“È fondamentale rilanciare l’attività propositiva del CNEL, e l’organo deve assumere un ruolo indipendente rispetto alla politica”.
Lo ha detto Domenico Marrella, segretario generale della Confael, nel corso del convegno Attualità della Costituzione 75 anni dopo: Lavoro, Economia e ruolo del CNEL che si è tenuto presso la sede del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro a Roma. L’evento - organizzato dal Centro Studi Tina Anselmi promosso dalla Confael, dalla fondazione Bruno Buozzi, e dalla Fondazione Dioguardi – ha visto la partecipazione, tra gli altri, del presidente del CNEL, Renato Brunetta; di Giulio Prosperetti, giudice costituzionale; del professor Stefano Zamagni, già presidente dell’Accademia delle Scienze Sociali; e del professor Giampiero Proia, ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università Roma 3.
“Il CNEL – ha spiegato ancora Marrella - deve fornire degli indirizzi concreti per orientare l’azione di governo”. Analizzando, gli aspetti su cui è necessario intervenire nell’immediato, il segretario generale della Confael ha ricordato il punto di partenza sono i salari.
“Nel Paese abbiamo la necessità di uniformare le retribuzioni. La nostra Confederazione da tempo auspica l’adozione di un salario unico europeo e di un welfare aziendale diverso” ha detto Marrella.
“L’individualismo ha creato delle enormi diseguaglianze” ha sottolineato Giorgio Benvenuto, presidente della fondazione Bruno Buozzi. “E oggi sono nate nuove disparità, a causa delle nuove forze politiche che non discutono. Ma il monologo non porta da nessuna parte, non si può prescindere dal dialogo. Si deve passare da una fase di contrapposizione a una fase in cui si dialoga e ci si confronta sui problemi, solo in questo modo è possibile dare vita a un processo che valorizzi il lavoro”.
Michele Marino, presidente del Centro Studi Tina Anselmi, ha invece chiesto “Una riforma coraggiosa, in chiave moderna e esaustiva del CNEL”. Secondo Marino, la riforma deve riguardare diversi aspetti: “Disciplinare i criteri di rappresentanza dei sindacati e delle maggiori associazioni di categoria; stabilire le responsabilità, gli obblighi e le incompatibilità dei componenti; determinare i requisiti formali che devono possedere Presidente, Vicepresidente e Consiglieri; e sancire lo status istituzionale, giuridico e economico del Presidente – ha concluso Marino – in modo da assimilarlo alle figure di Presidente degli altri organi di rilievo costituzionale”.
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