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Quindici le sculture monumentali esposte al Parco Archeologico, tra cui rinoceronti sovradimensionati, gorilla, struzzi pop e coleotteri che trasformano uno dei siti archeologici più straordinari del Mediterraneo in una piattaforma di dialogo tra storia e consapevolezza.
Quindici le sculture monumentali esposte al Parco Archeologico, tra cui rinoceronti sovradimensionati, gorilla, struzzi pop e coleotteri che trasformano uno dei siti archeologici più straordinari del Mediterraneo in una piattaforma di dialogo tra storia e consapevolezza.
Selinunte ospita la nuova personale di Stefano Bombardieri, “Pericolo estinzione. Impronte in suoli antichi”, al Parco archeologico di Selinunte. Si tratta di un progetto che trasforma uno dei siti archeologici più straordinari del Mediterraneo in una piattaforma di dialogo tra storia e consapevolezza. La mostra si potrà visitare fino al 31 dicembre 2026.
Curata da Anna Lisa Ghirardi e prodotta da Bottega Creativa, l’esposizione propone un percorso sulla Collina Orientale in cui si possono ammirare quindici sculture monumentali che si stagliano come presenze profondamente evocative.
Bombardieri, noto per la sua potente iconografia animale, si interroga sul tema della fragilità della vita in un'epoca segnata da crisi ambientali, perdita di senso e declino etico.
Tra le quindici sculture monumentali ci sono: rinoceronti sovradimensionati, gorilla che ci osservano in silenzio, struzzi pop, coleotteri, bambini in equilibrio tra cranî fossili che sembrano testimoni muti, ma eloquenti, di un’umanità smarrita che sta ancora cercando le sue tracce. Ed ecco che nel il Parco di Selinunte, quale esempio di resilienza ecologica in cui il tempo non ha distrutto ma trasformato, trovano spunto per avviare un nuovo racconto che affronta i grandi temi inevasi del nostro tempo: la difesa dell’ambiente, un’umanità sempre più lontana dal pianeta, senza rispetto e senza memoria.
“Il Parco, con il suo impianto verde unico per estensione e varietà, non offre solo uno sfondo alla storia, ma si impone come organismo vivente che continua a parlare il linguaggio della natura – afferma Felice Crescente direttore di Selinunte - accogliere qui la mostra di Stefano Bombardieri significa amplificare un messaggio urgente: la necessità di un nuovo patto tra l’uomo e l’ambiente, tra la memoria del passato e la responsabilità del futuro”.
"Pericolo estinzione" è più di un titolo, è un richiamo all’urgenza e una dichiarazione combattiva di intenti. In un paesaggio dove convivono rovine millenarie e forme di vita vegetale straordinariamente persistenti, le opere di Bombardieri fanno riflettere sulla resilienza come condizione necessaria non solo per la sopravvivenza delle specie, ma per la tenuta stessa della nostra coscienza etica.
“Bombardieri propone una galleria di esseri animali che rimandano all’essere umano – scrive la curatrice Anna Lisa Ghirardi – raccogliendo il filo di Esopo che nell’antichità, narrava virtù e miserie dell’uomo tramite gli animali, così l’artista affida a queste creature, la rappresentazione della nostra fragilità”.
Gli straordinari animali di Stefano Bombardieri, spiazzanti, immaginifici, sono spesso a reale rischio di estinzione. L’artista li propone in bilico, sommersi, incatenati o imprigionati in blocchi di cemento, sollevati da corde, compressi in bagagli, rivelando una condizione esistenziale che riguarda non solo la biodiversità, ma anche l’uomo stesso, schiacciato da un sistema che consuma, sfrutta, e dimentica che della natura è parte integrante.
Al centro della sua poetica, la figura del bambino, unica figura umana rappresentata da Bombardieri, simbolo di speranza e possibilità di trasformazione, come fosse testimone etico di un futuro ancora, si spera, riscrivibile.
Stefano Bombardieri, bresciano, figlio d’arte si è formato nello studio del padre, lo scultore Remo Bombardieri. Lavora a livello internazionale tra Italia, Francia e Germania. La sua ricerca si sviluppa sulla riflessione di alcuni temi: il tempo e la sua percezione, l’esperienza del dolore nella cultura occidentale, l'uomo e il senso dell'esistenza. Il suo lavoro parte dalla realtà per giungere a mondi interiori, universi fantastici. A partire dagli anni Novanta espone in spazi pubblici e gallerie, prediligendo il dialogo tra opera e spazio urbano. Tra le sue installazioni si ricordano quelle nel centro di Ferrara, a Faenza, a Bologna, a Saint Tropez e a Posdam. Nel 2009 a Pietrasanta ha presentato la sua personale “The animals count down” e The Boy and the Elephant presso l'Erarta Museum di San Pietroburgo nel 2021. Ha partecipato alla 52esima e 54esima Biennale di Venezia, alle edizioni 8 e 9 della Triennale di Scultura Bad RagARTz a Bad Ragaz in Svizzera.