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Il vicepresidente degli Stati Uniti: "Le violenze non sono la fine della tregua".
Il vicepresidente degli Stati Uniti: "Le violenze non sono la fine della tregua".
"Le violenze non sono la fine della tregua" nella Striscia di Gaza. Così il vicepresidente degli Stati Uniti, J. D. Vance, in conferenza stampa nel sud di Israele.
"Per la pace e la ricostruzione di Gaza ci vorrà molto tempo", ha proseguito, evidenziando che "c'è ancora molto lavoro da fare". "Sono molto ottimista che la tregua a Gaza reggerà", ha continuato.
"Posso dire con la certezza al 100% che funzionerà? No. Ma le cose difficili si realizzano solo provandoci. Servirà un costante lavoro di supervisione ma sono ottimista", ha ribadito.
"Hamas deve consegnare le armi", ha aggiunto. “Come ha detto Trump, se Hamas non collabora, verrà annientato”, ha continuato il vicepresidente americano, ribadendo “l’impegno per il ritorno dei corpi degli ostaggi. Ci vorrà più tempo del previsto”.
La base del Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom), è operativa, ha detto ancora Vance, evidenziando che le forze di mantenimento della pace a Gaza non saranno statunitensi. “Tutti hanno un ruolo da svolgere” nel mantenimento della pace nella Striscia, ma la decisione spetta al premier israeliano, Benjamin Netanyahu.
“Stiamo creando una struttura di controllo flessibile sul campo. Dobbiamo ricostruire Gaza e garantire che palestinesi e israeliani possano vivere in sicurezza e pace”, ha proseguito Vance. “Non ci saranno soldati americani a Gaza, quello che possiamo fare qui è fornire un coordinamento vitale – Israele, Stati del Golfo, Turchia, Indonesia – come portarli a lavorare insieme in un modo che porterà la pace”, ha ribadito. “Non forzeremo i nostri amici israeliani quando si tratta di truppe straniere sul loro suolo”, ha precisato.
La base del Centcom, ha dichiarato il suo capo, Brad Cooper, sarà il fulcro di quello che entrerà ed uscirà dalla Striscia.
“Crediamo tutti che a Gaza si possa creare qualcosa di meglio”. Per quanto riguarda la ricostruzione, “non inizieremo a ricostruire il territorio controllato da Hamas”, ha dichiarato, invece, Jared Kushner, aggiungendo che “i fondi per la ricostruzione non entreranno nelle aree in cui governa Hamas. Ci sono accordi nelle aree sotto il controllo dell’esercito israeliano per iniziare la ricostruzione per dare ai palestinesi un posto dove vivere e lavorare”.
L'inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff, che con Kushner ha incontrato una delegazione degli ultimi 20 ostaggi liberati, ha dichiarato: “Abbiamo fatto più progressi di quanto pensassimo. Abbiamo incontrato i sopravvissuti alla prigionia. Non ho visto vittime nella stanza, ma persone forti”.
E' stato identificato il corpo dell'ostaggio consegnato ieri da Hamas alla Croce Rossa: si tratta di Tal Haimi. “Il governo israeliano condivide il profondo dolore della famiglia Haimi e di tutte le famiglie degli ostaggi deceduti. Il governo e l’intero apparato israeliano di risposta alla cattura degli ostaggi rimangono determinati, impegnati e lavorano instancabilmente per restituire tutti gli ostaggi deceduti per una degna sepoltura nella loro patria. La sua memoria sia benedetta”, riferisce l'ufficio del premier israeliano, in una dichiarazione. Ora, i corpi che Hamas deve consegnare sono 15.
Molti alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente si sono detti pronti a entrare nella Striscia di Gaza per "raddrizzare" Hamas, ma "li ho frenati" tutti, compreso Israele, perché "c'è ancora speranza che Hamas faccia ciò che è giusto". A scriverlo, in un post su Truth, è il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che minaccia: "Se non lo faranno, la fine di Hamas sarà rapida, furiosa e brutale!".
Da parte sua, Hamas ha fatto sapere che questa sera consegnerà i corpi di altri due ostaggi israeliani.
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha trasferito i resti di 15 detenuti palestinesi a Gaza, nella Striscia di Gaza, nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. "Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha completato oggi il trasferimento dei corpi dei palestinesi deceduti alle autorità di Gaza, agendo da intermediario neutrale. Le autorità sanitarie locali di Gaza hanno confermato che il numero di corpi ricevuti oggi è di 15", si legge in una nota. In base all'accordo, per ogni corpo di ostaggio restituito da Hamas, Tel Aviv deve consegnare i cadaveri di 15 palestinesi deceduti nelle prigioni israeliane.
Gli aiuti verso Gaza stanno aumentando, ma non sono neppure vicini all'obiettivo giornaliero ideale, che sarebbe di 2.000 tonnellate. E' quanto ha dichiarato stamani il Programma Alimentare Mondiale (Wfp) aggiungendo che "per poter raggiungere questo obiettivo, dobbiamo utilizzare fin da subito ogni valico di frontiera".
Le forniture importate fino ad oggi, ha dichiarato il portavoce Abeer Etefa, basterebbero a sfamare mezzo milione di persone per due settimane, usando soltanto i valichi di Kerem Shalom e Kissufim.
La Casa Bianca teme che il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, possa interrompere il cessate il fuoco con Hamas e ricominciare la guerra nella Striscia di Gaza. E' quanto riferisce il New York Times in un report in cui cita funzionari Usa, secondo cui c'è una crescente apprensione nell'amministrazione guidata da Donald Trump che il premier israeliano possa violare l'accordo di pace mediato dal tycoon.
Secondo le fonti, durante la visita in Israele, il vicepresidente J.D. Vance e gli inviati Steve Witkoff e Jared Kushner faranno pressione su Tel Aviv perché non indebolissca l'intesa.
Secondo il rapporto del Nyt, inoltre, sono in corso trattative con la Turchia per inviare una squadra specializzata a Gaza, con l'obiettivo di localizzare i corpi degli ostaggi israeliani scomparsi, che Hamas ha detto di non riuscire a localizzare.
Intanto, il vicepresidente degli Stati Uniti, J. D. Vance, è atterrato all'aeroporto Ben Gurion. Lo riporta il quotidiano Haaretz. Vance sarà in visita di Stato per due giorni, ha riferito stamani il Nyt, per controllare che il premier Benjamin Netanyahu non violi il cessate il fuoco con Hamas.