“Un anno senza Mario Trufelli”, il ricordo di Renato Cantore, storico Caporedattore della Rai Basilicata

Ad un anno esatto dalla sua morte, per ricordare la figura del poeta e giornalista lucano Mario Trufelli, scomparso il 3 agosto 2024 a Potenza, Rai Cultura ha riproposto ieri lo speciale 'Mario Trufelli, il poeta giornalista', di Caterina Intelisano.

di Pino Nano
Mercoledì 06 Agosto 2025
Potenza - 06 ago 2025 (Prima Pagina News)

Ad un anno esatto dalla sua morte, per ricordare la figura del poeta e giornalista lucano Mario Trufelli, scomparso il 3 agosto 2024 a Potenza, Rai Cultura ha riproposto ieri lo speciale 'Mario Trufelli, il poeta giornalista', di Caterina Intelisano.

Ma chi era Mario Trufelli? Cosa ha rappresentato per la storia e la cultura del Mezzogiorno italiano? E soprattutto, cosa ha rappresentato il suo modo di fare giornalismo e di promuovere la terra lucana come solo lui sapeva allora fare? 

Siamo andati a chiederlo a Renato Cantore, giornalista scrittore e autore televisivo di grande fascino, lui storico Caporedattore della RAI di Potenza e per lunghi anni anche Vice direttore della TGR. Renato Cantore di Mario Trufelli era uno dei “ragazzi di redazione” più amati e più seguiti in assoluto da lui. 

-Direttore posso chiederle quale è la prima emozione che le viene pensando a questo triste anniversario?

“Cosa posso dire? Da un anno la Basilicata si ritrova un po’ più povera e un po’ più sola. Con la scomparsa di Mario Trufelli si è spenta quella voce che tanto aveva contribuito a farla diventare qualcosa di più di un semplice puntino sulla carta geografica”. 

-In che senso Direttore? 

“Mario Trufelli era una voce che da decenni non si stancava mai di raccontare questa terra, mettendola al centro dell’interesse nazionale, e provando, spesso con successo, ad abbattere il muro del disinteresse e dell’oblio”. 

-Come lo racconterebbe lei oggi il Mario Trufelli alla guida della RAI in Basilicata?

“Mario Trufelli era arrivato, anzi era rientrato in Basilicata negli anni Sessanta, dopo il tempo della giovinezza passato tra Tricarico e Matera, e quello della prima maturità vissuto a Roma al centro di una straordinaria avventura intellettuale, fianco a fianco con poeti, artisti, letterati. Qui arrivò con la forza di un lampo, mettendo la sua spiccata, travolgente personalità al servizio di un disegno ambizioso: introdurre il giornalismo moderno dove fino a qualche anno prima le notizie le dava solo il banditore, portare la televisione in paesi grandi e piccoli, raccontare all’Italia il cuore vero di questa terra che lui tanto amava”. 

-Possiamo definire Trufelli oggi un giornalista di grande visione? 

“Per Mario Trufelli il giornalista non doveva essere mai un freddo notaio della cronaca. Era chiamato a raccontare la vita che vedeva intorno senza paura di farsi coinvolgere anche emotivamente. E dunque, sono stati anni di racconti, scoperte, visioni, immagini, sguardi, emozioni, parole, poesia”. 

-Se le chiedessi un ricordo più personale del grande cronista cosa mi risponderebbe? 

“Mario Trufelli aveva questa grande capacità di continuare a stupirsi come un ragazzino anche dopo decenni di professione e tanti prestigiosi riconoscimenti ricevuti in tutta Italia. Le grandi inchieste sulla Basilicata e il mezzogiorno, i reportage sui nostri paesi, e poi la nascita del Tg regionale, di cui è stato il primo caporedattore: il racconto quotidiano della comunità, le grandi emergenze come il terremoto dell’80, le centinaia di servizi sulle testate nazionali della Rai per raccontare al Paese questa terra per molti versi sconosciuta”. 

-Un grande cronista, insomma. 

“Non solo un grande cronista. Mario per la storia della RAI è stato anche uno dei primi riusciti esempi di divulgazione scientifica con la sua partecipazione, per molti anni, su Rai Uno, a “Check Up”, la più importante rubrica di medicina della televisione italiana ideata e curata dal suo grande amico Biagio Agnes.  Giornalista di razza, si direbbe in questi casi. Ma è una definizione che a Mario starebbe stretta, perché accanto al fiuto del cronista erano sempre pronti a venirgli in soccorso la raffinatezza dell’intellettuale, le visioni del poeta, il rigore dell’amante del bello e del critico d’arte, lo stupore dell’eterno ragazzo sempre pronto a lasciarsi coinvolgere dalla vita”. 

-Direttore cosa è stato invece per lei, per la sua vita di cronista di successo, e per la sua vita professionale Mario Trufelli? 

“Semplicemente un maestro. Un maestro che sa esserti vicino senza prevaricare mai, che sa godere sinceramente dei tuoi successi, che quando hai bisogno c’è sempre, che sa accompagnarti come farebbe solo un padre o un fratello.Questo è stato per tanti di noi Mario Trufelli”. 

-Grazie Direttore.


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