Empagliflozin e prevenzione cardiometabolica: benefici nei soggetti sovrappeso non diabetici

L’empagliflozin, nato per il diabete, sta rivoluzionando la prevenzione cardiometabolica nei pazienti sovrappeso non diabetici, riducendo rischio cardiovascolare, pressione arteriosa e peso corporeo secondo le ultime meta-analisi.

di Angela Marocco
Giovedì 21 Agosto 2025
Roma - 21 ago 2025 (Prima Pagina News)

L’empagliflozin, nato per il diabete, sta rivoluzionando la prevenzione cardiometabolica nei pazienti sovrappeso non diabetici, riducendo rischio cardiovascolare, pressione arteriosa e peso corporeo secondo le ultime meta-analisi.

Originariamente approvato per il diabete di tipo 2, l’empagliflozin, un inibitore del co-trasportatore SGLT2, sta emergendo come alleato prezioso anche per pazienti non diabetici, ma ad alto rischio cardiovascolare — in particolare quelli con sovrappeso e accumulo di grasso a livello addominale addominale.
 
Benefici Cardiovascolari oltre il diabete.
 
Una meta-analisi di trial randomizzati ha dimostrato che in pazienti NON diabetici con insufficienza cardiaca, gli inibitori SGLT2 riducevano del 20 % il rischio relativo di morte cardiovascolare o ricovero per scompenso rispetto al placebo.
Numerosi studi dimostrano che in individui non diabetici, questi farmaci migliorano indicatori cardiometabolici come peso corporeo, BMI, pressione sistolica e glicemia a digiuno.
 
In una pooled analysis di sei RCT con 12 984 pazienti non diabetici, l’uso di SGLT2 è risultato associato a una significativa riduzione di ricoveri per scompenso (OR 0.70) e del composito morte cardiovascolare/ospedalizzazione per scompenso (OR 0.77).
In altri termini: è come se si fondessero sei studi in un unico “super studio”, con tantissimi pazienti, aumentando la potenza statistica e la solidità delle conclusioni.
 
È’ stato inoltre osservato che la somministrazione in adulti sovrappeso, non diabetici, di SGLT2i , ha determinato una riduzione del BMI di circa –0,47 kg/m² rispetto al placebo  . Anche la meta-analisi corrobora questi effetti positivi su peso corporeo, BMI e pressione arteriosa  .
 
Empagliflozin offre una duplice azione favorevole: da un lato promuove l’eliminazione di glucosio tramite le urine, favorendo una riduzione calorica; dall’altro attenua la pressione arteriosa di 3–5 mmHg e induce una perdita di peso clinicamente significativa (spesso > 5 % del peso corporeo) 
Oltre alla diuresi osmotica e alla riduzione della pressione, emergono meccanismi metabolici avanzati:
• Aumento dell’uso dei corpi chetonici come fonte energetica cardiaca, migliorando l’efficienza in condizioni di stress ischemico .
• Riduzione del grasso viscerale, inclusi tessuti pericardici ed epicardici, con benefici sull’infiammazione vascolare  .
• Modulazione del metabolismo lipidico epatico e miocardico nei modelli prediabetici, con diminuzione dei trigliceridi e della lipogenesi anomala  .
 
Una meta-analisi specifica su pazienti non diabetici con insufficienza cardiaca o malattia renale cronica ha evidenziato benefici cardiorenali e un miglioramento della qualità di vita, senza aumento significativo di eventi avversi.
 
L’Empagliflozin emerge dunque come farmaco multifunzionale adatto non solo al diabete, ma anche alla prevenzione cardiometabolica nei pazienti non diabetici in sovrappeso. La sua capacità di migliorare parametri clinici chiave (peso, pressione, disfunzione cardiaca, infiammazione metabolica ) e di attivare meccanismi protettivi metabolici lo rende un candidato solido per future linee guida di medicina della Longevità.

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