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Occorre stare attenti e continuare con i sacrifici, il contagio è sempre in agguato
Occorre stare attenti e continuare con i sacrifici, il contagio è sempre in agguato
A me il grande giornalista Ezio Mauro piace solo quando parla in tv o alla radio. Molto meno quando scrive perché, assai spesso, sembra fare gesti onanistici. Scrive cioè per soddisfare una sua esigenza personale senza pensare a chi dovrebbe o vorrebbe leggerlo. In tv è veramente comprensibile e da condividere. Diverso è stato l’ultimo editoriale di questi giorni. Sarà il cambio della proprietà e della direzione del giornale fondato da Eugenio Scalfari, certo è che, parlando di “libertà meno egoista” è stato, finalmente, assai chiaro e condivisibile. Non si può non condividere l’assunto del presidente Conte che illustrando l’ultimo d.p.c.m., quello sulla fase due, “il nostro Paese è passato “dal momento della necessità a quello delle responsabilità “. Prima di questi giorni dovevamo comportarci come, più o meno, ci siamo comportati tutti: osservando tutti i dpcm di Conte, senza sgarrare di un centimetro. Senza pensare di poter superare ogni obbligo, neanche di straforo. Adesso è diverso. Adesso non c’è un obbligo chiaro, ma dobbiamo capire che è “necessario” comportarsi come prevede il presidente Consiglio, al momento insostituibile, nonostante le diatribe in Parlamento o tra la classe politica che adesso ha per protagonisti coloro i quali un tempo erano considerati le seconde o le terze file. Ma tant’è. In sostanza, ribadisce Mauro- che speriamo sempre così e non più incomprensibile- i nostri comportamenti sono affidati alla”nostra coscienza sociale e alla consapevolezza della minaccia collettiva ancora in atto”. In sostanza siamo come le suore di clausura, che pregano, pregano e poi pregano. Non possono e non devono avere altri impegni, ed anche noi non dobbiamo pensare al caffè all’aperto, alla pizza con gli amici, o ad andare dall’estetista(poverette Lucia e Luana, le mie “curatrici” personali). Insomma dobbiamo continuare ad essere in clausura, questo il lockdown. La vita sociale, infatti è annullata, non per il gusto personale di Roberto Speranza, che sta diventando un vero leader politico di livello nazionale, battendo finalmente Salvini che scende ogni giorno di più nel gradimento degli italiani, ma perché non dobbiamo esporci al contagio, ancora possibile. E’ vero, questo scrive in sintesi Ezio Mauro, c’è una sospensione dei diritti democratici, ma lo si fa – lo dico anche a Renzi che comincia a non farsi più apprezzare- per proteggere la nostra incolumità. “Uno stato eccezionale – ed in quanto tale transitorio per definizione – che abbiamo accettato in nome della paura e della sorte”, scrive Ezio Mauro, chiaramente. Si pensa che in molti non abbiano paura,visto che escono e scorazzano in macchina, in moto o a piedi, e questo perché diminuiscono (ma non scompaiono) contagiati e deceduti. Insomma non può non esserci la capacità di ognuno di noi di sviluppare una risposta concreta alla minaccia del virus che ancora è alta. In sostanza è vero che siamo più liberi, ma siamo altrettanto responsabili? Sì e no. Sì, la gran parte di noi, no, una parte minimale che scorrazza a piacimento, dimostrandosi irresponsabile e non consapevole della potenza di quello che chiamo, dal primo momento, il virus senza corona. Ma torniamo a Mauro, uno degli editorialisti più affermati italiani. “Siamo più liberi, è vero. Ma per questo abbiamo maggiori responsabilità, diventiamo soggetto e non soltanto oggetto di una strategia di contenimento della pericolosità del Covid 19. Se, insomma, riprendiamo i nostri diritti costituzionali, al momento accantonati per esigenza di vita, siamo esposti maggiormente al pericolo del contagio. E, come insistono ad ogni ora, esperti bravi e meno bravi, simpatici o antipatici, signori “so-tutto-io”, se non ci rendiamo conto che i nostri devono essere comportamenti responsabili, sarebbero resi inutili i due mesi di sacrifici indicibili. E’ vero, ci sono problemi immensi, sul piano economico, oltre che psicologico, ma dobbiamo stringere i denti. Stringerli eccome. Anche in nome delle vittime, dei tanti morti, a causa del virus senza corona, un lutto che pesa e peserà a lungo. Ce lo ricorda ogni mattina Papa Francesco, nelle omelie da Santa Marta. Davvero, e pienamente sul serio, dobbiamo dimostrare, anche se ci costa immensi sacrifici, che il virus ci ha insegnato un nuovo modo di porci nei confronti noi stessi. Il dopo è oggi. E dobbiamo tener presente, sottolinea la grande Natalia Aspesi, che “fuori c’è un mondo che non è cambiato. Io per ora non esco, ho paura di noi”!