La Vita in Diretta, Raiuno Ascolti Record per Alberto Matano

Eccellenze Italiane. Il 2021 passerà alla storia della RAI come l’Anno de “La Vita in Diretta”, un programma che grazie al suo conduttore-autore, il giornalista Alberto Matano, ha raggiunto ascolti record e che continua a macinare successi completamente imprevisti.

di Pino Nano
Giovedì 13 Gennaio 2022
Roma - 13 gen 2022 (Prima Pagina News)

Eccellenze Italiane. Il 2021 passerà alla storia della RAI come l’Anno de “La Vita in Diretta”, un programma che grazie al suo conduttore-autore, il giornalista Alberto Matano, ha raggiunto ascolti record e che continua a macinare successi completamente imprevisti.

Per gli esperti dell’auditel, si tratta di un successo legato al feeling “personalissimo” che il giornalista ha legato con milioni di italiani, e soprattutto alla “qualità alta” con cui Alberto Matano (nella foto in alto accanto alla sua mamma) racconta ogni giorno in televisione la vita del Paese reale. La TV del 2021, dunque, per tutto quello che ruota attorno ai dati di ascolto, alla sua vita, al suo nome, alla sua storia personale e professionale, e soprattutto al suo ruolo di protagonista assoluto della Televisione italiana nell’anno del post-Covid, non può che non essere lui, Alberto Matano.

Ma partiamo dall’inizio.

49 anni compiuti il 9 settembre scorso, scuole medie e liceo classico a Catanzaro, poi a Roma alla Sapienza per fare Giurisprudenza. È qui che incomincia a scrivere le sue prime cose sul quotidiano dei Vescovi Italiani, Avvenire. Dopo la laurea, conseguita nel 1995, incomincia a collabora con l'agenzia televisiva Rete News a Montecitorio, ma appena un anno dopo, nel 1996 supera la selezione per la Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia. La sua carriera televisiva incomincia nel 1998 all'Agenzia ANSA nella redazione di Bloomberg Tv. Diventa giornalista professionista nel gennaio 1999, e il suo primo contratto in Rai è al Giornale Radio, dove Alberto segue i principali avvenimenti della politica italiana, chiamato a raccontare come giornalista parlamentare le vicende e i viaggi istituzionali delle massime cariche dello Stato.

Sono anni di duro lavoro per lui, “buttato” per strada davanti Palazzo Chigi o Piazza Montecitorio a raccontare i mille rivoli diversi della politica italiana. Cosa che Alberto fa- ricordano i suoi vecchi direttori- con una precisione e un rigore fuori dal comune.

Nel 2007 il direttore Gianni Riotta lo chiama al TG1, dove Alberto continua a seguire la cronaca politico-parlamentare e ottiene la sua prima meritatissima promozione, come caposervizio della Redazione Interni. Ma presto sarà chiamato a fare quello per cui aveva sacrificato tutta la sua vita, e che da ragazzo sognava di poter fare da grande.

Dieci anni fa, il grande salto di genere. Lascia il TG1 per entrare a far parte nel 2012 del cast di Unomattina Estate. E da qui, la sua corsa verso l’alto non si ferma più.

Dal 2013 al 2019 conduce infatti, prima l’edizione del TG delle 13,00, e subito dopo l'edizione principale del TG1, quella più seguita in assoluto, che va in onda alle 20,00 della sera, e che è il massimo riconoscimento professionale per un cronista che sogna di fare televisione per tutta la vita. Quando poi diventa conduttore ufficiale di “Speciale Tg1 in diretta” Alberto si rende conto finalmente di essere diventato un numero uno della storia della TV italiana.

Imparziali, distaccate e puntualissime le sue dirette storiche. Tra queste ne ricordiamo solo alcune, la nascita del governo Monti, le conferenze stampa di fine anno del Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi nel 2014 e nel 2015, la telecronaca del giuramento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quelle sull'attacco alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi e sulla Strage di Sousse in Tunisia, le cerimonie di apertura e chiusura di Expo 2015, lo speciale in prima serata sulla Strage di Nizza con l'annuncio in diretta del colpo di Stato in Turchia.

Più di così si muore, ragazzi. Un grande cronista davvero, un giornalista-signore, che al linguaggio della pancia preferisce l’analisi e la riflessione, un inviato di cui fidarsi sempre e comunque, dall’inizio fino alla fine.

Nonostante questo lavoro ti imponga di contenere le emozioni io mi emoziono, e lo trovo anche bello… La mia cifra resta la sincerità”.

L’unica colpa che i suoi vecchi amici di infanzia gli rimproverano ancora quando d’estate torna a Catanzaro per ritrovare il suo “mare d’inverno”, è di aver perso completamente la flessione calabrese delle sue origini, ma in realtà lui non l’aveva mai avuta quella flessione così pesante e caratterizzante della città di origine, figlio di una famiglia dell’alta borghesia catanzarese dove “guai a parlare il dialetto”, o a preferire il dialetto per l’italiano.

Nel carnet della sua storia professionale ci sono appuntamenti che hanno profondamente segnato la storia stessa dell’evoluzione del giornalismo italiano, e tra questi alcuni Premi importanti, che Alberto Matano ha portato al grande successo di pubblico con il garbo e lo stile inconfondibile del suo modo di condurre un programma di intrattenimento nazionalpopolare.

Il 2015 per lui è l’Anno del “Premio giornalistico Marco Luchetta” e “I nostri angeli da Trieste”. Sempre su Rai 1 dal 2015 al 2017 presenta il programma “Nostra madre Terra da Assisi” e dal 2016 è padrone di casa del “Premio di giornalismo Biagio Agnes” che va in onda in diretta da Sorrento, terra a cui l’indimenticabile Direttore Generale della RAI era fortemente legato, ma in questa occasione non è solo, divide infatti la scena prima con Francesca Fialdini e poi con Mara Venier. Ma sempre su RAI Uno conduce con grande successo di pubblico e di critica “Tg1 Referendum”, sei puntate in prima serata con un confronto tra diversi esponenti politici sul referendum costituzionale del 2016. È inutile sottolinearlo, anche qui scelgono lui per l’equilibrio delle sue posizioni e del suo modo di fare cronaca politica.

Ma evidentemente questo non gli basta più, e qualche anno più tardi Alberto si misura con un genere del tutto nuovo rispetto alle cose fatte già prima, e diventa autore e conduttore di una docufiction TV che farà molto parlare di sé, il titolo era “Sono innocente”, un dossier filmato assolutamente nuovo per la RAI e che racconta le storie di persone arrestate ingiustamente. Il nuovo format di Matano va in onda su Rai 3, in prima serata, dal 7 gennaio 2017, e dopo il successo del primo anno di messa in onda il programma viene riconfermato anche per una seconda edizione, che va in onda nel 2018. Poi dal settembre 2017 ogni sabato su Rai Radio 2 partecipa al programma “Miracolo italiano” con Laura Piazzi e Fabio Canino. Di carne al fuoco ce n’è abbastanza.

Ogni giorno, e da due anni ormai, Alberto Matano dagli studi di Via Teulada dove lavora e da dove va onda il suo programma, “La Vita in Diretta”, programma leader di ascolti e di successo, ha semplicemente raccontato il mondo, e lo ha fatto con serietà estrema, con una serenità di linguaggio non comune, con un garbo a volte esasperato e inusuale, con un’attenzione ai dettagli del suo racconto quasi religiosa, con un senso di rispetto verso gli altri che non è roba comune, e che non si compra al mercato. Un grande professionista, insomma, del mondo della comunicazione, un giornalista documentatissimo, con un background da far paura, frutto di una carriera costruita sul lavoro certosino di ricerca e di approfondimento, una carriera tutta in salita, frutto di una conquista quotidiana faticosissima, il tutto condito da un senso della modestia e della semplicità che fanno di lui davvero un uomo speciale.

Nel marzo 2018 Rai Eri dà alle stampe il suo primo libro. Il titolo è “Innocenti - Vite segnate dall'ingiustizia”, la prefazione di Daria Bignardi, un saggio di un’attualità quasi sconcertante, in cui il giornalista-scrittore ricostruisce le vicende giudiziarie di alcuni dei protagonisti della sua vecchia trasmissione, “Sono innocente”, e ne viene fuori come era prevedibile un libro coraggioso, schietto e fuori dalle righe.

Gridare la propria innocenza e restare inascoltati. Trovarsi all'improvviso a fare i conti con un marchio indelebile. E l'incubo che ciascuno di noi potrebbe trovarsi a vivere, con le foto segnaletiche, le impronte digitali, i processi, gli sguardi della gente e i titoli sui giornali, l'esperienza atroce del carcere tra pericoli e privazioni. Un inferno, e in mezzo a tutto questo sei innocente. E una ferita che rimane aperta, anche a distanza di anni, nonostante le assoluzioni e - non sempre - le compensazioni economiche”.

Lo sanno e lo raccontano i protagonisti di questo libro, presunti colpevoli, riconosciuti innocenti. Maria Andò, accusata di una rapina e di un tentato omicidio avvenuti in una città in cui non è mai stata. Giuseppe Gulotta, la cui odissea di processi e detenzioni in seguito a un clamoroso errore giudiziario dura quarant'anni, di cui ventidue in carcere. Diego Olivieri, onesto commerciante che finisce in carcere per una storia di droga, per colpa di un'intercettazione male interpretata. E gli altri protagonisti di queste pagine, che raccontano le loro esperienze e i loro incontri, i loro traumi e la loro ostinata volontà di rinascita.

Alberto costruisce in questo libro una narrazione intensa ma anche cruda, quasi scioccante, in cui ogni singola vicenda è un capitolo avvincente di una storia molto più grande, quella dell'ordinaria ingiustizia che si palesa ogni giorno sotto i nostri occhi e accanto a ognuno di noi, a volte senza neanche accorgercene o rendercene conto.

Un libro – spiega il padrone di Casa de La Vita in Diretta- che è soprattutto un invito a esercitare meglio la nostra attenzione e la nostra umanità, ogni giorno”.

Per il mondo del giornalismo italiano è l’ennesima lezione di stile che Alberto Matano dà al mondo della comunicazione. Storia, la sua, di un fuoriclasse.

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