Oltre la paura, Saverio Angiulli e la lotta a Cosa Nostra, dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio

Da oggi 4 giugno sarà in tutte le librerie e online “Oltre la paura. La mafia teme chi non la teme”, di Saverio Angiulli, Santelli Editore, un lungo e articolato percorso attraverso i meandri di Cosa Nostra, e il racconto affascinante di una forte azione di contrasto alla criminalità organizzata che continua ad avere due punti di riferimento assoluti, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

di Pino Nano
Giovedì 04 Giugno 2020
Roma - 04 giu 2020 (Prima Pagina News)

Da oggi 4 giugno sarà in tutte le librerie e online “Oltre la paura. La mafia teme chi non la teme”, di Saverio Angiulli, Santelli Editore, un lungo e articolato percorso attraverso i meandri di Cosa Nostra, e il racconto affascinante di una forte azione di contrasto alla criminalità organizzata che continua ad avere due punti di riferimento assoluti, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Vivi nella memoria e soprattutto nei cuori degli italiani, Falcone e Borsellino sono da tempo emblema della lotta alla criminalità organizzata. E per questo è naturale che siano loro i modelli di indelebile esempio morale e civico per Saverio Angiulli, alto ufficiale della Guardia di Finanza a Palermo, e oggi uno dei protagonisti più autentici della lotta a Cosa nostra. Grande investigatore, ma anche studioso e conoscitore di Cosa Nostra come nessun altro, docente di diversi master in tema di corruzione, Saverio Angiulli ha finalmente accettato e deciso di pubblicare con la Santelli Editore di Cosenza, “Oltre la paura”, un saggio lungo 400 pagine che racconta non solo la storia del più grande business criminale del mondo, ma svela anche i più aggiornati sistemi nelle indagini che ripercorrono, in tal senso, il metodo Falcone-Borsellino. Una grande parte di questo saggio è naturalmente dedicata a loro due, ai due magistrati siciliani che hanno dato la loro vita per sradicare il vero tumore della società civile dell’isola. In questo libro Saverio Angiulli ripropone gli ultimi aggiornamenti sulle indagini e sui processi riguardanti le stragi di Capaci e di via D’Amelio, ed è così che la lotta alle mafie entra nella vita di tutti noi, o per dirla con le parole che un grande giornalista come Salvo Palazzolo usa nella sua prefazione: «Capire e studiare la mafia attraverso questo libro è già un impegno importante». «Parlate della mafia - raccomandava Paolo Borsellino - Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene». Oggi, purtroppo, se ne parla poco e male. Perché non basta ricordare Falcone e Borsellino il 23 maggio e il 19 luglio, piuttosto bisognerebbe conoscere a fondo tutto ciò che hanno fatto in quei terribili anni Ottanta di Palermo che hanno segnato la storia del Paese. Il passato può ancora insegnarci molto. Salvatore Riina e Bernardo Provenzano sono morti, gli altri capi della Cupola sono sepolti dagli ergastoli al 41-bis, ma tanti dei loro segreti restano ancora nascosti: ci sono tesori mai scoperti, ci sono relazioni inconfessabili nella politica e nell’economia che non sono state ancora svelate. Ecco perché bisogna tornare a ripercorrere i passi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Saverio Angiulli - fine narratore per passione ed esperto investigatore della Guardia di finanza per professione - -scrive Salvo Palazzolo nella prefazione al volume- ci riporta nella Palermo delle estati afose e della mattanza, da lì bisogna ripartire. Tutti insieme. La ricerca della verità non è solo questione che riguarda magistrati, forze dell’ordine e giornalisti, dovrebbe essere impegno di ogni cittadino, ogni associazione, ogni scuola, ogni chiesa, ogni sindacato. La ricerca della verità dovrebbe essere il percorso di un intero Paese, perché gli omicidi e gli affari delle mafie rappresentano ancora oggi un’ipoteca sulla democrazia e sul futuro. Saverio Angiulli ci indica una strada per tornare a cercare. Nelle pagine che leggerete, Falcone e Borsellino rivivono attraverso le carte delle loro indagini: nomi, cifre e collegamenti ci raccontano di complicità che hanno attraversato l’Italia. E, talvolta, arrivano sino ad oggi, perché passato e presente della mafia siciliana continuano a intersecarsi in modo vorticoso. Non a caso l’ultimo grande capomafia latitante - il trapanese Matteo Messina Denaro - -aggiunge Salvo Palazzolo- è stato “figlioccio” del capo dei capi Salvatore Riina e conosce tutti i segreti della stagione delle stragi del 1992-1993 e della “trattativa Stato-mafia”. Il padrino di Castelvetrano è imprendibile dal giugno 1993 non certo perché sia più bravo degli investigatori e dei magistrati che gli danno la caccia, ma perché conserva ancora molti segreti del passato, la sua vera forza, che gli consente di mantenere relazioni inconfessabili. Rileggere il passato, dunque, per capire il presente. Questo libro -sottolinea il grande cronista-trasforma il metodo di indagine di Giovanni Falcone - «Segui i soldi» - in un percorso culturale, alla scoperta di tanti dettagli che ci fanno comprendere la posta in gioco. Falcone e Borsellino non possono essere trasformati in icone nazionali di un’antimafia di maniera, devono essere il punto di inizio di una nuova stagione di impegno civile. Il titolo di questo libro -conclude Salvo Palazzolo- “Oltre la paura. La mafia teme chi non la teme” - è anche un bellissimo slogan che già racchiude in sé il coraggio di tanti uomini e di tante donne che dalle regioni del Sud a quelle del Nord ribadiscono ogni giorno il loro “no” alle mafie. Con gesti semplici, che spesso non fanno notizia. Questa è la vera antimafia. «Se ognuno fa qualcosa», diceva don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso nel 1993. Capire e studiare la mafia attraverso questo libro è già un impegno importante.


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