È morto Gianfranco Butinar, l’imitatore della voce e dell’anima di Califano

“Era un fratello minore per me, lo vidi crescere artisticamente fin dai tempi del Califfo”.

di Maurizio Pizzuto
Venerdì 06 Giugno 2025
Roma - 06 giu 2025 (Prima Pagina News)

“Era un fratello minore per me, lo vidi crescere artisticamente fin dai tempi del Califfo”.

La notizia è arrivata come un fulmine in un cielo sereno: Gianfranco Butinar, attore, comico e imitatore romano, è morto all’età di 51 anni a causa di un infarto improvviso, mentre si trovava sul divano di casa, accanto alla moglie. I funerali si svolgeranno domani alle ore 15, presso la Parrocchia Santa Maria Regina Pacis di Ostia.

Per chi lo ha conosciuto e amato, sul palco e nella vita, la sua scomparsa lascia un vuoto profondo.

 “Era un fratello minore per me – racconta commosso chi lo ha accompagnato agli esordi – L’ho visto crescere artisticamente fin da quando mi occupavo dell’ufficio stampa di Franco Califano. Gianfranco frequentava il Califfo, che gli aveva predetto una grande carriera nel mondo dello spettacolo e delle imitazioni. Aveva talento, rispetto e una sensibilità rara”.

Butinar era celebre per la sua straordinaria capacità di dar voce a personaggi amati dal pubblico italiano. Le sue imitazioni di Franco Califano erano più che imitazioni: erano ritratti affettuosi, carichi di nostalgia e rispetto. Ma nel suo repertorio trovavano spazio anche Bruno Pizzul, Francesco Totti, Fabio Capello, Luciano Spalletti, Antonio Cassano, e i mitici radiocronisti di Tutto il calcio minuto per minuto, primo fra tutti Ezio Luzzi.

Un momento importante della sua carriera fu la partecipazione al film Non escludo il ritorno, diretto da Stefano Calvagna, pellicola dedicata alla vita di Franco Califano. Un progetto coraggioso, sentito, che portò anche Butinar fino al Festival di Cannes, dove il film fu presentato con grande interesse.

“Era orgoglioso di quel lavoro – racconta chi gli era vicino – e sentiva quel film come una responsabilità morale, un tributo al maestro che tanto aveva significato per lui”.

“Gianfranco era un’anima gentile. Non solo un talento incredibile, ma una persona pulita, vera. Non cercava mai di strafare, eppure bastava un gesto, una battuta, una voce per conquistarti. Aveva quella luce negli occhi di chi ama profondamente il mestiere che fa”.

“Quando ci incontravamo era sempre una festa. Avevamo lo stesso codice affettivo, quello di chi ha respirato arte, passione e umanità accanto a Franco Califano. Il Califfo lo stimava davvero, lo chiamava ‘er pupillo’. E lo era, sotto tutti i punti di vista”.

Chi lo ha applaudito sui palchi di tutta Italia lo ricorda come un artista vero, capace di far ridere e commuovere nel giro di pochi secondi. Chi lo ha conosciuto nella vita privata lo descrive come un “bravissimo ragazzo”, sempre gentile, disponibile, con lo sguardo attento e il cuore grande.

“Lo ricorderò sempre così, con la sua voce che cambiava mille volti, ma che alla fine era sempre la sua: onesta, limpida, e piena di amore per quello che faceva”.

Il mondo dello spettacolo romano e italiano piange una voce unica, un talento puro, ma soprattutto un uomo per bene.


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