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L’Unione Europea è una istituzione debole, che a sua volta rende deboli i singoli Paesi europei. Per questo è sbagliata la decisione dell’armamento dei Paesi europei, perché non costituisce alcun cambiamento alla sostanziale impotenza dell’Europa.
L’Unione Europea è una istituzione debole, che a sua volta rende deboli i singoli Paesi europei. Per questo è sbagliata la decisione dell’armamento dei Paesi europei, perché non costituisce alcun cambiamento alla sostanziale impotenza dell’Europa.
Tutti contenti che Trump ha ascoltato per 15 minuti Zelensky, e soprattutto ha mantenuto una postura serena, senza insulti e minacce. Ma cosa ha promesso a Zelensky in termini di modifica sostanziale della sua linea di pace chiaramente pro Putin? Fino ad ora nulla.
Lo stesso Trump ha promesso a Meloni il 17 aprile, solo una disponibilità teorica e senza data, per un incontro con l’Unione Europea per un accordo sui dazi.
Ma prima di questa disponibilità, Meloni non aveva forse offerto un fitto elenco di disponibilità richieste da Trump, anche oltre quelle ipotizzate dall’Unione Europea?
Il punto è che Trump non sembra affatto disponibile a cambiare le sue linee di indirizzo, ed ha interesse a non perdere la faccia e a continuare la sua battaglia per impoverire il mondo con i dazi e pretendendo il trasferimento di imprese negli USA, e continuerà a emettere ordini esecutivi in violazione della Costituzione americana, delle prerogative del Parlamento USA e delle leggi vigenti, e anche se rischia di trovarsi in gravissime difficoltà economiche, giuridiche e politiche, tali da rischiare, prima ancora di un suo possibile impeachment, il crollo del dollaro e la fine della fiducia degli investitori a sostenere il debito pubblico Americano, non tornerà indietro anche a costo di fare un danno irreparabile al suo Paese.
Non solo ma il piano globale di Trump riguarda il contenimento della Cina da un lato, ed una inaspettata ipotesi di alleanza con Putin, dall’altro, con l’esigenza di siglare una pace comunque sia con l’Ucraina, in funzione di avviare prima possibile gli accordi di affari, e gli ambiziosi piani comuni per ridefinire l’ordine geopolitico mondiale, nel quale l’Europa rischia di essere l’agnello sacrificale.
Insomma, Trump le sue scelte le ha già fatte, le ha annunciate in campagna elettorale, e le mette in atto ormai da 100 giorni, ed è patetico pensare ad una Europa che continua a inseguire speranze di alleanze evaporate che, non solo oggi non esistono più ma che, ammesso che Trump cambiasse idea, non potrebbe mai più garantire la necessaria affidabilità.
Non solo, ma neanche se cambiasse il Presidente USA, con un’altra amministrazione decisa a ripristinare le alleanze del passato nelle due sponde dell’atlantico, l’Europa potrebbe avere la certezza di una serena ricomposizione della sicurezza dei propri confini, come negli ultimi ottanta anni.
E questo perché non solo gli USA hanno una storia di abbandoni dei loro alleati, come dimostrato nel Vietnam, in Afghanistan e vari, ma soprattutto perché l’Unione Europea non è una entità federale, e quindi è l’emblema di una oggettiva impotenza del Vecchio Continente.
Alla luce di tali condizioni forse sarebbe il caso che Meloni e i vertici degli Stati europei facessero una riflessione non più parametrata sull’inseguimento di Trump per convincerlo a ridurre le pretese avanzate ed a ripristinare le alleanze, che chiaramente non lo interessano per niente, bensì a mettere mano da subito ad una linea composta da due decisioni urgentissime, e cioè la prima quella di definire un limite invalicabile di accordo da offrire agli USA, per risolvere il tema dei dazi, e nel frattempo la ricerca di sfogo dei prodotti europei su altri Paesi, e la seconda di procedere all’immediata decisione di costituire la Federazione degli Stati d’Europa, con chi ci sta.
L’Unione Europea è una istituzione debole, che a sua volta rende deboli i singoli Paesi europei. Per questo è sbagliata la decisione dell’armamento dei Paesi europei, perché non costituisce alcun cambiamento alla sostanziale impotenza dell’Europa. E una Europa impotente non può che cercare protettori, ma la protezione rende sudditi, non alleati, come di fatto il governo americano sta agendo nei nostri confronti.
Le vere alleanze sono quelle stipulate tra entità di pari forza, altrimenti sono protettorati o colonie. Ed è per questo che appare del tutto inutile e sbagliata la decisione di un riarmo dei singoli Paesi, senza alcuna strategia, e senza coordinamento e unificazione dei 27 eserciti.
Vedere Capi di Stato che accettano il riarmo, ben sapendo che non serve a niente, piuttosto che mettere all’ordine del giorno la discussione sulla costituzione della Federazione, che darebbe al gigante economico dell’Europa, anche la postura di quarta superpotenza mondiale, e quindi di garantire con certezza l’indipendenza e lo stile di vita europeo, appare incomprensibile e autolesionistico.
La difesa ad oltranza del sovranismo è sbagliata e mette a rischio l’indipendenza dei popoli europei, attesa la impossibilità di difesa da parte dei singoli governi, che non a caso si riducono poi a inseguire Trump, e qualcuno Putin, e quindi a rinnegare nei fatti l’amata sovranità.
Un paradosso incredibile, quello che vede i sovranisti rifiutare anche il dibattito sulla Federazione, e cioè il principio della vera unità dell’Europa, e poi andare a pietire protezione, “perché senza USA l’Europa non può stare”.
L’essere al servizio degli USA è compatibile con il sovranismo? Specialmente adesso che non c’è più neanche la comune condivisione dei valori della democrazia liberale?
È su questo che gli europei, e certamente gli italiani, devono riflettere, perché non si può continuare a insultare l’UE, che certamente errori ne ha fatti, ma in compenso ha anche realizzato negli ultimi anni buone e giuste cose, e confonderla capziosamente con la Federazione.
Sono due entità ben diverse, perché l’UE ha organi concordati tra gli Stati e lontani dal voto popolare, mentre la Federazione garantisce il diritto di voto e quindi di cittadinanza, con pochi poteri strategici come un governo eletto dagli Europei, con una unica politica estera e soprattutto un unico esercito e poco altro.
Il resto del potere resterebbe ai singoli Stati, e tutti insieme con la medesima cittadinanza, saremmo felici di essere sovranisti, ma Europei.