Musei, Antonio Lampis, lascia il Mibact. Chiamato da Franceschini a Roma dopo 3 anni da DG torna a Bolzano

Storia di un Grand Commis di Stato. Questa volta parliamo di Antonio Lampis che per tre anni ha diretto la Direzione Generale dei Musei d’Italia, cosa che ha fatto con il piglio del grande manager e la severità caratteriale e tradizionale degli altoatesini. Ora Antonio Lampis ha scelto di lasciare Roma e rientrare a Bolzano, tra la sua gente e i suoi affetti, per riprendere il suo lavoro di sempre “Da dove- dice-eravamo rimasti”. E torna a casa sua con un bilancio record.

(Prima Pagina News)
Giovedì 30 Luglio 2020
Roma - 30 lug 2020 (Prima Pagina News)

Storia di un Grand Commis di Stato. Questa volta parliamo di Antonio Lampis che per tre anni ha diretto la Direzione Generale dei Musei d’Italia, cosa che ha fatto con il piglio del grande manager e la severità caratteriale e tradizionale degli altoatesini. Ora Antonio Lampis ha scelto di lasciare Roma e rientrare a Bolzano, tra la sua gente e i suoi affetti, per riprendere il suo lavoro di sempre “Da dove- dice-eravamo rimasti”. E torna a casa sua con un bilancio record.

Musei, Antonio Lampis, lascia il Mibact. Chiamato da Franceschini a Roma dopo 3 anni da DG torna a Bolzano
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-Direttore è il momento dei bilanci? La prima cosa che le viene in mente qual è?

“Vede, ho cominciato il mio lavoro di guida della Direzione generale Musei il primo settembre 2017 con grande interesse per il sistema museale statale e nazionale, investito da una intelligente riforma, quella del 2014. Non ho mai inteso l’incarico come una tappa di “carriera”, tanto meno una poltrona comoda su cui sedere, ma come un percorso comune, collettivo,un lavoro di squadra, per far sì che i musei del nostro Paese siano sempre di più punto di riferimento per lo sviluppo spirituale e culturale di chi vive intorno ad ogni museo.

-Da manager quale lei egli è non possiamo non chiederle qualche dato numerico?

i è non possiamo non chiederle qualche dato “Partiamo da questo allora. Lascio il mio incarico di Direttore Generale i musei statali che negli ultimi anni,fino all’inizio della pandemia, hanno prodotto 27 miliardi di euro all’anno in ricavi per il sistema paese. Questo è il dato del 2018, cresciuto certamente nel 2019”

-Tanti soldi, ma da dove vengono?

“Sono ricavi che scaturiscono dall'indotto degli oltre 240 milioni di euro incassati, dai milioni di turisti attratti e che hanno hanno rappresentato solo la metà dei nostri visitatori. C’è quindi l'enorme crescita degli ultimi anni, dei concittadini italiani quali nuovi visitatori dei nostri musei”.

-A chi va il merito di tutto questo grande successo?

“Sicuramente ai direttori dei musei autonomi e a quelli degli ex Poli museali. Sono loro che hanno avuto un ruolo molto importante nel cambiamento del sistema.

-Nient’altro direttore?

“Certo che c’è dell’altro. Aldilà dei dati sui visitatori, e sull’indotto economico, merita attenzione l’estendersi della presenza dei musei nel percorso di vita di milioni di persone: Poi penso all’improvvisa ed enorme crescita della presenza sui media e sui social della tematica museale. Tutto questa grande e rapida moltiplicazione delle relazioni tra i musei e il tessuto sociale ha generato un evidente ed enorme sviluppo culturale tra concittadini e visitatori, e quindi grandi numeri in generale”.

-E’ stato duro?

“Mai, assolutamente mai. Dall’insediamento fino alla fine del mandato il mio rapporto con i direttori dei musei italiani è stato esclusivamente personale, diretto, e quotidiano. Ci tengo a dirlo: prima di ogni corrispondenza formale, semplice mail o una pec, anche per dover sopperire alle gravi carenze organiche di ogni museo e polo, ho preferito parlare con ognuno di loro. Ma forse sta anche qui la chiave del nostro successo comune”

-Che situazione ha trovato al suo arrivo al Mibact?

“Non delle migliori. Appena sono arrivato ho preso atto di un clima e di una fase particolarmente critica per il Mibact”.

-Posso chiederle per favore di essere più chiaro?

“Certo. in solo tre anni si sono susseguiti da noi 3 DPCM di riorganizzazione del Ministero, 4 segretari generali, 3 Capi di Gabinetto, 3 diversi mandati da Ministro. Di più, la competenza del Turismo del Mibact è uscita e poi ritornata.

-Direttore, proviamo a fare una sintesi del suo impegno alla guida dei Musei?

“Se vuole ci proviamo insieme. Appena sono arrivato qui a Roma sono state poste in essere tutte le premesse per l’avvio e la gestione del sistema museale nazionale, sistema per il quale non erano previste risorse finanziarie ed umane aggiuntive. E’ stato un lavoro complesso, in costante dialogo con le Regioni, Anci e Icom,e alla fine abbiamo sviluppato la piattaforma digitale in collaborazione con Agid, che ha utilizzato un proprio fondo da PON Governance, per la gestione del processo di verifica sul possesso dei livelli minimi di qualità Il sistema di musei statali, prima della pandemia COVID19, produceva circa 27 miliardi di euro annui al PIL della Nazione. Oggi i musei statali sono giunti a generare più di 30.000 posti di lavoro, pur esponendo –badi bene- solo il 6 percento delle opere”.

-E’ molto?

“Certamente è abbastanza, ed è più di ogni umana aspettativa. Ma non solo questo. Metta anche in conto che è stata riformata la governance dei poli museali, attribuendo autonomia ai direttori di museo non dirigenti ed indicando le modalità per una maggiore trasparenza dell’organizzazione amministrativo contabile tra dirigente del polo e direttori dei musei inserito nel Polo”.

-Tutto questo cosa ha comportato direttore?

“Semplice. La direttiva di governance ha dato indicazioni per la programmazione, per più salde relazioni sindacali, per una pianificazione finanziaria poi sottoposta a monitoraggio, rendicontazione e valutazione dei risultati.

Oggi la programmazione annuale è indicata quale elemento indispensabile della nuova autonomia dei funzionari direttori di museo, ed anche un elemento che permetterà al dirigente di concentrarsi sul ruolo territoriale dell’Istituto, sulla governance generale e sugli altri obiettivi di alta valenza attribuiti dalla riforma anche in riferimento al rapporto con gli Enti territoriali, le scuole, università, i musei autonomi e con le Soprintendenze.

Sono state riformate e innovate le modalità di selezione dei direttori dei musei non aventi la qualifica di dirigente, nominate decine e decine di commissioni nelle quali è sempre presente un funzionario o dirigente in rappresentanza del Direttore generale Musei. Si sono rinnovate oltre 50 direzioni museali.

È stato costruito un accurato sistema di valutazione della performance dei direttori di seconda fascia, che ha portato a valutazioni diversificate, caso raro nei ministeri, e più trasparenti e si è proceduto al rinnovo di tutti i direttori di musei autonomi assunti nel 2015, il rinnovo di tutti i direttori di polo museale scaduti nel 2018 e le complesse procedure di riassunzione dei 3 dirigenti che avevano perso il posto per effetto del dpcm 69/2019”.

-Direttore mi pare abbastanza soddisfatto?

“No, non è finita qui. È stato adottato e pubblicato nel luglio 2019 il primo piano triennale di digitalizzazione dei musei e dei luoghi della cultura, ora inserito anche nel Piano digitale nazionale. E’ stato approvato e implementato in molti istituti un esemplare Piano di eliminazione delle barriere architettoniche ,il P.E.B.A.È stato realizzato un accurato studio e report della situazione della sicurezza antincendio dei musei statali per aiutarli nella conoscenza delle molte fonti normative, e negli innumerevoli adempimenti amministrativi e gestionali. Ancora, sono state riavviate le gare per i servizi accessori museali”.

-Di veri problemi?

Abbiamo trovato moltissime concessioni scadute e in proroga di fatto, e una fase di stallo delle relazioni con Consip: Grazie anche all’impegno del nuovo amministratore delegato Cannarsa, sono stati avviate in pochi mesi tutte le informative di gara per il territorio nazionale e negli ultimi tre sono state bandite altre procedure di gara. Sono state poi diramate sintetiche ed efficaci linee guida per il rinnovo del racconto museale, e per il rinnovo della relazione tra musei, scuole ed università.

È stato realizzato un dettagliato vademecum utile specialmente ai neo nominati direttori di musei statali”.

-Spesso lei ha parlato anche di collaborazioni internazionali…

La prima cosa che mi viene in mante è la collaborazione alla relazione di un manuale con Ocse e Icom per la gestione di Musei non statali. Ma sotto la mia direzione sono state adottate linee guida per costi assicurativi, canoni di concessione di spazi e immagini, contratti sottosoglia.

È stato gestito un lungo interim della Reggia di Caserta da novembre 2018 al giugno 2019Abbiamo realizzando importanti riforme organizzative, è stato affrontato l’interim per avocazione di sei poli museali, penso al Polo museale della Calabria comprensivo di 17 musei, e Lombardia comprensivo di 12 musei.

Del museo Palazzo Reale di Genova e annesso Polo museale ligure, comprensivo di 11 musei. In sostanza per diversi mesi è stato svolto il lavoro di due dirigenti generali e 4 di livello non generale”.

-Che rapporti avete avuto invece con le Università italiane?

Davvero fondamentali, mi creda. Abbiamo costantemente promosso la conoscenza del sistema museale nazionale in università e istituzioni culturali, Regioni e convegni internazionali. Ma la promozione è avvenuta anche attraverso la traduzione in moltissime lingue del mondo dei livelli minimi di qualità dei musei. E’ stato proposto, e poi implementato dalla scuola del Patrimonio del Mibact, un programma di formazione per operatori museali, statali e non, di ogni regione italiana”.

-Mi dicono che lei vada fiero del Museo Ginori…

Il dato storico è che abbiamo acquisito il museo Ginori, e subito dopo è seguita la nascita della fondazione che dovrà ora gestirlo. E non solo. Sono stati stipulati decine di accordi di valorizzazione e accordi con associazioni di musei e istituzioni. Abbiamo gestito due ambiziosi e complessi progetti nella relazione territoriale dei Poli museali al fine dello sviluppo economico, turistico e culturale: Musst 1 e 2.

-E’ vero che il vostro sistema innovativo di fare cultura è finito sotto la lente di ingrandimento di Banca d’Italia?

Si è vero. Le dico solo che sono stati forniti dati elaborati da importanti relazioni della Banca d’Italia e BOSTON CONSULTING GROUP che hanno dimostrato l’impatto economico sociale culturale dei musei statali nell’economia nazionale.

E poi unici in Europa, sono da considerare i dati di incremento della bigliettazione e del numero di visitatori (ovviamente pre Covid).

Il livello di qualità raggiunto dai musei statali nei Livelli minimi di qualità è diventato altissimo: il punteggio medio è di 93/100! Il punteggio della reputazione online dei musei statali, monitorato dal Politecnico di Milano è stato sempre altissimo, oltre 4,7 su 5.

Le dico di più, è stata gestita tutta la fase di chiusura e quella molto più complicata delle riaperture dei musei nell’emergenza Covid19, con indicazioni fatte proprie dal Comitato tecnico scientifico e risultati utili non solo i musei statali ma tutti i musei della nazione e prese in considerazione anche da Musei di Stati stranieri.

-Oggi che lascia Roma per tornare a Bolzano qual è la cosa di cui va più fiero?

Vede, i risultati di questa mia direzione generale hanno avuto ampia eco sui media e io stesso, nel 2019, ha avuto due importanti riconoscimenti:”.

Il 6 dicembre 2019, nell’ambito della V edizione del progetto editoriale “100 eccellenze italiane”, volto a promuovere e divulgare il tessuto sociale, economico e culturale in cui si articola il nostro Paese, il sottoscritto ha ricevuto il riconoscimento del Premio Speciale per la Comunicazione e il Marketing.

Presidente della giuria era il vicepresidente vicario della Corte costituzionale Aldo Carosi. E poi il riconoscimento da parte della redazione della nota e diffusa rivista d’arte e politiche culturali Artribune quale “miglior funzionario dell’anno 2019”.

A momenti me ne dimenticavo, e infine sono stato selezionato come relatore alla 39° edizione del meeting Aspen for leaders- Venezia. Per me che sono figlio di una terra povera, lontana dal mondo che conta, dove la gente lavora giorno e notte in silenzio e con grande modestia, portare a casa questi risultati è molto soddisfacente. Mi scusi per la modestia, mi scusi davvero”.(b.n.)


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