Strage di Viareggio, la sentenza: Moretti e Elia non colpevoli della mancata riduzione della velocità del treno
"Non è provata la valenza cautelare di una determinata misura della velocità di attraversamento di una stazione avente le caratteristiche di quella di Viareggio da parte di un convoglio con le caratteristiche di quello sviato".
(Prima Pagina News)
Mercoledì 21 Settembre 2022
Lucca - 21 set 2022 (Prima Pagina News)
"Non è provata la valenza cautelare di una determinata misura della velocità di attraversamento di una stazione avente le caratteristiche di quella di Viareggio da parte di un convoglio con le caratteristiche di quello sviato".
Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana e Ferrovie dello Stato, e Michele Mario Elia, già capo della Direzione Tecnica e poi amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, non erano colpevoli per la non avvenuta riduzione della velocità del treno merci deragliato il 29 giugno del 2009 a Viareggio (Lu), uccidendo 32 persone e provocando molti feriti e danni materiali.

E' quanto stabilito dalla Corte d'Appello bis di Firenze, emessa il 30 giugno scorso, in cui Moretti e Elia sono stati condannati, rispettivamente, a 5 anni e 4 anni, 2 mesi e 20 giorni.

Secondo la Corte, non è possibile provare la "valenza cautelare" della velocità di transito, e "va pertanto escluso per gli imputati questo profilo di colpa".

La velocità del treno era pari a 90 km/h e, stando ai processi, Rfi avrebbe dovuto ridurre la velocità in stazione, che avrebbe dovuto essere pari a 60 km/h, secondo alcuni. Per i giudici, però, "non è provato che fosse acquisita al sapere scientifico ed esperienziale la valenza cautelare di una determinata misura della velocità di attraversamento di una stazione avente le caratteristiche di quella di Viareggio da parte di un convoglio con le caratteristiche di quello sviato"."Una eventuale integrazione istruttoria" nel processo, inerente la velocità, come richiesto dalle parti civili, "si rivelerebbe superflua, non potendo pervenire a esito diverso da quello già emerso".

Per Elia, invece, la Corte esclude che ci sia la colpa per quel che riguarda i doveri "datoriali", "di valutazione dei rischi lavorativi", che è "insussistente rispetto al delitto di disastro ferroviario colposo", "verificatosi al di fuori dell'ambito dell'omessa valutazione del rischio valutativo da parte del datore di lavoro".

La sentenza è stata emessa dopo che la Cassazione ha rinviato il processo a un altro appello per la ridefinizione delle condanne in relazione alla prescrizione dall'accusa di omicidio colposo plurimo: il suo termine temporale si è ridotto dopo che l'aggravante dell'infortunio sul lavoro è stata cancellata.

Nella sentenza di giugno è stata disposta anche la condanna di manager delle società tedesche che avevano noleggiato i carri all'Italia, oltre a manager italiani come Mario Castaldo, Direttore Cargo di Trenitalia, condannato a 4 anni di reclusione, mentre ha assolto altri manager, tra cui Emilio Maestrini di Trenitalia e Francesco Favo di Rfi.

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