Padre Georg Gaenswein su Benedetto XVI. Quell’amarezza che prevale sul racconto.

“Quel che Papa Francesco pensa di tutto il clamore intorno a questo caso esploso col libro che uscirà giovedì lo ha detto indirettamente a margine della recita dell’Angelus domenica: "Il chiacchiericcio è un'arma letale, uccide l'amore, la società, la fraternità".

di Mimmo Nunnari
Giovedì 12 Gennaio 2023
Roma - 12 gen 2023 (Prima Pagina News)

“Quel che Papa Francesco pensa di tutto il clamore intorno a questo caso esploso col libro che uscirà giovedì lo ha detto indirettamente a margine della recita dell’Angelus domenica: "Il chiacchiericcio è un'arma letale, uccide l'amore, la società, la fraternità".

Non sappiamo quanto possa essere ingenuo padre Georg Gaenswein, segretario di Benedetto XVI - che fa uscire con tempestività un libro di memorie su papa Ratzinger -  oppure un freddo calcolatore esperto di marketing  capace di suscitare clamori mediatici già prima dell’uscita del volume, che sarà nelle librerie domani, giovedì.

Per coincidenza, questo libro:  Nient'altro che la verità. La mia vita al fianco di Benedetto XVI” - scritto col vaticanista Saverio Gaeta - (edizioni Piemme, pagine 336, euro 20) che abbiamo avuto l’opportunità di leggere, esce quasi contemporaneamente a “Spare - Il minore”, il volume del principe Harry pubblicato in Italia da Mondadori, in cui traspare tutto il risentimento del secondogenito di re Carlo verso la sua famiglia.

Sono naturalmente semplici coincidenze, connessioni acasuali, direbbe Carl Gustav Jung, per il quale tuttavia le coincidenze sono significative come una sincronicità e i fatti non necessariamente devono essere collegati tra loro da un rapporto causa effetto. Tanto basta perché qualcuno accosti maliziosamente i due libri che hanno in comune la promessa di svelare retroscena: padre Georg della Chiesa, il giovane Herry della famiglia reale britannica.

La coincidenza finisce qui e chissà quanto dolore avrebbe provocato in Benedetto XVI una cosa del genere.

C’è poi la tempestività dell’uscita del libro di
Gansswein, che riesce a inserire pure alcune pagine sul congedo terreno del papa emerito. Un libro pronto da tempo, con cui il prelato tedesco propone la “sua” ricostruzione di un particolarissimo periodo per la Chiesa cattolica: cita temi delicati e riferisce sui rapporti tra papa Benedetto e papa Francesco. Narra nel dettaglio momenti chiave della parabola di Benedetto XVI, iniziata nella Cappella Sistina il 19 aprile del 2005 e conclusasi con la morte il 31 dicembre 2022. 

Nel prologo del libro è lo stesso segretario personale del pontefice defunto a spiegare quali intenzioni lo hanno mosso nella stesura del volume: “
Queste pagine contengono una personale testimonianza della grandezza di un uomo mite, di un fine studioso, di un cardinale e di un papa che ha fatto la storia del nostro tempo e che va ricordato come un faro di competenza teologica, di chiarezza dottrinale e di saggezza profetica. Ma sono - aggiunge padre Georg - anche un racconto di prima mano che cerca di far luce su alcuni aspetti incompresi del suo pontificato e di descrivere dall’interno il vero mondo vaticano”.

Nel libro padre Georg Gänswein critica in maniera quantomeno irrituale Francesco, il papa in carica.  Che monsignor Georg  non fosse entrato in sintonia con papa Bergoglio non è mai stato un segreto in Vaticano, così come era a tutti noto che quando il papa tedesco gli comunicò l'intenzione di rinunciare al Soglio di Pietro
, egli abbia cercato di dissuaderlo.

Ma quello che potremmo definire “l’insostenibile desiderio del rancore”, verso papa Bergoglio, padre Georg lo fa trasparire quando racconta di come diventò un prefetto della casa pontificia dimezzato, congedato dal suo ruolo di capo della prefettura:
Lui [papa Francesco] mi guardò con espressione seria e disse a sorpresa: 'D'ora in poi rimanga a casa. Accompagni Benedetto, che ha bisogno di lei, e faccia scudo'. Restai scioccato e senza parole. Quando provai a replicare, chiuse seccamente il discorso: 'Lei rimane prefetto, ma da domani non torni al lavoro'. In modo dimesso replicai: 'Non riesco a capirlo, non lo accetto umanamente, ma mi adeguo soltanto in obbedienza'. E lui di rimando: 'La mia esperienza personale è che "accettare in obbedienza" è una cosa buona'.

Un lungo capitolo del libro è dedicato al congedo di Benedetto XVI dal palazzo apostolico, dopo la rinuncia al soglio di Pietro: “Salimmo in automobile verso l’eliporto e decollammo, mentre le campane della Basilica vaticana e delle altre chiese romane suonavano a distesa. In elicottero, silenzio assoluto: guardavamo quello che ci scorreva sotto gli occhi, anche perché era la prima volta che passavamo sul centro storico di Roma, dato che in occasioni precedenti, giungendo da Ciampino o da Castel Gandolfo, il pilota aveva percorso una rotta più limitrofa alla città.

Soltanto mesi dopo abbiamo visto con Benedetto le immagini che erano state trasmesse in mondovisione da un secondo elicottero che ci seguì per tutto il viaggio. Per me fu molto emozionante rievocare quel giro attorno alla cupola di San Pietro che il pilota fece senza averci preavvisati, ma il Papa emerito mantenne il suo atteggiamento impassibile e non commentò affatto.

Giunti nella residenza di Castel Gandolfo Benedetto si affacciò dal balcone esterno per salutare i fedeli e pronunciò le sue ultime parole da Papa regnante: 'Cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto. Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti; non sono più Sommo Pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti insieme con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo'.

Poteva essere un bel libro: sull’inizio del pontificato di Benedetto fino all’ultimo respiro del papa emerito, la testimonianza di un fedele segretario sul papa che rinunciò al papato, ma nel racconto ha preso il sopravvento quella poco ecclesiale idea del “retroscena” che caratterizza la politica non la Chiesa.

A sorpresa papa Francesco lunedì ha ricevuto in udienza privata monsignor Georg Gänswein e alcuni osservatori hanno voluto leggere significati speciali sull’incontro. Tra le ipotesi quello di un posto defilato nella biblioteca vaticana, o un incarico in una nunziatura, per evitare una sovraesposizione di Ganswein, ma senza accantonarlo, rischiando di farne una vittima.

Quel che Francesco pensa di tutto il clamore intorno a questo caso esploso col libro che uscirà giovedì lo ha detto indirettamente a margine della recita dell’Angelus domenica: "Il chiacchiericcio è un'arma letale, uccide l'amore, la società, la fraternità".


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