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Dopo migliaia di radiocronache sportive lascia la Rai e va in pensione.
Dopo migliaia di radiocronache sportive lascia la Rai e va in pensione.
Anche per lui la grande avventura Rai è finita, ed è finita come forse solo un grande cronista può sperare nella vita, tra la commozione e l’affetto di centinaia di amici e colleghi che per anni lo hanno seguito via radio o in televisione dai campi di calcio della domenica sportiva italiana. Parliamo del giornalista Ugo Russo storico inviato della redazione sportiva del Giornale Radio Rai, e per anni una delle voci della trasmissione radiofonica più amata e più seguita in questi ultimi 60 anni di storia Rai, Tutto il calcio minuto per minuto. Parliamo di un cronista “dal cuore grande e dalle passioni sportive più forti che mai”, che vanta di aver seguito sei Olimpiadi, Mondiali ed Europei di moltissime specialità, oltre a infiniti Giri d'Italia di ciclismo, Sei Nazionali di rugby, e ai giochi olimpici di Sydney 2000 Ugo ha seguito e raccontato per la Rai avvenimenti di 23 diverse discipline agonistiche. Come dire? Una carriera decisamente brillante, e piena di riconoscimenti ufficiali. Gli amici che lo conoscono e lo amano da lunghissimi anni usano la rete e il web per salutarlo e per augurargli oggi una “nuova vita”, ma sarà difficile per un cronista come lui dimenticare i “fasti di mamma Rai” e soprattutto le mille occasioni di incontro che solo una grande azienda come la Rai può assicurare ai propri giornalisti. Ugo Russo ha esordito scrivendo per un bisettimanale locale, Record, poi diventato il Corriere Laziale, a 17 anni, e ha poi collaborato con le prime radio private romane dal 1974. Con Roma Video Blu ha inaugurato le televisioni libere locali della capitale, passando poi a Pts, Teleregione, Canale 7, Canale 66, Teletevere e infine a Teleroma 56 con la quale ha lavorato per 16 anni come telecronista delle partite di calcio della Lazio e della Roma. Ha lavorato, inoltre, per diverse televisioni private nazionali. È entrato in Rai nel 1994 diventando, successivamente, inviato. 5000 radiotelecronache diverse, come riportato anche su articoli apparsi su “La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino, ospite di varie trasmissioni Rai (Uno Mattina estate, Scommettiamo che? Casa Rai1), sui canali Mediaset e Telemontecarlo. Ma non solo giornalismo. Nella sua vita c’è anche una parte importante dedicata alla musica. È stato infatti il cantante solista dei Papi Fruggini, degli Acquaviva, del Centro Sound. Ha lavorato anche con gli Epoca, e nei primi anni Ottanta – molti lo ricordano ancora- ha pubblicato un 45 giri, “Ricordo d'amore e rimorsi”, canzoni delle quali ha composto pure musica e parole. Il giorno peggiore della sua carriera è stato forse il 4 settembre 2011, prima di trasmettere la partita di calcio di serie B Livorno-Nocerina, è stato colpito da un ictus ischemico che lo ha tenuto in coma per 11 giorni. Dopo il risveglio per fortuna con nessuna conseguenza è ritornato alla normale attività lavorativa di tutti i giorni. Un anno dopo, a coronamento del suo lavoro e del suo impegno quotidiano, maggio 2012, la Minerva edizioni pubblica il suo libro autobiografico “Un microfono a due facce”, in cui Ugo Russo racconta una serie di aneddoti e situazioni dei suoi 45 anni di attività, tra giornalismo e spettacolo. Ma gli anni passano, e il 12 ottobre 2014 firma con tanta commozione e palese malinconia la sua ultima radiocronaca in Rai, raccontando la vittoria del Livorno sul Trapani per 6-0. La cosa che lui oggi ricorda con maggiore enfasi è invece la Stella di Bronzo del Coni, che qualche anno fa gli viene assegnata per la sua “quarantennale attività di cronista sportivo”, e per un giornalista che ha vissuto eternamente sui campi di calcio è il massimo che si possa desiderare nella vita. Il 25 gennaio 2016, a un anno esatto dalla morte del cantante Demis Roussos, pubblica “Il mio amico Demis” dedicato al cantante del quale era stato il sosia per circa 35 anni, portandolo sui palcoscenici nel travestimento e nella voce. Nel settembre dello stesso anno Ugo diventa infine presidente onorario della Vivi Altotevere Sansepolcro, società calcistica di Serie D alla quale è sempre stato particolarmente legato. Il 2016 diventa invece testimonial dal comune di Foligno per la candidatura a "Città Europea dello Sport 2018", poi concretizzatasi nell'attribuzione di tale nomina alla cittadina umbra, mentre nel settembre 2018 esce un altro suo libro, “Quanto erano belli gli anni sessanta”, in cui ripercorre fatti e personaggi di quegli anni così “felici per lui”. Che sarà ora, dopo tanta Rai per un grande radiocronista come lui? Certamente ancora tanto sport, e soprattutto ancora mille nuove emozioni, perché la vita di un cronista senza emozioni è la morte reale. In bocca al lupo UGO!