Omicidio Sharon Verzeni, perizia: "Sangare aveva capacità di intendere e volere"

"E' anaffettivo".

(Prima Pagina News)
Martedì 19 Agosto 2025
Bergamo - 19 ago 2025 (Prima Pagina News)

"E' anaffettivo".

Nel momento in cui ha accoltellato a morte Sharon Verzeni, Moussa Sangare aveva capacità di intendere e volere. A stabilirlo è stato il perito incaricato dalla Corte d'Assise di Bergamo, dove è in corso il processo contro il 30enne nato a Milano da genitori provenienti dal Mali, accusato della morte della barista 33enne accoltellata a Terno d'Isola (Bg) la notte del 30 luglio 2024.

La direttrice dell'Unità operativa complessa 'Residenze psichiatriche e psicopatologia forense' dell'Ausl di Parma, Giuseppina Paulillo, aveva ricevuto l'incarico dalla presidente della Corte d'Assise Patrizia Ingrascì il 18 marzo scorso.

A luglio, anche la psichiatra Valentina Stanga, nominata come perito dal gup Maria Beatrice Parati in un processo 'parallelo', incentrato sulle accuse di maltrattamenti contro la madre e la sorella dell'imputato, aveva dichiarato il 30enne capace di intendere e volere. Quel processo ha portato a una condanna per Sangare a 3 anni e 8 mesi di reclusione.

Dopo essere stato arrestato per l'omicidio di Sharon, Sangare aveva inizialmente confessato, per poi ritrattare durante la prima udienza, spiazzando anche il suo legale, Giacomo Mai.

Adesso, stando a questa nuova perizia, il 30enne avrebbe certamente "un disturbo misto di personalità di tipo narcisistico e antisociale e un disturbo da uso di cannabinoidi", ma questi disturbi "non sono andati a influire sulla comprensione della realtà". Inoltre, non sono stati notati né disturbi della percezione né sintomi di comportamenti deliranti.

Quindi, prosegue la relazione della dottoressa Paulillo, Sangare è "un soggetto alla ricerca di esperienze eccitanti e adrenaliniche, poco propenso a prendere in considerazione le conseguenza per sé e per gli altri e con difficoltà nell'adattarsi alle norme sociali". Un tipo "anaffettivo" anche verso la mamma e la sorella, più concentrato sul suo desiderio di arricchirsi, pur vivendo di lavori saltuari e poco pagati e adottando spesso "comportamenti parassitari".

Il 30enne non ha manifestato alcun senso di colpa o rimorso per aver ucciso Sharon, perché incapace di riconoscere o di identificarsi con le necessità e i sentimenti altrui. Il suo atteggiamento davanti alle accuse è "fatuo e superficiale". La prossima udienza è stata fissata per il 22 settembre.


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