Idf: "Hamas coinvolto nel finanziamento della Flotilla, abbiamo documenti". La replica: "Non ci sono prove, è propaganda"

La portavoce della Flotilla: "Chiediamo che gli atti vengano consegnati integralmente a organismi indipendenti".

(Prima Pagina News)
Martedì 30 Settembre 2025
Roma - 30 set 2025 (Prima Pagina News)

La portavoce della Flotilla: "Chiediamo che gli atti vengano consegnati integralmente a organismi indipendenti".

Le Idf affermano di aver trovato a Gaza una serie di documenti che proverebbero che Hamas è coinvolto "direttamente nel finanziamento della flottiglia Sumud". La documentazione è stata mostrata soltanto oggi.

Nella lista compaiono alcuni operatori del Pcpa (Conferenza per i Palestinesi all'Estero), tra i quali alti funzionari di Hamas come Zaher Birawi, capo del settore Hamas del Pcpa nel Regno Unito, conosciuto negli ultimi 15 anni come leader delle flottiglie, e Saif Abu Kashk, Ceo di Cyber Neptune, società spagnola che possiede dozzine di navi che partecipano alla flottiglia.

"Queste navi sono segretamente di Hamas", riferisce l'Idf, pubblicando la documentazione.

"I fogli mostrati da Israele non provano né il finanziamento né il controllo di Hamas sulla Global Sumud Flotilla. Ripetono, piuttosto, un preoccupante schema già visto nel 2010 con la Mavi Marmara. Siamo una missione civile e umanitaria, sotto gli occhi dell'Europa e del mondo", è la replica della portavoce italiana della Flotilla, Maria Elena Delia. "Chiediamo che gli atti vengano consegnati integralmente a organismi indipendenti: finché non accade, è propaganda, non prova", evidenzia.

"L'azione della Global Sumud Flottilla è perfettamente conforme al diritto internazionale e non sta violando alcuna norma. E ciò né con riferimento all'attuale navigazione in acque internazionali, né nel prosieguo della propria rotta fino alle coste di Gaza" E' quanto hanno evidenziato le Associazioni Asgi, Giuristi democratici e Comma 2-Lavoro è Dignità ,"soprattutto alla luce di una serie di affermazioni contrarie al diritto internazionale espresse anche da esponenti del Governo italiano".

Sono, invece, una "palese violazione del diritto internazionale l'attacco armato alle imbarcazioni della Sumud Flotilla, il blocco navale israeliano al largo di Gaza con l'isolamento della striscia e la conseguente carestia che ha colpito la popolazione civile, il considerare come israeliane le acque antistanti la costa di Gaza".

In merito alla qualificazione giuridica delle acque di Gaza "va infatti ribadito - dichiarano le associazioni di giuristi - che i limiti di quelle acque non segnano i confini di Israele né acque territoriali israeliane, bensì palestinesi, e ciò indipendentemente dalla scelta politica di riconoscere o meno lo Stato di Palestina. Il diritto internazionale impone, infatti, che non si possano riconoscere effetti giuridici ad annessioni territoriali illecite, di conseguenza è illecito qualsiasi riconoscimento di sovranità territoriale israeliana sul mare antistante Gaza. L'occupazione e l'annessione di territori palestinesi da parte di Israele è illecita, come da ultimo affermato dalla Corte internazionale di giustizia".

In merito, invece, all'intenzione dichiarata dalla Flotilla di scortare gli aiuti fino a Gaza nonostante il blocco navale israeliano attivo fin dal 2009, "va precisato che anche in questo caso l'azione della Flotilla risulta conforme al diritto internazionale, e quindi perfettamente lecita, mentre costituisce violazione del diritto internazionale e illecito uso della forza ogni attacco alle navi della Flotilla messo in atto dallo Stato di Israele".

La Turchia sta monitorando "la sicurezza" della Flotilla diretta verso la Striscia di Gaza e "se necessario" l'esercito turco fornirà soccorso e assistenza umanitaria, in coordinamento con alcuni partner internazionali. "La Turchia sta monitorando attentamente la sicurezza delle attività di aiuto umanitario svolte dalle navi civili attualmente in navigazione, in conformità con il diritto internazionale e i valori umanitari", riferisce, in un comunicato, il ministero della Difesa turco. "In questo contesto, le nostre navi contribuiranno alle missioni di aiuto umanitario in coordinamento con le istituzioni competenti".

"La Global Sumud Flotilla prosegue nella sua navigazione verso Gaza e mancano circa 250 miglia all'ingresso nelle acque palestinesi", ha fatto sapere la delegazione italiana del Gobal movement to Gaza. "Durante il viaggio la flottiglia ha subito attacchi da parte di droni che hanno causato danni ad alcune imbarcazioni. Nonostante ciò, la missione continua con determinazione verso le acque palestinesi", ha evidenziato, per poi annunciare che "se si verificheranno ulteriori aggressioni alle imbarcazioni, la popolazione è pronta a mobilitarsi nuovamente con scioperi e manifestazioni pacifiche".

"Non abbiamo nessuna prova ma i sospetti di sabotaggi ci sono". E' quanto ha dichiarato la portavoce italiana della Flotilla, Maria Elena Delia. "Sospettiamo sabotaggi alle barche, che peraltro ci sono stati anche nella storia delle precedenti flottiglie - ha spiegato - Ad esempio il caso della Famiglia, una delle imbarcazioni più grandi, che ha avuto quel problema al motore che l'ha bloccata e non ha mai più ripreso il largo è stato sicuramente un evento sospetto".

In merito alla Global Sumud Flotilla, "sono preoccupato, perché cercare di violare il blocco navale comporta delle conseguenze. Noi abbiamo chiesto alla flottiglia, a cominciare dal Presidente della Repubblica per passare al Presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri, il ministro della Difesa, e anche i leader dell'opposizione, di lasciare i beni a Cipro, perché poi possono essere - attraverso il Patriarcato latino di Gerusalemme - consegnati con l'accordo di Israele alla popolazione civile palestinese. Se l'obiettivo è quello di aiutare la popolazione civile palestinese, questo lo si può fare senza incorrere in incidenti". Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo all'evento "The Young Hope".

"La nostra Marina militare è presente lì solo per motivi umanitari, non con compiti militari: motivi umanitari significa se c'è un'avaria, se c'è qualcuno che sta male, siamo pronti ad aiutare non solo i nostri concittadini, ma su richiesta di altri Paesi. Ma certamente non possiamo mettere a repentaglio la sicurezza e la vita dei nostri marinai per una iniziativa politica che noi abbiamo sconsigliato di portare a termine, perché dobbiamo tenere conto anche della sicurezza dei nostri marinai. Non ci sarà mai un conflitto a fuoco tra la nostra Marina e la Marina di Israele, perché non siamo in guerra con Israele. Io capisco tutte le ragioni della flottiglia, però noi non possiamo andare a creare uno scontro militare", ha evidenziato.

"Abbiamo già messo in allerta da tempo sia l'ambasciata italiana a Tel Aviv, sia il consolato italiano a Gerusalemme per dare tutta l'assistenza, così come è stato fatto in passato, in caso di fermo di cittadini italiani che dovessero poi essere espulsi o processati e poi espulsi dalle autorità israeliane. Lo abbiamo già fatto e continueremo a farlo perché per noi la sicurezza e la tutela del cittadino italiano è una priorità". "Spero che prevalga il buonsenso da parte di tutti. Ho chiesto al ministro israeliano degli Esteri che non si usi la violenza. Mi è stato risposto che non ci saranno atteggiamenti violenti. E' ovvio che Israele non permetterà di violare il blocco navale. Abbiamo sconsigliato alla Flotilla di andare a un tentativo di forzatura del blocco. Non sappiamo che cosa può succedere. Anche la nostra Marina militare è escluso che possa accompagnare la Flotilla nel forzare il blocco, perché non c'è alcuna possibilità di un conflitto a fuoco. Dobbiamo garantire la sicurezza anche dei marinai", ha continuato il vicepremier.

"Ho ribadito in tutti i modi, anche alla portavoce della Flotilla - ha detto ancora Tajani -, che è rischioso tentare di forzare il blocco navale. Abbiamo detto che eravamo pronti a fare tutto ciò che era necessario per fare arrivare i beni alimentari che hanno a bordo, per farli arrivare alla popolazione civile palestinese con la garanzia nostra, di Israele, della Chiesa, di Cipro. Noi sconsigliamo fin dall'inizio di andare oltre lo sbarramento israeliano, perché è rischioso.

Abbiamo detto, abbiamo ribadito che la Marina militare non può seguire la Flotilla oltre il blocco israeliano. Non possiamo mettere a repentaglio la vita dei nostri marinai. Fin dal giorno in cui si parlava della partenza della Flotilla, abbiamo allertato la nostra ambasciata e il nostro consolato a Tel Aviv e Gerusalemme. Qualora dovessero essere fermati o arrestati, saranno tutti assistiti e faremo in modo che possano rientrare il prima possibile in Italia. Hanno ancora tempo per cambiare idea e depositari i beni alimentari in altre parti del Mediterraneo".


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