, una istituzione moderna di comunione ecclesiale” ( Centro Editoriale Cattolico, 2023, pagine 216).

Il Vescovo, insomma, pastore protagonista assoluto della Chiesa.

“Questo del Cardinale Filoni è un saggio tra storia della Chiesa ed ecclesiologia- commenta uno dei giornalisti storici dell’ANSA, Mario Nanni, oggi direttore di Bee Magazine- Un omaggio, una valorizzazione, una esaltazione del ruolo dei Vescovi, vera spina dorsale della Chiesa, per la loro attività pastorale, diffusa in ogni angolo del mondo cattolico. La definizione “spina dorsale”, che è nostra non dell’autore di questo libro, - aggiunge Mario Nanni- non sembri impropria, se pensiamo che anche il Papa è un vescovo, il vescovo di Roma. Per mettere la Chiesa, e i vescovi, dunque nelle migliori condizioni per affrontare le sfide dei tempi nuovi, per rafforzare e arricchire il loro compito pastorale, i vescovi si sono uniti e riuniti, lungo i molti decenni, prima in modo spontaneo come conventus amicabiles, poi come conferenze episcopali, non solo in Italia ma in tutto l’universo cattolico”.

Il parterre è solenne quanto lo è l’atmosfera che si crea in libreria, da una parte il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio e prefetto emerito della Congregazione dei vescovi, dall’altra un famosissimo mass mediologo come Giampiero Gamaleri, professore emerito all’Università di Roma ed ex Consigliere di amministrazione della RAI. Al centro lui, Fernando Filoni, “il grande filosofo”, Gran Cancelliere emerito della Pontificia Università Urbaniana, Nunzio Apostolico in Giordania e in Iraq, un uomo che ha girato il mondo, la sua prima destinazione diplomatica in Sri Lanka, poi in Iran, in Brasile, nelle Filippine, ma con residenza in Hong Kong, dove la Santa Sede aveva aperto una Missione di Studio per seguire da vicino la situazione della Chiesa in Cina, in un momento di grandi cambiamenti sociali e religiosi, dopo gli anni del maoismo. Parliamo dunque di uno dei Padri riconosciuti della Chiesa moderna.

E chi meglio di lui? Chi più di lui avrebbe potuto raccontare così bene il mondo dei vescovi?

“Le Conferenze episcopali non sono strumenti di interposizione tra l’autorità del Papa e quella del Vescovo, ma sono in reciproco sostegno, infatti, oltre ad occuparsi nelle necessità pastorali del proprio Paese o della Regione conferenziale, offrono al Romano Pontefice una collaborazione, sempre più indispensabile nella comprensione e nella valutazione e soluzione delle varie problematiche; una collaborazione che va dal campo dottrinale a quello organizzativo. Ad esempio, nelle nomine dei vescovi, sono esse che presentano alla Santa Sede i candidati individuati tra quelli che abbiano preparazione pastorale, dignità e idoneità per la missione a cui saranno destinati”.

In sala il silenzio è totale, il Cardinale Filoni si riconferma “uomo di Stato” con questa sua sobrietà che i più scambiano per saggezza, con questa sua voce mite e pacata, con questo suo portamento così dimesso e riservato che fanno di lui più che un diplomatico (quale egli in realtà è) un apostolo moderno di Santa Romana Chiesa.

“Io mi considero un figlio del Concilio Vaticano II e da studente ho appreso la teologia proprio sugli scranni inviati ai seminari che erano serviti in San Pietro per i Padri Conciliari (ottobre 1962-dicembre 1965). In quegli anni tutti noi giovani guardavamo alla Chiesa con entusiasmo e passione e gli argomenti discussi erano occasione di studio e di crescita. In chiave ecclesiologica le Conferenze episcopali suscitarono la mia “curiosità” anche perché vedevo i nostri vescovi riunirsi in assemblea e ci chiedevamo il motivo. L’idea di scrivere un libro è venuta gradualmente mentre approfondivo, durante gli studi universitari, i diversi aspetti della vita della Chiesa; a noi giovani studenti sembrava necessario che le Diocesi si coordinassero in ambito pastorale giacché era necessario uscire da una visione individualista. Il mondo in quegli anni (1960) stava riorganizzandosi; le nazioni avevano bisogno di strutture di dialogo per evitare le guerre, le inimicizie tra popoli e si creassero condizioni di lavoro e di vita utili per tutti. La Chiesa non poteva essere indifferente a quelle sensibilità”.

In sala accanto ai sacerdoti presenti c’è il Cardinale Salvatore De Giorgi arcivescovo emerito di Palermo, ci sono giornalisti importanti, vaticanisti famosi, varie testate televisive, e in prima fila accanto al cardinale Filoni c’è Paolo Ruffini Prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede. Una presenza significativa. Tanta gente in piedi anche in fondo alla sala. Per il Cardinale Fernando Filoni quasi una festa privata, un modo per anticipare gli auguri di Natale ai suoi amici e ai tanti che qui lo amano, ma soprattutto una festa generale per la Chiesa e i suoi vescovi che Fernando Filoni non ha mai smesso di avere come punto di riferimento centrale della sua vita.

Una sola provocazione è venuta al dibattito, ed è venuta da questo straordinario intellettuale cattolico che è il prof. Giampiero Gamaleri, e che con grande senso critico e acume intellettuale pone al Cardinale Filoni un tema di grande attualità. Siamo davvero sicuri che le Conferenze Episcopali non siano invece una sorta di lobby ristretta e che su varie latitudini esercita potere temporale?

Secca e immediata la risposta del vecchio Nunzio Apostolico.

“In verità, il cammino quotidiano della Chiesa porta ogni giorno sul tappeto situazioni e dinamiche complesse, che vanno valutate nella comunione dei pastori e delle loro chiese, senza deragliare – per l’influsso di suggestioni populistiche- dalla fedeltà a Cristo e dalla dottrina”.

Per lui i vescovi sono dunque come gli apostoli di Gesù. Al centro della propria vita avevano la Chiesa di Cristo. “Così è oggi per i vescovi moderni”.

Il libro di don Ferdinando Filoni (lo chiamano così i suoi tanti amici arrivati apposta da Galatone, il paese che in Puglia lo ha visto crescere) alla fine è un saggio storico e filosofico importante, frutto di anni e anni di ricerche e di lavoro, perché dentro c’è la storia vera delle Conferenze Episcopali.

Lasciamo la libreria Vaticana che è già buio, sotto la pioggia battente di una Roma ancora molto fredda, ma con una certezza, che è questa: se il cardinale Matteo Maria Zuppi -oggi capo dei Vescovi Italiani- leggesse questo saggio di sicuro chiederebbe al Cardinale Filoni di presentarlo di nuovo il suo libro, e questa volta non in una qualunque libreria ma nella sede ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana. Perchè da oggi, proprio grazie al lavoro di questo straordinario diplomatico della Chiesa, i Vescovi e i loro “concili” entrano ufficialmente nella storia.

Se padre Matteo Zuppi lo farà, noi ci saremo.


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