Camera dei Deputati. L’Intelligenza artificiale applicata al diritto
La settimana scorsa in Commissione Attività produttive della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’intelligenza artificiale le audizioni dei massimi esperti del settore per spiegare un tema che rimane di grande attualità e di grande impatto mediatico, “Le opportunità e i rischi per il sistema produttivo italiano”.
di Pino Nano
Lunedì 19 Febbraio 2024
Roma - 19 feb 2024 (Prima Pagina News)
La settimana scorsa in Commissione Attività produttive della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’intelligenza artificiale le audizioni dei massimi esperti del settore per spiegare un tema che rimane di grande attualità e di grande impatto mediatico, “Le opportunità e i rischi per il sistema produttivo italiano”.

Le audizioni programmate nelle settimane scorse dalla Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati sono state diverse e di altissimo profilo professionale e accademico. A portare il proprio contributo di conoscenze e il loro know-how sono stati: l’Istituto italiano per la privacyDELL Technologies4eCom; la prof. Maria Savona, ordinaria di economia dell’innovazione presso l’Università del Sussex e l’Università LUISS “Guido Carli” di Roma; il prof. Gianluigi Greco, presidente dell’Associazione italiana per l’intelligenza artificiale e Direttore del Dipartimento di Matematica all’Università della Calabria; l’ Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano; il prof. avv. Michele Filippelli ideatore e fondatore di GiurimatrixConfimi; e, infine, Confindustria.

La cosa che più colpisce, riguardando l’agenda della Commissione, è l’audizione del prof. Michele Filippelli, se non altro per via del titolo dato alla sua audizione in Commissione, che è appunto GiuriMatrix. Se lo sono chiesto in molti in Sala Stampa, ma di cosa si tratta esattamente?

“GiuriMatrix - spiega lo studioso alla Commissione - è una intelligenza artificiale generativa, addestrata per il diritto, le cui risposte sono individuate nella legge con citazione della fonte. Più esattamente, la dottrina e la giurisprudenza vengono utilizzate, eccezionalmente, come mezzi per trovare la risposta”.

In un’aula della Camera del Deputati, dunque, dove si parla oggi di Intelligenza Artificiale, e dove ci sono i massimi esperti italiani della materia, fa il suo ingresso trionfale anche GiuriMatrix, che non è altro che “un sistema intelligente che può fregiarsi della qualifica di Intelligenza Artificiale - sottolinea il prof. Michele Filippelli - perché simula e riproduce il comportamento umano nel rispondere a un quesito. Non solo questo, ma anche perché simula e riproduce il pensiero umano nel processo cognitivo di ricerca per formulare la soluzione a un dato problema e agisce razionalmente con efficacia e criterio nella selezione delle norme”.

Praticamente, il sistema elabora un ragionamento basato sulla logica del principio di interpretazione della legge, “ex art. 12 preleggi”, e che dice come “nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore”.

Il prof. Michele Filippelli va oltre e spiega alla Commissione che “in osservanza alle linee e agli obiettivi della indagine in corso, si evidenzia la necessità di pervenire tempestivamente alla formazione e all’approvazione di una legge che disciplini l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, nonché i diritti, i doveri e le responsabilità, anche degli utenti”.

A domanda della Commissione, lo studioso non ha peli sulla lingua e quando c’è da spigare quali potrebbero essere le negatività dell’Intelligenza Artificiale il prof. Filippelli risponde con fermezza: “le criticità altro non sono che l’effetto dell’uso inappropriato del sistema, dovuto spesso alla carente preparazione del fruitore”.

E i rischi, invece?

“I rischi consistono nel disordine creato dalla continua e improvvisa comparsa di prodotti professionali e commerciali che, in assenza di precise indicazioni e specificazioni tecniche obbligatorie, confondono l’utente”.

Non sono tutte rose e fiori insomma pare di capire.

“Una diversa criticità rilevata - sottolinea il professore - è l’assenza di un auspicabile sostegno infrastrutturale di rete da parte del Governo alle start-up finalizzato a sgravare e incentivare le piccole e medie imprese del nuovo settore. Si è pensato di proporre in questa sede - aggiunge quindi - l’ipotesi di realizzare una infrastruttura di rete, di proprietà dello Stato, dedicata esclusivamente alle imprese emergenti, prevedendone la fruizione gratuita”.

Michele Filippelli non ha nessuna sorta di dubbio.

“Le opportunità strettamente connesse all’implementazione dell’AI che sono state riscontrate, almeno nel caso di specie – dice -, presentano un duplice aspetto. Quello lavorativo/occupazionale, attraverso la creazione della figura, inedita sino ad oggi, del lawyer trainer, che è il nuovo operatore del diritto deputato all’addestramento del software. E poi quello professionale/organizzativo, ad esempio, nella ricerca di una o più norme specifiche, nella spiegazione di un istituto giuridico, nella strategia da intraprendere, nella redazione di un atto o, finanche, nella predizione dell’esito di un caso processuale”.

La riflessione in Commissione a questo punto è la presente: l’AI deve essere al servizio dell’interpretazione della legge, la giurisprudenza è marginale.

Il professor Michele Filippelli lo spiega in maniera assolutamente lineare.

“L’intelligenza artificiale, nel settore legale, come in ogni altro settore, è già presente e progredisce più velocemente rispetto alla legislazione. Mentre, oggi, le più alte istituzioni politiche, accademiche e professionali del Paese studiano, giustamente e doverosamente, quale approccio all’intelligenza artificiale sia più corretto adottare, quest’ultima si è evoluta, iniziando a processare una nuova fase di sviluppo avanzato che da AI, ormai definizione paradossalmente obsoleta, l’ha trasformata in RAG (retrieval augmented generation), cioè da intelligenza artificiale confinata a intelligenza artificiale di recupero dei dati con generazione aumentata”.

Secondo l’analisi dello studioso “nel diritto non si è assolutamente in presenza di una prospettiva preoccupante - come da più parti immaginato e anche teorizzato - con ipotesi dunque irrituali quale il giudice-robot, ma, al contrario - spiega lo studioso -, di un’occasione, in piena armonia con le politiche di Governo e comunitarie”.

Ma chi ne potrà trarre utilità?

Anche su questo il professore non concede sconti a nessuno: “sarà utile e fondamentale per i professionisti del settore, per gli studenti universitari e per i cittadini che potranno così migliorare la modalità di soluzione del contenzioso, di agevolare l’apprendimento delle norme, di superare il rischio della discriminazione algoritmica e soprattutto di ridurre il contenzioso giudiziale”.

Detto così sembra l’uomo di Colombo, ma per gli esperti di GiuriMatrix, Michele FilippelliLuigi ViolaPierluigi Casale e Francesco Cozza, è invece la chiave di volta per l’intero settore giudiziario.

Solo nei prossimi mesi capiremo fino in fondo quanto le “ragioni” di Michele Filippelli saranno poi recepite e fatte proprie dal Parlamento. 


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