Ucraina, Medvedev: "Abbiamo il diritto di usare le armi nucleari". Referendum: oltre il 97% dei votanti favorevole all'annessione
I russi hanno bombardato l'aeroporto di Kryvyi Rih, nell'Ucraina meridionale. Nuovi attacchi anche a Mykolaiv. Filorussi: bombe ucraine su 9 insediamenti nella Repubblica di Donetsk. Resta alta la tensione a Zaporizhzhia.
(Prima Pagina News)
Martedì 27 Settembre 2022
Roma - 27 set 2022 (Prima Pagina News)
I russi hanno bombardato l'aeroporto di Kryvyi Rih, nell'Ucraina meridionale. Nuovi attacchi anche a Mykolaiv. Filorussi: bombe ucraine su 9 insediamenti nella Repubblica di Donetsk. Resta alta la tensione a Zaporizhzhia.
E' ancora alta la tensione sull'uso delle armi nucleari da parte della Russia, nell'ambito della guerra in Ucraina. "La Russia ha il diritto di utilizzare armi nucleari, se necessario, in base alla dottrina nucleare", ha sostenuto l'ex Presidente e vice capo del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ripreso dall'agenzia Tass. Per Medvedev, Mosca "farà tutto il possibile per impedire ai vicini ostili, come l'Ucraina, di acquistare armi nucleari".

Nel frattempo, durante le ultime 24 ore, i russi hanno continuato a bombardare il territorio: "Un attacco russo è avvenuto questa sera a Kryvyi Rih", nell'Ucraina meridionale, "i russi hanno colpito l'aeroporto con un missile Kh-59. L'infrastruttura è stata distrutta". Così, sui social, il capo dell'Oblast di Kryvyi Rih, Valentyn Reznichenko, precisando che non sono stati riscontrati feriti.

Nuovi attacchi sono avvenuti anche a Mykolaiv: secondo quanto reso noto su Telegram dal Sindaco, Oleksandr Senkevych, la città è stata bombardata "pesantemente" per due volte nel corso della notte, in diverse zone. "Sono stati danneggiati edifici civili, in particolare strutture residenziali e negozi, oltre alla rete di approvvigionamento idrico", ha aggiunto.

Anche i filorussi segnalano attacchi da parte dell'esercito di Kiev, affermando che nelle prime ore di stamani, nove insediamenti della Repubblica di Donetsk sono stati sottoposti a bombardamenti. Stando alla missione della Dpr al Centro Congiunto per il Controllo e il Coordinamento, ripresa dall'agenzia Tass, prima delle 6 sono state fatte esplodere 21 munizioni, di cui dieci da 152 mm e undici da 155 mm sulla città di Donetsk e su altri 8 villaggi.

"L'esercito ucraino sta bombardando pesantemente il territorio della DPR nel tentativo di interrompere il referendum sull'adesione alla Russia", aveva detto nella giornata di sabato il leader filorusso di Donetsk, Denis Pushilin, ai microfoni di Rossiya-24.

Oggi, inoltre, si è concluso il referendum sull'annessione alla Russia nelle Repubbliche filorusse di Donetsk e Lugansk e negli Oblast di Kherson e Zaporizhzhia, occupati dalle truppe di Mosca: secondo i dati preliminari della Commissione Elettorale, il 97% degli elettori si è detto favorevole a passare sotto il controllo russo. I primi risultati - con i voti tra il 12 e il 20% degli scrutini - lasciano intendere che in alcuni casi il sì all'annessione va oltre il 98%.

"Credo che oggi si possa dire che il referendum è effettivamente valido", ha dichiarato alla Tass il leader della Repubblica di Lugansk, Leonid Pasechnik, dopo aver espresso il suo voto.

Proprio nella regione di Lugansk, nel frattempo, è stata disposta l'evacuazione di tre seggi: "Tre seggi elettorali sono stati evacuati in un rifugio antiaereo per motivi di sicurezza. Riprenderanno le operazioni dopo che i bombardamenti saranno finiti e la situazione si sarà stabilizzata", ha dichairato alla Tass Yelena Kravchenko, capo della Commissione elettorale centrale della Lpr.

Stamani, l'agenzia Tass ha riferito che il governo russo ha ritenuto i referendum validi, "poiché l'affluenza alle urne ha superato il 50%. Nel Donetsk l'86,89% degli elettori ha votato lunedì sera. L'affluenza alle urne è attualmente dell'83,61% nel Lugansk, del 63,58% nella Regione di Kherson e del 66,43% nella Regione di Zaporizhzhia". "Subito dopo" la chiusura dei seggi, alle ore 16, "inizierà lo spoglio dei voti e saranno annunciati i risultati degli exit poll".

Per l'Occidente, il referendum, che si è svolto anche nei centri per i rifugiati dislocati in Russia, è una "farsa".

Secondo quanto sostiene il Ministero della Difesa britannico nell'ultimo bollettino dell'Intelligence, Vladimir Putin dovrebbe parlare alle due Camere russe venerdì 30 settembre, ed è possibile che annunci l'annessione formale dei territori ucraini occupati alla Russia con un discorso. "Esiste la possibilità realistica che Putin utilizzi il suo discorso per annunciare formalmente l'adesione delle regioni occupate dell'Ucraina alla Federazione Russa. I referendum attualmente in corso in questi territori dovrebbero concludersi oggi, 27 settembre", prosegue il bollettino. "I leader russi sperano quasi certamente che qualsiasi annuncio di adesione venga visto come una rivendicazione dell''operazione militare speciale' e consolidi il sostegno patriottico al conflitto".

Mosca prenderà provvedimenti "per garantire la sicurezza nei territori liberati dopo il referendum". Così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Terminato il referendum, precisa Peskov, "la situazione cambierà naturalmente in modo radicale in termini di diritto internazionale. Ciò avrà conseguenze corrispondenti sugli sforzi per proteggere questi territori e garantirne la sicurezza".

Per la Commissione Europea, imporre sanzioni singole ai cittadini europei che si trovino nei territori ucraini occupati dai russi "come osservatori" nei giorni del referendum sull'annessione, "certamente un'opzione". Lo riferisce un portavoce dell'esecutivo Ue, evidenziando come "non ci siano solo europei". "Ogni sostegno a questi referendum sarà considerato come illegale e ovviamente tutto dipenderà dal livello di partecipazione accordato. Certo, la responsabilità di capire se vanno adottate misure, caso per caso, è degli Stati membri", prosegue.

Non si ferma, nel frattempo, la tensione all'interno della centrale nucleare di Zaporizhzhia: secondo quanto scrive lo Stato Maggiore Generale delle Forze Armate di Kiev nel messaggio delle 6 del mattino, diffuso via Facebook, "i dipendenti non vogliono collaborare con i russi e cercano di lasciare i territori temporaneamente occupati dalle forze armate di Mosca. La parte occupata della regione di Kherson è completamente chiusa in ingresso e in uscita".

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