Calabria, ponti a rischio? Franco Corbelli e Diritti Civili puntano l’indice sul Viadotto di San Fili

Una denuncia forte, dai toni coraggiosi.

(Prima Pagina News)
Venerdì 17 Agosto 2018
Reggio Calabria - 17 ago 2018 (Prima Pagina News)

Una denuncia forte, dai toni coraggiosi.

Dopo il crollo di Genova la psicosi della paura per via di ponti ormai “vecchi” e forse anche in parte “usurati” coinvolge direttamente anche la Calabria e i calabresi.

In una lettera dai toni forti, come solo lui sa fare, proprio alla vigilia dei funerali di Stato che si terranno sabato a Genova per i morti del Ponte Morandi, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, chiede all’Anas se “ritiene, ancora oggi, il ponte di San Fili, il viadotto Emoli 1, sulla statale 107, lungo 356 metri, alto un centinaio di metri, in condizioni di sicurezza e non invece, come ritengono, a giusta ragione, tutti gli automobilisti che vi transitano, fortemente a rischio, un vero e proprio incubo, come e forse più del ponte Cannavino di Celico! Ancora: è vero che da oltre dieci anni non viene fatta alcuna manutenzione su questo importante viadotto situato tra i comuni di San Fili e Rende, sulla strada statale Silana Crotonese percorsa ogni giorno da un numero impressionante di macchine, camion e pullman?” E’ questa, ricorda ancora il Leader del Movimento Diritti Civili-,” l’arteria più trafficata, in particolare d’estate, per raggiungere da Cosenza e da tutto l’hinterland i luoghi di mare della costa tirrenica, afferma Corbelli. San Fili come il ponte di Celico, come altri casi di viadotti critici (autostradali e non solo) sono situazioni che giustamente preoccupano molto, da sempre, a maggior ragione adesso, dopo la immane tragedia di Genova.

Premesso che non si vuole assolutamente creare alcun ingiustificato allarmismo, ma solo fare un’opera di prevenzione, per scongiurare qualche dramma, personalmente ritengo il ponte di San Fili particolarmente pericoloso, forse, in assoluto, uno dei più a rischio d’Italia per evidenti ragioni.

Per palesi, gravissime criticità, come la spaccatura centrale, lo spaventoso avvallamento, la chiara, notevole, impressionante flessione del piano stradale in corrispondenza di un giunto di dilatazione tampone che dà l’impressione che stia per sprofondare, le buche (che con la pioggia diventano un altro fattore di forte rischio!) e, addirittura, la mancanza di guardrail adeguati, di fatto quelli che vi sono non solo sono fuori norma e vecchissimi (di oltre 40 anni fa!) ma anche bassissimi, è che come se non esistessero!

E’, per chiarire, come percorrere un ponte scoperto, senza guardrail, sprovvisto di barriere protettive adeguate! Basta un leggero sbandamento, un urto e, senza protezione sufficiente, la macchina precipita nel vuoto! Considero questo dei guardrail un altro aspetto assai rischioso, prosegue Corbelli.

Non bastano comunque le descrizioni e neppure le eloquenti e inquietanti foto (che ho pubblicato sul mio profilo Fb) per evidenziare tutta la sua pericolosità! Solo chi lo conosce e vi transita ha idea della sua estrema pericolosità. Ricordo che ogni giorno questo viadotto deve sopportare un peso enorme di molte tonnellate per il passaggio di auto, camion e pullman. Per l’abbassamento del manto stradale all’altezza del giunto centrale, che balza subito agli occhi, dagli automobilisti, ogni volta che vi transitano, viene avvertito un vero e proprio sobbalzo, un vero e proprio momento di terrore! Di questo ponte di cui purtroppo, tranne qualche intervento, in passato, non si parla abbastanza, ho discusso, poco più di un anno fa, con il sindaco di San Fili, Antonio Argentino, che avevo casualmente incontrato un giorno alla Cittadella Regionale, dove mi trovavo per il mio incarico di Delegato ai Diritti Umani.

Non ho aspettato, in quella occasione, un anno fa, che cadesse qualche ponte in Italia, per parlare con il sindaco di San Fili proprio di quel preoccupante viadotto. Gli avevo manifestato le mie forti preoccupazioni, chiedendogli di fare insieme subito qualcosa, anche, se necessario, una protesta eclatante, che ero pronto ad organizzare per richiamare l’attenzione. Purtroppo (ma non gliene faccio una colpa, avrà avuto le sue ragioni) non mi ha poi richiamato.

Spero e gli chiedo oggi di nuovo, pubblicamente questa volta, di intervenire per chiedere all’Anas delle garanzie precise, degli interventi di manutenzione immediati e, nel caso non fossero sufficienti, come io credo, ad assicurare l’assoluta sicurezza del ponte, la chiusura e demolizione dello stesso e la costruzione di un nuovo, moderno e sicuro viadotto”.

Una denuncia forte, dai toni coraggiosi, e che merita le risposte legittime da parte di chi oggi si occupa della sicurezza dei nostri ponti e delle nostre infrastrutture pubbliche. B.N.


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