“Pregiudizi, maligna narrazione e “massa imbecille” razzista”.
Tra guerra e Covid sconvolti ascoltiamo chi dai vari fronti ormai continua a fare il mestiere più difficile ma più affascinante del mondo, quello del cronista.
Ora che Papa Francesco ha scompaginato le carte a modo suo ed è quasi assurto alla categoria dei filoputiniani per aver fatto notare che “l’abbaiare della Nato alle porte della Russia” non poteva restare senza conseguenze, bisognerebbe fare tutti una riflessione sulla prevalenza dell’inutile, “il Banal Grande” che è segno distintivo di questi tempi travagliati.
Sta tramontando quell’epoca “fortunata” cominciata in Europa dopo la Seconda guerra mondiale? Sta finendo il tempo storico della generazione che ha goduto - in condizioni straordinariamente favorevoli - della possibilità di progredire senza sosta? Cosa succederà dopo la fiducia illimitata riposta essenzialmente nel progresso e nel dominio della tecnica sulla natura? Qui di seguito l’analisi dello scrittore Mimmo Nunnari.
Non sei allineato sul fronte del “pensiero unico”? Diventi “pifferaio di Putin”. Colpito e affondato. Non importa se l‘analisi geopolitica è il tuo mestiere.
Fa più paura la guerra o il Covid, e perché del Covid ormai non si parla più? Tutto risolto davvero?
“In questi anni di infodemia abbiamo assistito a professori allontanati, medici radiati, le cui colpe sono state quella di aver agito in scienza e coscienza; in una società malata atti ordinari sono divenuti azioni eroiche”. In esclusiva per PPN l’analisi dai toni anche accesi del grande fisiologo romano prof. Massimo Fioranelli.
L’analisi della guerra in Ucraina fatta da uno storico inviato speciale della Rai, il giornalista Gregorio Corigliano.
Le parole della guerra come glossario buono per tutte le stagioni dell’emergenza. Un tempo sospeso sine die in Italia.
“La lezione di Sarajevo- scrive in questa sua analisi lo scrittore Mimmo Nunnari- dove appena mezzo secolo dopo la Shoah, come scrivono nel loro libro Battistin e Mian, è ritornato lo sterminio di massa contro civili inermi, dovrebbe far aprire gli occhi all’Occidente”.
Nell’analisi del giornalista Gregorio Corigliano, volto storico della Rai, l’appello a non dimenticare il popolo ucraino e le sue attese di pace. Che sono, poi, le attese di tutto il mondo civile.
Nel mondo occidentale si è preparata la popolazione alla “guerra con la Russia”, che non ci coinvolge ma fa gioco per polarizzare il giudizio ed indurre le persone ad accettare le conseguenze delle sanzioni.
“Storicamente il mare dei Greci, il mare nostrum, da sempre è il teatro di tutte le “prove di forza” delle grandi potenze mondiali: Stati Uniti e Russia primi di tutti”. Un’analisi di quello che sta accadendo in queste ore nel mondo, con l’occhio rivolto al summit dei Vescovi del Mediterraneo a Firenze.
Meloni e Salvini, nonostante condannino l'attacco di Putin all'Ucraina, in Italia sono espressione di quel sovranismo che odia la pace.