Coronavirus, Cangemi: ascoltare grido allarme medici lazio

No uomini soli al comando ma responsabilità condivise.

(Prima Pagina News)
Martedì 24 Marzo 2020
Roma - 24 mar 2020 (Prima Pagina News)

No uomini soli al comando ma responsabilità condivise.

Coronavirus, Cangemi: ascoltare grido allarme medici lazio
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di Giuseppe Cangemi Vice Presidente Consiglio regionale del Lazio

Medici contagiati, medici ad altro rischio infezione. Il coronavirus sta mettendo a dura prova il servizio sanitario regionale del Lazio. Sono tanti gli operatori sanitari che ci hanno contattato per denunciare le condizioni di scarsa sicurezza in cui sono costretti a lavorare e che ci chiedono aiuto.

Gli ultimi dati, diffusi dall’Ordine dei Medici di Roma, parlano di 94 medici contagiati nel Lazio e, come sottolineato dal presidente dell’Ordine, si tratta di dati sottostimati: non tutti i casi sono denunciati e senza tamponi molti sfuggono al controllo. E’ una denuncia forte che rende l’idea della gravità della situazione.

La Regione Lazio ha affiancato altre quattro strutture Covid Hospital a quella di riferimento presso lo Spallanzani e l’esordio non è stato dei migliori: il presidio al padiglione Eastman del Policlinico Umberto I è stato chiuso dopo due giorni perché le fognature erano ostruite e, pare, debba riaprire a breve. Ammesso che abbia effettivamente tutti i requisiti necessari a giudicare dal parere negativo dei medici cinesi che hanno fatto un sopralluogo di verifica.

In molte strutture sanitarie troppi medici e infermieri sono costretti ad operare privi dei dispositivi di sicurezza, come mascherine e guanti.

Dopo settimane di appelli, solo ora l’assessorato alla Sanità annuncia l’arrivo di 300mila mascherine chirurgiche, 31mila di tipo FPP2, guanti e tute idrorepellenti: l’auspicio è che siano sufficienti a coprire la domanda perché oltre agli ospedali, ci sono i medici di medicina generale, le strutture sanitarie territoriali, le Rsa dove sono assistiti anziani, molti dei quali contagiati come riportano le cronache giorni.

Tutti chiedono di non essere tagliati fuori dalla distribuzione. E poi c’è la richiesta pressante di fare tamponi a tutti i sanitari, altra questione di non poco conto su cui si tergiversa. Una istituzione seria deve farsi carico di queste problematiche perché se si ammalano i nostri medici ne va della salute delle persone che essi curano.

Soffriamo una mancanza di condivisione dei processi decisionali.

L’aula del Consiglio regionale non apre dai primi di marzo, quando si è svolta l’ultima seduta. Le commissioni non si riuniscono Abbiamo notizie solo attraverso la stampa e i bollettini divulgati attraverso i canali social o le agenzie di stampa. Occorre un processo partecipato.

Il personale sanitario ogni giorno lancia un grido d’allarme che non può e non deve restare inascoltato. Non possiamo stare a guardare; nonostante le rassicurazioni sulla tenuta del sistema, è essenziale riprendere la normale dialettica politica e istituzionale.

Il Covid19 è un nemico comune, non servono uomini soli al comando ma responsabilità condivise.


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