"Sicuramente qualcosa non ha funzionato. Ma è anche vero che non è il momento di dividersi, adesso". Così il capo politico di Italia Viva, Matteo Renzi, in un'intervista rilasciata ad Avvenire in vista del vertice di maggioranza con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
"Ora bisogna stringere i denti e uscirne tutti insieme. Come dice il capitolo 3 dell'Ecclesiaste c'è un tempo per costruire e uno per demolire, c'è un tempo per parlare e uno per tacere: ora è il momento di stare insieme senza polemica, dando tutti una mano. Rispettiamo le regole e prepariamoci a ripartire dando una mano a chi non ce la fa", prosegue.
Per quanto riguarda i ministri ritenuti inadeguati dal dem Marcucci, dice: "Stimo Marcucci, ma non credo che il problema sia il rimpasto. Prima dobbiamo decidere che cosa fare, poi - solo dopo - possiamo ragionare delle persone chiamate a farlo. Ma prima dobbiamo capire se condividiamo la strategia. Parliamoci chiaro: questo governo è nato per evitare i pieni poteri a Salvini. È una scelta che ho voluto con forza e che rifarei nonostante tutto. Ma non si può stare insieme solo contro qualcuno. Bisogna avere delle idee da condividere, specie sul Recovery plan e sul debito pubblico. Il tavolo politico serve esattamente a questo. E Iv farà le sue proposte fin dall'assemblea prevista online per sabato prossimo".
Lo stop all'attività didattica in presenza? "E' un errore. Un errore blu. La scuola non è solo didattica, ancorché online. È relazione, comunità, passione. Bisognava pensare meno ai banchi a rotelle e più ai trasporti, meno alle circolari e più ai tamponi. Ma ormai è andata così: speriamo solo che questo periodo duri il meno possibile".
Per quanto riguarda, invece, il ruolo di Italia Viva nella riunione odierna, "spero di dare una mano a sbloccare le opere pubbliche ferme, a ragionare insieme della crisi occupazionale facendo proposte perché torni il lavoro e non ci si affidi solo ai sussidi, a capire come gestire il nostro futuro in Europa e nel Mediterraneo".
Per Renzi "occorre spingere al massimo una nuova decontribuzione affinché, fatto salvo il giusto supporto per la tutela dei posti di lavoro con la Cig, si possa cominciare a dare aiuto doveroso a chi vuole creare appena possibile lavoro vero, e non solo sussidi. Definire al più presto le idee sulla transizione ecologica e sostenibilità ambientale, che assorbirà il 38% dei futuri fondi Ue, perché la tutela dell'ambiente non poggia solo sui "no". E un forte investimento sociale sul Terzo settore, perché sarà un punto cruciale nell'economia del post-Covid".
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