PPN Ricordi: 40 anni fa l’attentato a Papa Wojtyla, lo salva dalla morte un giovane chirurgo, Francesco Crucitti
La Calabria continua a dedicare grande attenzione e importanza al ricordo della vita e della storia professionale di un meraviglioso chirurgo reggino, il prof. Francesco Crucitti, passato alla storia per aver salvato da morte sicura Papa Giovanni Paolo Secondo, subito dopo l’attentato in Piazza San Pietro in Vaticano. Sono passati 40 anni da allora, e il nome di Francesco Crucitti fa ormai parte della storia della Chiesa.
di Pino Nano
Venerdì 14 Maggio 2021
Roma - 14 mag 2021 (Prima Pagina News)
La Calabria continua a dedicare grande attenzione e importanza al ricordo della vita e della storia professionale di un meraviglioso chirurgo reggino, il prof. Francesco Crucitti, passato alla storia per aver salvato da morte sicura Papa Giovanni Paolo Secondo, subito dopo l’attentato in Piazza San Pietro in Vaticano. Sono passati 40 anni da allora, e il nome di Francesco Crucitti fa ormai parte della storia della Chiesa.
La storia personale del professor Francesco Crucitti sembra ormai una favola moderna ideale da raccontare ai bambini. La favola del medico che ha salvato il Papa da morte sicura.

La favola di un medico che per anni è stato l’icona della chirurgia italiana nel mondo se non altro per essere stato il chirurgo che subito dopo l’attentato del 13 maggio 1981 in piazza San Pietro, in Vaticano,operò Papa Giovanni Paolo II, strappandolo a quella che in molti ritenevano ormai, quel giorno, una morte assolutamente certa.

Alle 17,22 di quel giorno il Santo Padre era stato infatti colpito da quattro colpi di pistola per mano di un terrorista turco, che rispondeva al nome di Mehmet Ali Ağca, condannato poi all’ergastolo dalla magistratura italiana e poi perdonato dallo stesso pontefice che andò a trovarlo in carcere a Rebibbia.

Immediatamente trasportato in Ospedale, al Policlinico Gemelli, Papa Wojtyla viene affidato alle mani esperte di un giovane medico chirurgo calabrese, era appunto il prof. Francesco Crucitti, che da quel giorno in poi diventò il suo vero angelo custode per il resto della sua vita.

Un anno fa l’Università Cattolica e il Policlinico Agostino Gemelli per ricordare Francesco Crucitti e la bellissima "favola della sua vita di medico e chirurgo" gli hanno dedicato una delle aule più importanti del Dipartimento di Chirurgia.

Ma ripercorriamo insieme la carriera di questo illustre medico italiano. Nato a Reggio Calabria il 17 novembre 1930, si laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Bologna il 30 luglio del 1952. Si specializza prima in Chirurgia Generale con il massimo dei voti e la lode (Università di Padova, 18/7/1958), poi in Urologia con il massimo dei voti e la lode (Università di Padova, 18/7/60), poi ancora libero Docente in Chirurgia Toracica (abilitazione 1958, conferma definitiva 1964),libero Docente in Clinica Chirurgica Generale e Terapia Chirurgica (abilitazione 1960, conferma definitiva 1966), libero Docente in Semeiotica Chirurgica (abilitazione 1964, conferma definitiva 1971).

Sono anni di grande impegno professionale per il giovane chirurgo che diventa ben presto Assistente (volontario, poi straordinario, quindi incaricato e successivamente ordinario) in Patologia Chirurgica prima ed in Clinica Chirurgica dopo, presso l'Università di Padova dal 1955 al 1967. Vincitore del prestigiosissimo “Premio di operosità scientifica” (Università di Padova, 1960), dal 1959 al 1966 diviene “Incaricato dell'insegnamento di Tecnica Operativa presso la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale dell'Università di Padova”. Gli viene quindi riconosciuta la maturità scientifica e didattica ai concorsi per le cattedre di Clinica Chirurgica (D.M. 1968 per l'Università di Cagliari), di Patologia Speciale Chirurgica (D.M.1968 per l'Università di Siena, D.M. 1969 per la Università di Cagliari) e di Semeiotica Chirurgica (D.M. 1971 per l'Università di Bari) e dal 1967 al 1973 Aiuto presso la Clinica Chirurgica dell'Università Cattolica del S.Cuore.

Ma è solo l’inizio per lui, perché dal 1969 al 1977 (stabilizzato nel 1973) diventa Professore Incaricato della Cattedra di Urologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica di Roma, e Professore Incaricato, poi Straordinario e quindi Ordinario di Semeiotica Chirurgica presso la stessa Facoltà dal 1977.

Per Francesco Crucitti è un successo dopo l’altro, soprattutto un riconoscimento accademico dopo l’altro. Dal 1987 al 1991 è Professore Ordinario di Patologia Speciale Chirurgica presso la stessa Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica di Roma, e poi ancora dall'anno accademico 1991-92 Professore Ordinario di Clinica Chirurgica Generale e Terapia Chirurgica.

La sua classe e la sua fama viaggiavano di pari passo nel mondo e la fase forse più delicata della sua attività accademica Francesco Crucitti l’ha vissuta da Direttore degli Istituti di Semeiotica Chirurgica dell'Università Cattolica di Roma dal 1973 (incaricato fino al 1979) al 1986; di Patologia Chirurgica sempre della stessa Università Cattolica di Roma dal 1987 al 1988; e di Clinica Chirurgica dal 1989.

Non finisce qui. E’ anche Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia d'Urgenza e Pronto Soccorso dall'anno accademico 1983, Direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia dall'anno accademico 1989-90, Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dall'anno accademico 1989-90 , Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale dall'anno accademico 1991 al 1998 e tutto questo dopo aver ricoperto svariati incarichi di insegnamento presso le Scuole di Specializzazione in Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso, Urologia, Chirurgia Generale, Chirurgia Plastica, Anestesia e Rianimazione, Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, Oncologia, Malattie del fegato e del ricambio.

Come dire? Un luminare della storia della medicina italiana moderna. Francesco Crucitti ci lascia oggi in eredità oltre 500 pubblicazioni scientifiche diverse su vari argomenti di Chirurgia Generale, tra cui numerose relazioni a congressi nazionali ed esteri, ma particolare rilievo assumono gli studi su problemi di patologia toracica (in particolare sulla chirurgia del timo nella miastenia), addominale e di oncologia chirurgica (chirurgia dello stomaco, del colon-retto ed epato-bilio-pancreatica).

A suo modo ha un record di straordinaria eccellenza. Pensate, questo chirurgo di origini calabresi ha eseguito oltre 15.000 interventi operatori diversi, molti dei quali di alta chirurgia sia d'elezione che d'urgenza, e questo la dice lunga sul suo valore professionale e scientifico.

Per lunghissimi anni è stato socio attivo e membro di consigli direttivi di numerose società scientifiche italiane ed estere. Ne ricordiamo qui solo le più importanti: Membro del Consiglio di Amministrazione dell'Università di Reggio Calabria in rappresentanza del Ministro della Pubblica Istruzione dal 1983 al 1988, Membro del Consiglio Superiore di Sanità dal 1988 al 1993, Commendatore della Repubblica Italiana (decreto del Presidente della Repubblica del 13 giugno 1985), Membro dell’Accademia Lancisiana dal 1994 al 1998, Membro del Consiglio di Amministrazione degli I.F.O. (Istituti Fisioterapici Ospitalieri) dal 1993 al 1998, Medaglia d'Oro "al merito della Sanità Pubblica" (conferita con decreto del Presidente della Repubblica in data 20/2/85), Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Gregorio Magno con Placca (1981), Cavaliere dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme, Membro Onorario della Società Polacca di Chirurgia dal 1983, Membro della Commissione Oncologica Nazionale dal 1994, “Paul Harris fellow” del Rotary International.

Per lungo tempo (dal 1986 al 1988) è Membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Chirurgia Toracica, dal 1986 al 1988 della Società Italiana di Chirurgia Geriatrica, dal 1986 al 1990 della Società Italiana di Riabilitazione Medico-Chirurgica di cui sarà Vicepresidente dal 1988, mentre dal 1990 al 1992 diventa Vicepresidente della Società Italiana di Chirurgia.

Nel 1985 entra nel Consiglio Direttivo della Società Italiana di Chirurgia Oncologica e ne diventa Vicepresidente dal 1988, e Presidente per il biennio 1992-94). Ma la vita di Francesco Crucitti è in continuo movimento e dal 1987 al 1994 trova anche il tempo per occuparsi della Società Italiana di Terapia Intensiva, dal 1986 al 1992 della Società Italiana di Endocrinochirurgia.

Dal 1990 al 1998 diventa soprattutto Socio Fondatore e membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Chirurgia Endoscopica, Presidente dell'Associazione Italiana Stomizzati per il biennio 1992-94, Vicepresidente dell'International College of Surgeons per il biennio 1993-94; e membro della Società di Chirurgia del Mediterraneo Latino dal 1993 al 1998.

Poi nel 1994 viene chiamato a presiedere a Roma il 96° Congresso della Società Italiana di Chirurgia, la più prestigiosa assise scientifica del mondo medico. Oltre ai meriti accademici e didattici conquistati sul campo e alle sue spiccate doti di chirurgo e ricercatore, il professor Francesco Crucitti è stato per ben tre volte diverse in realtà il “chirurgo del Papa”.

La storia ufficiale parla infatti del suo primo intervento a Papa Wojtyla dopo l’attentato di Mehmet Ali Ağca, ma in realtà Papa Wojtyla venne operato da Francesco Crucitti altre volte dopo quella prima volta, nell’agosto del 1981 per la chiusura della ileostomia a seguito dell’intervento in urgenza del maggio 1981, e successivamente per l’asportazione di un polipo cancerizzato del sigma nel 1992, ed una appendicectomia per appendicite cronica ricorrente nel 1996.

La sua vita privata? Non c’è molto da raccontare se non del suo matrimonio, nel 1961 Francesco Crucitti sposa infatti a Reggio Calabria la donna che lui considerava il suo vero grande amore, Alessandra de Lieto, da cui ha avuto tre figli, Antonio e Pierfilippo, che poi hanno intrapreso la carriera del padre con grande impegno professionale ed umano, e la figlia Roberta che oggi fa il tecnico immunologo ad alta specializzazione presso l’Università di Tor Vergata.

Morirà ancora giovane il Grande chirurgo del Papa, all’età di 67 anni, era il 26 agosto 1998, e quel giorno – va detto e raccontato- ai suoi funerali che si tennero a Roma migliaia di persone, soprattutto gente comune, si avvicinarono alla sua bara per lasciare la propria carezza. Era tutta gente che nel tempo era stata operata e salvata dalle sue cure e dal suo intramontabile sorriso mediterraneo.

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