Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
Trump: "Putin? Mi ha deluso, ma non ho ancora chiuso con lui".
Trump: "Putin? Mi ha deluso, ma non ho ancora chiuso con lui".
“Sono deluso da Putin, ma non ho chiuso con lui”. Così il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in un colloquio telefonico con la Bbc.
“Stiamo lavorando” per “fermare lo spargimento di sangue” in Ucraina, ha evidenziato il tycoon. A una domanda se abbia fiducia in Putin, il Presidente ha risposto: “Non mi fido quasi di nessuno”.
Con Putin, ha aggiunto, "abbiamo avuto una grande conversazione" l'ultima volta. "Gli ho detto: 'Bene così, penso che siamo pronti ad avvicinarci a chiuderla' (riferimento alla guerra, ndr). E poi lui ha tirato giù un palazzo a Kiev".
Per quanto riguarda la Nato, Trump ha cambiato idea dopo averla definita "obsoleta" e ha rivendicato alle sue pressioni il fatto che l'Alleanza Atlantica stia "diventando l'opposto": un'organizzazione in cui "ciascuno paga i suoi conti".
Trump si è anche detto compiaciuto del "rispetto" che, secondo lui, gli altri leader gli hanno tributato nell'ultimo vertice Nato, compresi quelli di "Germania, Francia e Spagna", pur evidenziando che gli alleati stanno "solo cercando di essere carini", dopo aver ammesso che serve avere "un sacco di talento" per tornare alla Casa Bianca dopo essere stato in pausa per un mandato.
Giudizio positivo, infine, sul rapporto tra Washington e Londra: "Il vostro primo ministro mi piace davvero, anche se è un liberal", ha precisato Trump alla Bbc. A fine mese, Trump vedrà il leader laburista Keir Starmer (il cui governo è stato indicato come modello di un'intesa sul commercio e sui dazi). Poi, a settembre, tornerà nel Regno Unito per una visita di Stato, su formale invito di Re Carlo III, verso cui il tycoon ha detto di nutrire un "grande rispetto", aggiungendo di non essersi sentito offeso dalle recenti dichiarazioni di Ottawa sulla sovranità canadese: "Non aveva scelta, ma ha parlato molto bene ed è stato rispettoso", ha evidenziato, ribadendo che gli Stati Uniti "stanno negoziando con il Canada" per un accordo "molto buono".
Trump è stato anche ottimista sul futuro di Londra a livello mondiale e sul consolidamento della Brexit, anche se, inizialmente, la gestione è stata "pasticciata".
Putin, però, sarebbe imperturbabile alle minacce, ed è determinato a proseguire la guerra finché non saranno soddisfatte le sue condizioni: a riferirlo sono state tre fonti vicine al Cremlino in un'esclusiva al sito della Reuters, aggiungendo che le pretese territoriali potrebbero aumentare con l'avanzata dell'esercito russo. Secondo Putin, hanno aggiunto le fonti, l'esercito e l'economia di Mosca sono abbastanza forti da sopportare ulteriori misure occidentali.
Stando a quanto riferisce il Washington Post, Trump ha valutato la possibilità di inviare a Kiev missili Tomahawk, che possono attaccare Mosca e San Pietroburgo. I Tomahawk non ci sono nei pacchetti di aiuti attuali, ma potrebbero esservi inclusi in futuro, qualora il tycoon decidesse di aumentare la pressione su Putin.
Secondo il Wp, inoltre, Washington potrebbe anche dare il via libera a Kiev all'utilizzo dei 18 missili Atacms a lungo raggio, che attualmente hanno una gittata massima di 300 km. In questo modo, gli ucraini potrebbero colpire basi militari, aeroporti e depositi di rifornimenti nel cuore della Russia. Nel pacchetto di aiuti potrebbero esserci altri missili di questo tipo.
"Vogliamo un accordo politico sul 18esimo pacchetto di sanzioni alla Russia, siamo molto vicini, spero che avvenga oggi, oggi o al massimo domani, c'è ancora un po' di lavoro da fare". Così l'Alto Rappresentante Europeo, Kaja Kallas, al suo arrivo al Consiglio Ue degli Esteri.
"L'Ue si appresta ad approvare uno dei pacchetti di sanzioni più severi contro la Russia. Sono molto dispiaciuta che oggi non abbiamo raggiunto l'accordo, devo dire che eravamo molto vicini per rassicurare la Slovacchia: la Commissione ha risposto alle sue preoccupazioni. Ora la palla passa alla Slovacchia. Sono già passati due mesi. Le sanzioni sono necessarie per privare la Russia dei mezzi per condurre questa guerra", ha proseguito, per poi dirsi "fiduciosa che raggiungeremo una decisione domani".
I segnali secondo cui gli Usa si sono accorti che la Russia non vuole la pace e bisogna metterle pressione, ha aggiunto, sono "positivi". "Spero che vadano avanti con le loro sanzioni o dazi", ha continuato Kallas. In merito al 18esimo pacchetto sanzioni dell'Ue, l'Alto Rappresentante Europeo ha dato conferma del fatto che l'ipotesi di mettere un tetto al prezzo del petrolio russo "è viva, la stiamo discutendo, anche se gli Usa non ne faranno parte".
"Accogliamo con favore l'annuncio del presidente Trump di inviare ulteriori armi all'Ucraina. Tuttavia, vorremmo che gli Stati Uniti condividessero questo onere. L'America e l'Europa stanno collaborando. E se lavoriamo insieme, possiamo esercitare pressione su Putin affinché negozi, dimostrandogli che l'unico modo per porre fine a questa guerra è costringerlo a cedere", ha detto ancora Kallas.
"Se paghiamo noi le armi allora si deve parlare di sostegno europeo all'Ucraina e l'Europa sta già facendo il possibile: se offri le armi però poi le paga qualcun altro non le stai dando veramente tu, no?", ha evidenziato, per poi sottolineare che Mosca utilizza "armi chimiche" contro l'esercito di Kiev, e che gli attacchi si stanno "intensificando". "È sorprendente, ma dall'inizio dell'invasione ci sono stati oltre 9 mila casi di attacchi con armi chimiche proibite, lo dicono i servizi di intelligence di Olanda e Germania e il fatto che stiano aumentando è preoccupante, vuole che Kiev si arrenda", ha spiegato Kallas.
"Continuiamo a non vedere passi avanti sul lato russo: la Russia continua a colpire civili con attacchi sempre più brutali, che dimostrano quanto poco Mosca sia impegnata a costruire la pace che tutti perseguiamo, nonostante la volontà di dialogo dell'amministrazione Trump, che Putin ha deciso di non accogliere. Vediamo un cambio di postura da parte degli Stati Uniti e lo salutiamo positivamente". Così la premier, Giorgia Meloni, dopo aver incontrato a Palazzo Chigi il Cancelliere austriaco Christian Stocker.
"L'obiettivo comune è restituire all'Ucraina un futuro di pace, sicurezza e libertà. Per arrivare a questo futuro, il percorso dal nostro punto di vista è duplice: continuare a sostenere l'Ucraina perché si possa difendere, e aumentare la pressione sulla Russia. L'Ucraina ha ripetutamente accettato il cessate il fuoco incondizionato, ha assicurato la disponibilità a sedersi al tavolo delle trattative, mentre sul lato russo continuiamo a non vedere passi avanti", ha continuato Meloni.
"Ho ringraziato l'Austria per il contributo finanziario e umanitario che ha garantito nell'ambito dell'Ukraine recovery conference della scorsa settimana, e per averci aiutato in questa iniziativa", ha concluso la premier.
La scorsa settimana, parlando con il Presidente ucraino, Volodymyr Zelenksy, Trump avrebbe chiesto: "Perché non avete colpito Mosca?". A questa domanda, Zelensky avrebbe risposto: "Possiamo farlo, se ci fornite le armi". E' quanto riporta il Washington Post. Il tycoon, prosegue il quotidiano, ha anche detto che Kiev deve fare più pressione su Putin, non soltanto a Mosca ma anche a San Pietroburgo.
La conversazione tra Trump e Zelensky, che sarebbe avvenuta lo scorso 4 luglio, il giorno dopo la conversazione tra il tycoon e Putin, è stata citata anche dal Financial Times, che riporta due fonti a conoscenza della telefonata: "Volodymyr, puoi colpire Mosca? ...Puoi colpire anche San Pietroburgo?", avrebbe domandato Trump. "Assolutamente. Possiamo farlo se ci date le armi", avrebbe replicato Zelensky.
Il tycoon avrebbe espresso il suo appoggio all'idea, definendola come una strategia mirata a "far sentire loro (i russi) il dolore" e costringere il Cremlino a trattare, riferiscono le due fonti al Ft. Un funzionario occidentale, informato della conversazione, ha detto che questa è un riflesso di un desiderio cresciente degli alleati occidentali di Kiev di fornire ancora armi a lungo raggio agli ucraini che possano "portare la guerra ai moscoviti". La Casa Bianca e l'Ufficio della Presidenza ucraina non hanno commentato.
Secondo il Financial Times, questa conversazione rappresenta un netto distacco dalla precedente posizione di Trump sul conflitto in corso tra Kiev e Mosca e dalla sua promessa elettorale di mettere fine al coinvolgimento di Washington in guerre all'estero.
“Trump ha lanciato un ultimatum teatrale al Cremlino”. E' quanto ha scritto, su X, il Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, in merito alla dichiarazione di Trump, secondo cui, se la Russia non raggiungerà un accordo con l'Ucraina entro i prossimi 50 giorni, scatteranno nuovi dazi.
“Il mondo ha rabbrividito, aspettandosi le conseguenze L’Europa belligerante è rimasta delusa. Alla Russia non interessa”, ha aggiunto sarcasticamente Medvedev.