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                La famiglia solleva dubbi sulle cause del decesso, puntando il dito su dinamiche familiari e possibili legami con la criminalità locale. Accertamenti in corso su biglietto, video e proprietà.
 
                La famiglia solleva dubbi sulle cause del decesso, puntando il dito su dinamiche familiari e possibili legami con la criminalità locale. Accertamenti in corso su biglietto, video e proprietà.
Nuovi inquietanti dettagli emergono sulla morte di Andrea Costantini, il 38enne ritrovato senza vita nella cella frigorifera di un noto supermercato di Termoli, dove lavorava. La Procura di Larino ha aperto un’indagine per fare chiarezza sulle circostanze del decesso, accogliendo le richieste dei familiari che fin dall’inizio hanno rifiutato l’ipotesi del suicidio.
Il corpo dell’uomo presentava segni sospetti sul collo, ritenuti dalla madre e dal padre compatibili con una possibile violenza; elementi che hanno spinto gli inquirenti a disporre accertamenti tecnici e auspicare l’autopsia. Nel mirino anche un biglietto trovato accanto al corpo, la cui autenticità viene contestata dalla famiglia: chiesto l’intervento di uno specialista per analizzare la grafia e eventuali costrizioni.
Il nucleo familiare ha inoltre indicato la compagna di Andrea come figura chiave della vicenda, alimentando sospetti su presunte tensioni domestiche relative a una possibile separazione in vista. La donna, tramite la sua avvocata, respinge con decisione ogni accusa, chiedendo a sua volta di fare piena luce e di non alimentare speculazioni dolorose.
Le indagini si arricchiscono di nuovi elementi, inclusa l’audizione protetta del figlio minore e la verifica dei sistemi di videosorveglianza del supermercato. L’acquisizione di un terreno da parte della vittima, pochi mesi prima della morte, aggiunge ulteriore mistero, con la richiesta dei genitori di sequestrare la proprietà per verificare possibili collegamenti.
Tra le ipotesi investigative spunta anche il coinvolgimento della criminalità organizzata, vista la crescente pressione del fenomeno nelle province di Abruzzo e Molise. La verità su quanto accaduto resta affidata agli approfondimenti della magistratura, con l’obiettivo di restituire finalmente risposte e giustizia ai familiari di Andrea Costantini.
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