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Ora i rossoblù rischiano di restare coinvolti nella lotta per non retrocedere.
Ora i rossoblù rischiano di restare coinvolti nella lotta per non retrocedere.
di Maurizio Bistrusso
La Lazio vince al Sardegna Arena contro i rossoblù ormai con la testa già in vacanza. Finisce 2-1 per gli uomini di Simone Inzaghi che dominano in lungo e in largo una squadra sconclusionata, messa male in campo e priva di motivazioni.
Alle reti di Luis Alberto e Correa per i biancocelesti risponde, in pieno recupero, Pavoletti, di testa, su assist di Castro, che raggiunge quota 14 ed eguaglia il suo record. Ma si è trattato di un episodio isolato e decisamente casuale.
I rossoblù subiscono la terza sconfitta consecutiva e ora dopo la vittoria dell’Empoli contro la Sampdoria dovranno conquistare almeno due punti per ottenere la salvezza matematica. Nelle prossime gare i rossoblù dovranno affrontare Genoa in trasferta e Udinese in casa. Due compagini ancora in piena lotta per la retrocessione. Gli uomini di Maran hanno giocato sotto ritmo e hanno guadagnato il primo calcio d’angolo a favore a dieci minuti dal termine. E questo la dice tutta su come è stata affrontata la gara. Il Cagliari ha buttato al vento il vantaggio di avere raggiunto 40 punti a sei giornate dal termine del campionato. E la corsa verso la salvezza ora si complica.
A decidere la partita sono state le motivazioni e la qualità tecnica delle due squadre. Per superare il gap ci sarebbe voluta una prestazione decisamente diversa.
Oggi grinta e determinazione sono rimaste nel cassetto. Doveva essere la partita dell’orgoglio e si sperava in una reazione decisa, dopo la beffa subita al San Paolo, nel tentativo di ottenere quel decimo posto che significherebbe maggiori introiti per la società e qualche passo avanti in termini di ambizioni. Ma così non è stato.
I tifosi hanno affollato lo stadio nella prima giornata caldissima della stagione e hanno tentato di sostenere una squadra quasi spenta, priva di brillantezza e di energie fisiche e nervose. Ma la delusione è stata grande.
Non c’è stata partita così come era accaduto all’Olimpico contro la Roma. La differenza oggi si è vista in mezzo al campo.
La qualità del centrocampo della Lazio e la disposizione studiata dal tecnico Maran, contro avversari molto tecnici e in grado di mettere il confronto anche sul piano fisico, non ha funzionato.
Le distanze tra i reparti e la poca reattività nei confronti dei portatori di palla e la mancanza di aggressività nei contrasti hanno aperto vere e proprie praterie per il contropiede di Correa e compagni.
Troppi i passaggi sbagliati e decisamente fallimentare la lettura delle giocate in termini di qualità nella manovra offensiva. Sono apparsi sottotono anche Pellegrini e Cacciatore e decisamente in difficoltà fisiche Padoin e Klavan superati con facilità dagli avversari di turno. Joao Pedro è rimasto estraneo al gioco girando a vuoto con ritmi imbarazzanti.
Gli interpreti scesi in campo nel pomeriggio sono apparsi lenti e non all’altezza di competere con avversari più in condizione e sicuramente più motivati. Il solo Barella si è dannato l’anima e ha cercato di trascinare i compagni spesso in confusione. Cragno ha effettuato due interventi da campione. Pavoletti non l’ha mai vista e ha fatto gol nell’unico cross effettuato con criterio logico.
Il resto della squadra non pervenuto. Unica nota lieta il rientro di Castro dopo il grave infortunio che lo aveva tenuto lontano dai campi per quattro mesi.
I conti si faranno alla fine ma l’atteggiamento e i risultati ottenuti in queste ultime partite rischiano di rovinare una stagione tutto sommato per ora ancora positiva. Ma occorre cambiare rotta sul piano dell’atteggiamento.
Il bonus è stato esaurito e occorre ancora qualche punto per raggiungere l’obiettivo.