Dal Giornalismo al Jazz fino a Miles Davis, l’esperienza di Francesco Tortora

Incontriamo quest’oggi Francesco Tortora, giornalista di professione ma appassionato di Musica, specialmente di Jazz che frequenta da lungo tempo.

(Prima Pagina News)
Sabato 30 Marzo 2019
Foggia - 30 mar 2019 (Prima Pagina News)

Incontriamo quest’oggi Francesco Tortora, giornalista di professione ma appassionato di Musica, specialmente di Jazz che frequenta da lungo tempo.

Nel suo cursus professionale lungo 32 anni vi sono da annoverare anche la direzione di un quotidiano regionale diffuso nel Lazio ed un quotidiano nazionale organo di partito. Autore di varia saggistica in Geopolitica ed Affari Esteri, si è via via concentrato sull’area del Sud Est Asia. Oggi è corrispondente per www.lindro.it, sito del quale è co-fondatore e Redattore Senior, cura gli aggiornamenti di Borsa per www.mondidicanapa.it e nella sua produzione possiamo annotare anche un portfolio fotografico dedicato alla vita quotidiana a Bangkok, un e-book sulla scena politica thailandese, in arrivo un romanzo di prossima pubblicazione. In questo caso, però, gli chiediamo di un suo progetto musicale che prende avvio nel 2019. Si tratta di un concerto-pilota che apre un format multimediale e multisensoriale che si tiene il 31 Marzo 2019 presso l’Hotel Grieco a Cerignola (FG) ma che intende essere esportato poi al resto della Nazione ed anche in un contesto internazionale.

Come nasce WE WANT MILES - Miles Davis Jazz Tribute Band?

L’idea di mettere su una band nel nome di Miles Davis è di vecchia data ma ci sono state delle obbiettive difficoltà nel realizzarla. Innanzitutto mi son reso conto che il nome di Miles Davis incute una certa soggezione, la sua grandezza e la vastità della sua esperienza musicale incutono rispetto ma anche un relativo timore nell’affrontare le sue partiture, le sue composizioni, la sua Musica. A tutto questo bisogna anche aggiungere la complessità della sua progressione in termini di sviluppo, passando dal Miles Davis tutto incluso nella tradizione per poi passare alla fase “tonale”, alle sperimentazioni successive, basate in prevalenza nella commistione di stili che erano il terreno di caccia per la creatività di Miles Davis. Si tenga conto del fatto che -ad esempio- l’Artista americano coglieva i suggerimenti che gli giungevano un po’ per caso, come quando ha suonato “Time After Time” di Cindy Lauper oppure “Human Nature” di Michael Jackson, quindi brani presi dal Pop Internazionale e fusi dentro il Jazz elettrificato e trasformato in strutture circolari, facendo esplodere la serialità insita nelle strutture dei brani originariamente più votati all’easy listening.

Da chi è composta la band?

Giuseppe Todisco Tromba; Marco Galeandro Piano/Tastiere; Enrico Palmieri Contrabbasso: Francesco Tortora Batteria. Proveniamo tutti da esperienze diverse, nel mio caso ho suonato e suono in prevalenza Jazz ma, partecipando a differenti band per altrettanto diversi live, mi è capitato di suonare Soul, R&B, Blues, Vintage Rock, Black Music, International Pop Music e persino Pop italiano. Il Jazz permane comunque la mia “casa” più frequentata e nella quale mi sento più a mio agio. Nel caso degli altri componenti del gruppo, la parte dello studio conservatoristico ha la sua rilevanza maggiore non solo in termini di formazione accademica ma anche nella strutturazione stessa dell’approccio alla Musica. Una parte essenziale e molto importante, quindi.

Quali sono le prospettive della vostra band?

La nostra band ha cominciato a muoversi dal periodo innovativo di Miles Davis appena dopo aver frequentato la tradizione jazzistica di tutti i tempi, gli standard, diciamo. Abbiamo quindi scelto di cominciare a muovere i primi passi con brani dal successo acclarato e di grande riconoscibilità come “Round Midnight”, “Autumn Leaves”, per poi passare a “All Blues”, “So What”, “Blue In Green”, “Milestones”, “Footprints”, prima di arrivare appunto a “Time After Time”, “Human Nature”, “Tutu”, Portia”, ovvero parte dell’ultima produzione di Miles realizzata quando amava frequentare generi musicali differenti per rivisitarli profondamente e imprimervi il suo specifico modo di esprimersi.

Qual è l’intento propositivo del vostro gruppo, se mai ci si è posti questo scopo?

La volontà più rilevante è quella di mostrare una realtà bella, pugliese, ricca di Musica e di energia creativa. Come se la Puglia, regione poco “raccontata” nel mainstream che vuol vedere un Sud “seduto”, triste e pessimista, sia relegata in vetuste “cartoline” oleografiche. Tutto questo si fonde con la progettualità di veicolare il Made in Italy anche in ambito musicale proiettandosi sia in sede nazionale sia all’estero. Desideriamo, infatti, pensare anche di suonare in Nazioni diverse dall’Italia, superando vecchi steccati che delimitano il Jazz in una piccola cittadella frequentata da pochi intimi, un po’ arroccati e chiusi al mondo esterno. L’esempio di Miles Davis va proprio in direzione contraria rispetto a tutto questo. Uno dei suoi motti era appunto “Non farmi sentire quel che è stato già suonato, suonami piuttosto qualcosa che non ho ancora ascoltato”. In secondo luogo, abbiamo immaginato fin dall’inizio le nostre esibizioni “multimediali” chiedendo ad altre Arti di unirsi a noi, colorando ed aggiungendo significati e tratti grafici, pittorici o cromatici che costituiscono il valore aggiunto dei nostri concerti. Sempre sulla linea di mostrare un Made in Italy non replicabile perché figlio della nostra genìa, della nostra cultura, del nostro popolo e della nostra sensibilità e Storia.

WE WANT MILES Miles Davis Jazz Tribute Band

Giuseppe Todisco Classe 1992, inizia gli studi di tromba all’età di 11 anni, diplomato in tromba classica nel 2014, intraprende lo studio del Jazz con diversi artisti del panorama nazionale jazzistico. Ad oggi ha collaborato con diversi nomi del Jazz pugliese accrescendo la propria conoscenza musicale ed improvvisativa. Marco Galeandro nasce a Trani nel 1998, inizia i suoi studi nel 2003 in pianoforte classico presso l’associazione musicale culturale “Domenico Sarro” nella città natale. Proseguirà poi all’accademia di alta formazione “Aldo Ciccolini” nel 2013 con il maestro Alfonso Sodano. Nel 2012 intraprende lo studio del pianoforte jazz con il maestro Davide Santorsola per poi iscriversi al Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari al compimento della maturità nel 2017. Partecipa a numerosi eventi come solista e in varie formazioni fra cui ricordiamo il Jazz It e la stagione estiva di Umbria Classica. Continua tutt’ora con corsi di specializzazione e master in tutt’Italia e fuori. Enrico Palmieri nato a Trani il 18/03/1998 inizia i suoi studi, all'età di 12 anni, in basso elettrico. All'età di 13 anni si iscrive in conservatorio al corso pre-accademico di contrabbasso jazz. Partecipa a vari eventi musicali tra cui il jazz it. Ha suonato con alcuni maestri della scena barese come Roberto Ottaviano, Guido di leone, Bruno Montrone. Continua i suoi studi al Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari in contrabbasso jazz (triennio). Francesco Tortora,1961 Foggia, Sociologo di formazione accademica (Università di Napoli), Giornalista di professione. Ha diretto un quotidiano regionale ed uno nazionale. Annovera decine di testate differenti nel suo cursus professionale. Autore di varia saggistica in Geopolitica, di un portfolio fotografico dedicato a Bangkok. Oggi lavora per www.lindro.it per l’Area Sud Est asiatica, cura gli aggiornamenti di Borsa per www.mondidicanapa.it collabora con l’agenzia stampa nazionale www.primapaginanews.it Riceve la sua prima batteria a 14 anni, ha seguito diversi Maestri e Masterclass. Siede in numerose e differenti band. La Musica lo ha sempre accompagnato. Il Jazz è la sua vera “casa”.


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