La crisi causata dalla pandemia è stata un fenomeno urbano: mai come ora appare attuale e pertinente il significato della serie, emblematicamente, intitolata “Città umanizzate” che l’artista ha iniziato a dipingere nel 2013.
In queste opere rappresenta la società, nelle sue contraddizioni. Si tratta di una ‘provocazione’: nelle città, ormai, c'è poco di umano. I dipinti immaginano queste città come luoghi in cui dolore e quotidianità sembrano intrecciarsi nella solitudine della vita metropolitana. L’opera simbolo, intorno a cui ruota tutto il progetto espositivo, “Città senza finestre” è l’interpretazione visiva di come il covid abbia trasformato le abitazioni in ‘prigioni’ verticali, privando di autonomia e libero arbitrio chi ci vive e accentuando ancora di più le distanze sociali.
L’uomo appare soffocato e punito da ciò che lui stesso ha creato. Le moderne metropoli non sono pulsanti di vita, hanno perso la loro identità originaria, costrette ad uniformarsi in un’aberrante globalizzazione, diventando ‘specchio’ di un’umanità passiva. Il logo di Expo 2021 simboleggia l’unità dei popoli e la continuità tra presente e futuro.
Il tema “collegare le menti, creare il futuro” è una vera e propria mission con la quale l’Esposizione Universale intende richiamare alla collaborazione per lo sviluppo e l’innovazione. Quale artista meglio del maestro Spotorno può incarnare questo concetto di connessione? Dagli anni ‘70 approfondisce la ricerca nell’arte utilizzando come metodo di conoscenza una propria teoria sul “globale”, elaborata in anticipo di trent’anni rispetto agli sviluppi in materia.
Spotorno ha scelto la pittura per interrogare se stesso e la realtà. Per lui dipingere non è evadere dal mondo, ma al contrario, è indagare alla ricerca delle dinamiche che lo muovono.
È soddisfare quell’urgenza di conoscenza che nel 1971 lo fa laureare in filosofia teoretica, è guardare tutte le realtà con la sfera come unica unità di misura. La mostra prenderà il via mercoledì 26 maggio e rimarrà a Palazzo Pretorio, ad Anghiari, fino al 27 giugno. È possibile visitare la mostra da lunedì a sabato dalle 9 alle 13 previa prenotazione a protocollo@comune.anghiari.ar.it
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