Grande successo di pubblico questa mattina al Rome Marriott Park Hotel per la manifestazione nazionale della lista “Noi Moderati”, promossa da Marco Di Stefano (Udc), capolista per la Camera dei Deputati nel collegio plurinominale 1 Lazio 1, insieme agli altri esponenti del movimento locale, alla quale sono intervenuti i leader nazionali del movimento: Lorenzo Cesa, Giovanni Toti, Vittorio Sgarbi.
"Stiamo per entrare nell'ultima settimana della campagna elettorale, e ancora una volta siamo chiamati a una sfida difficile”: con queste parole Di Stefano ha aperto il suo intervento alla convention.
“Questa sfida la stiamo affrontando insieme, quattro partiti riuniti in un simbolo nuovo, che vuole portare avanti i valori dei moderati, dei popolari, dei liberali e dei democratici cristiani”. “Come Noi Moderati abbiamo sposato in pieno il programma della coalizione del centrodestra, ma abbiamo anche stabilito le nostre priorità, che qui oggi vogliamo presentare”, ha proseguito il capolista.
Ricalcando l'intervento di Cesa, Di Stefano ha voluto porre l'attenzione sulla questione dell'autonomia energetica: "I partiti debbono smetterla di monopolizzare questa campagna elettorale con il tema delle bollette pazze...non è su questo che ci sfidiamo con la sinistra, perché la battaglia per calmierare il costo dell'energia e di conseguenza le bollette deve essere una battaglia di tutti, nell'interesse di milioni di famiglie a rischio povertà e di centinaia di migliaia di imprese che rischiano il fallimento.
Noi siamo il partito del si: sì al nucleare di nuova generazione, sì ai rigassificatori, sì ai nuovi termovalorizzatori... no a rimanere schiavi dei ricatti della politica internazionale sulle questioni energetiche... Questa è la sfida della campagna elettorale".
E ancora, come sottolineato da Di Stefano, la lista “Noi Moderati” promuove “la dignità salariale, non il reddito di cittadinanza come gestito in questi anni. Vogliamo che uomini e donne possano trovare un lavoro onesto e vivere con dignità, tornando a casa la sera dai loro figli con la fronte sudata e le mani sporche, ma orgogliosi di andare avanti e garantirsi un futuro con le loro forze”.
Il programma della lista mette al centro dunque la famiglia, gli uomini e le donne, tutti, anche gli ultimi, senza lasciare indietro nessuno: su questo si è soffermato Di Stefano nel suo discorso. Giovanni Toti nel suo intervento ha ribadito che la lista "Noi Moderati" non è un cartello elettorale, ma il primo passo per la creazione di un contenitore unico di moderati, popolari, liberali, a partire dal giorno successivo alle elezioni.
Vittorio Sgarbi, concentrato sulla sfida contro Casini, ha rimarcato di essere moderato non nel carattere quanto piuttosto nel modo di approcciare i problemi, in particolar modo quelli riguardanti il mondo della cultura, e ha terminato il suo intervento candidandosi a ricoprire nel nuovo Governo proprio il ruolo di Ministro della Cultura.
A conclusione della convention, queste le parole di Di Stefano, che chiariscono la mission della lista: “Essere moderati significa fare, essere concreti, utilizzare il buonsenso, non alzare mai troppo i toni, andando a costituire il giusto ago della bilancia in una coalizione spesso spostata agli estremi. Il problema non sarà vincere le elezioni, sarà governare il Paese: la presenza di un gruppo dirigente moderato, vicino ai popolari europei, non potrà che essere una risorsa in più per Giorgia Meloni, che oggi consideriamo leader in pectore del centrodestra”.
Questo l'invito di Marco Di Stefano agli elettori: “Chiedo un voto moderato utile per un centrodestra vincente, che dal 26 settembre possa governare e portare avanti il suo sogno di un'Italia migliore”.
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