Insieme contro tutte le mafie, la Chiesa schiera in Calabria Mons. Savino
È questo il secondo importante appuntamento che il collettivo di associazioni “Insieme contro tutte le mafie” propone e organizza nell’area urbana cosentina. Un passo ulteriore e particolarmente significativo- spiega Carlo Petrassi- del percorso che, come collettivo di soggetti associativi e organizzazioni sindacali del territorio, si è inteso intraprendere per dare concreta e manifesta risposta, sociale, culturale e politica, alla sfida che le organizzazioni criminali stanno portando alla convivenza civile di queste nostre comunità”.
di Gregorio Corigliano
Giovedì 23 Marzo 2023
Cosenza - 23 mar 2023 (Prima Pagina News)
È questo il secondo importante appuntamento che il collettivo di associazioni “Insieme contro tutte le mafie” propone e organizza nell’area urbana cosentina. Un passo ulteriore e particolarmente significativo- spiega Carlo Petrassi- del percorso che, come collettivo di soggetti associativi e organizzazioni sindacali del territorio, si è inteso intraprendere per dare concreta e manifesta risposta, sociale, culturale e politica, alla sfida che le organizzazioni criminali stanno portando alla convivenza civile di queste nostre comunità”.
Vuoi l’attualità politica, anche se devi parlare di mafia e antimafia? Eccola qui. Pur non richiesto, il vice presidente nazionale della Conferenza episcopale, mons. Francesco Savino, e quel che conta altrettanto, Vescovo di Cassano allo Jonio, la capitale della Sibaritide, che Papa Francesco ha visitato nel 2014, la ha offerta a studenti e docenti, dell’Istituto tecnico industriale A. Monaco di Cosenza.

Senza tentennamenti e senza mediazioni possibili mons. Savino ha gridato il suo forte no al disegno di legge del governo sull’autonomia differenziata.

"Inguaia il Sud", ha detto. Volete un esempio? E’ possibile avere tante scuole pubbliche quante sono le regioni italiane? Tante sanità differenziate? Certo che no.

Il primo dei tanti applausi che il vice presidente della Cei ha ricevuto, soprattutto, dagli studenti di un gruppo di scuole medie superiori della città bruzia. Fatti affluire nell’aula Magna di un istituto attento all’attualità politica e sociale da almeno dieci e più anni, da una docente di materie giuridiche, Rosa Principe e dalla dirigente Fiorangela d’Ippolito, amate entrambe, dalle ragazze e dai ragazzi della scuola che, ai loro interventi, sono scattati in piedi per un applauso più che meritato.

Soprattutto quando, ricordando il tema affidato a mons. Savino “Etica e responsabilità in Calabria” hanno invitato il presule ad essere franco e sincero, perché i loro studenti erano pronti ad ascoltarlo con attenzione ed interesse perché si trattava di argomenti studiati, discussi e dibattuti da tempo. Consapevoli che, per dirla con il magistrato Caponnetto, “il capo” di Falcone e Borsellino a Palermo, “la mafia teme più la scuola che i giudici”.

Veramente coinvolgenti queste docenti, Fiorangela e Rosa, al limite della commozione quando hanno invitato i ragazzi a togliere alla mafia l’humus della rassegnazione e ad alzare la voce, ha aggiunto la collega Emily Casciaro, di fronte alle vessazioni ed ai soprusi ed alla sopraffazione.

"La mafia è liquida e penetra nelle coscienze" hanno ribadito, ricordando Caselli, altro procuratore di Palermo, impegnato nella lotta allo strapotere mafioso. "La mafia sbanda, può sbandare "ha rilevato, ricordando Alda Merini, uno dei tanti studenti intervenuti per porre domande al Vescovo.

"Certo la politica deve fare la sua parte", è stato l’incipit di Savino, la politica è servizio ed è al servizio del bene comune. Quasi commosso ed abbracciando il primo studente intervenuto (sono stati almeno una decina) , quello della poesia della Merini, “dobbiamo chiedere scusa e perdono ai giovani: abbiamo consegnato loro un mondo che non va, mentre questo è il tempo della verità perché altrimenti non c’è libertà. Non è più, questo, il tempo della menzogna, da qui l’esigenza di un patto educativo, proposto a studenti e docenti dal vice presidente della Conferenza episcopale.

Un patto che deve essere rispettato da noi e da voi”! E che comporta impegno e dedizione, studio e sacrificio, volontà di riscatto, contro la prevaricazione ed il sopruso, consapevoli che la mafia nega la democrazia. Non c’è libertà dove c’è il potere mafioso".

Parole vibranti quelle di Savino che mi hanno costretto a prendere appunti come un giornalista alle prime armi. Su un foglio a quadretti che mi ha fornito un’altra docente, Stefania De Amicis, con un cognome che è tutto un programma di vita vissuta e da vivere.

"Quando qualcuno vi dice che voi, ragazze e ragazzi, siete il futuro mandatelo aff..a quel paese ha proseguito, sempre più accalorato il presule: non siete il futuro siete l’adesso. In quella maniera ha già decretato la morte del vostro futuro: voi giovani dovete essere rispettati per quello che siete non per quello che pensiamo che voi sarete", ha tuonato il Vescovo coinvolto dalle docenti e dagli studenti.

Ed in un silenzio assai inusuale per un’Aula magna strapiena un esempio calzante assai: la mafia è come un triangolo isoscele. Due lati uguali e base disuguale. I Lati. Uno è mafia, l’altro è massoneria (deviata) che occupano il potere. E la base? Burocrati, politicanti, un pezzo di Chiesa, un pezzo di società. Ecco perché, ha ancora detto mons. Savino, ci preoccupa il silenzio degli onesti, ricordando il magistrato Rosario Livatino.

Tacere, non vedere: così si è funzionali al potere mafioso e malavitoso. Ecco perché non conta se siamo (stati) credenti. Conta se siamo stati credibili! Ecco perchè non c’è futuro senza legalità, la responsabilità è la migliore risposta alla ‘ndrangheta, non dobbiamo rassegnarci, ma reagire sempre.

Torniamo a sognare: questi gli appelli di un coinvolgente e splendido Francesco Savino. Grazie Padre!

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