La “Concuranza”, ecco il modello sociale che piace tanto a Papa Francesco

Quello della “Concuranza” è un modello sociale che piace molto a papa Francesco -ci spiega lo studioso Mauro Alvisi- perché riprende e rilancia le tesi della Dottrina Sociale della Chiesa che il pontefice considera il percorso ideale per la cristianità e la vittoria del bene sul male.

(Prima Pagina News)
Venerdì 25 Marzo 2022
Roma - 25 mar 2022 (Prima Pagina News)

Quello della “Concuranza” è un modello sociale che piace molto a papa Francesco -ci spiega lo studioso Mauro Alvisi- perché riprende e rilancia le tesi della Dottrina Sociale della Chiesa che il pontefice considera il percorso ideale per la cristianità e la vittoria del bene sul male.

Di “Concuranza” si parlerà domani mattina all’Accademia Mariana Internazionale presso l’Università Antoniana di Roma con un parterre d’eccezione che affiancherà l’autore del Trattato della Concuranza (Editrice Media Books) prof.Mauro Alvisi in una tavola rotonda coordinata dal giornalista Santo Strati, direttore del magazine internazionale MedAtlantic e del quotidiano Calabria.Live.

Partecipano alla tavola rotonda di domani la prof. Filomena Maggino, coordinatrice del Dipartimento Benessere della Pontificia Accademia Mariana, l’avv. Massimiliano Albanese (presidente Apices), l’on. Mario Baccini (Presidente Microcredito), Anna Maria Cama (dirigente scolastica), l’ing. Paolo CIanchi (chairman di Lancia Capital), l’avv. Luigi De Rose (portavoce del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto), l’avv. Erika del Fiacco (dell’Università La Sapienza), il dott. Domenico DI Conza (Nazioni Unite Academic Impact), il prof. Bruno Antonio Pansera (matematico dell’UniMediterranea di Reggio Calabria), il prof. Gregory O. Smith della Temple University, don Francis Tiso (scrittore e docente dialogo interreligioso), l’ing. Renato Vitaliani (Università di Padova) e l’on. Vincenzo Zoccano (già viceministro della Famiglia e della Disabilità). Modera il direttore Santo Strati.

Abbiamo chiesto al prof. Mauro Alvisi – che ha coniato il termine – di spiegarci che cos’è la Concuranza che però non è semplicemente l’opposto della “noncuranza”.

Il pensiero ricorrente – spiega lo studioso – che la nostra generazione e quelle che ci precedono siano perdenti e che i vincenti si debbano cercare solo tra coloro che ci succedono, è concettualmente privo di consistenza logica e filosofica e non lo si deve assumere come postulato. Occorre sviluppare anzi una resistenza ostinata alla sua carica virale. Le generazioni non si possono etichettare come vincenti o perdenti, come cantava, l’indimenticabile menestrello sociale che è stato, Giorgio Gaber nella sua canzone "La mia generazione ha perso".

-Professore ne è davvero convinto?

"Vede, ogni generazione si trova ad affrontare uno scenario natale, che naturalmente non è assolutamente in grado di prevedere. Non può pertanto dirsi minimamente preparata al cimento che l’aspetta. Le varie generazioni cercano di adattarsi, di reagire, al campo energetico sociale, economico e culturale che la storia pone davanti a loro.

Possono commettere errori, possono avere intuizioni geniali, ma nessuna di queste può considerarsi nè definitivamente vincente nè perdente per antonomasia. Se cancelliamo e cambiamo questa visione, assolutamente riduttiva, della storia e del divenire dell’essere umano, cominciando a guardarla sotto una prospettiva e un’ottica concurante, allora siamo costretti a reinterpretare il passaggio di testimone che avviene tra una generazione e l’altra. Generazioni che la tecnologia ha contribuito ad accorciare sempre di più, nel loro ricambio naturale, nel loro passaggio di testimone.

È come se ci fosse una staffetta iniziale di una quattro per cento, dove il testimone si cambia ogni cento metri, fino al traguardo, in cui la tecnologia ha indotto una accelerazione progressiva e incrementale, riducendo lo spazio-tempo per il passaggio, spesso forzoso e prematuro, del testimone. Non esiste nemmeno il tempo per metabolizzare questo passaggio e per farlo proprio.

Un tempo di elaborazione necessario ad ogni evoluzione dell’essere umano. Così spesso il testimone cade a terra e annulla la staffetta. Su questo occorre ben riflettere. Sulla necessità di rallentare lo scorrere del tempo sociale, del tempo collettivo"
.

-Quindi, bisogna in qualche modo fermare la corsa frenetica che contraddistingue la nostra vita quotidiana attuale?

"L’unica possibilità che viene concessa al genere umano, per poter poi porsi in una accelerazione universale, innovativa ed efficace, è quella di rallentare prima e finché siamo in tempo un po’ tutti. Questo rallentare può accadere con successo solo quando si cominciano a spalmare emozioni, pensieri, azioni e obiettivi in modo collettivo, condividendo il destino comune, in modo diffuso e concurante.

Perché, solo a principiare da questo istante, emerge la capacità di rallentamento consapevole e razionale, che risiede nell’estensione di una frequenza, di un comune sintonizzarsi sulla stessa onda di trasmissione, che mette in onda l’intelligenza collettiva cooperante. È necessario quindi condividere, non solo in funzione del bene comune, bensì per allargare le prospettive umane dell’esistenza.

Il viaggio della CONCURANZA è sempre un viaggio laterale, lo stesso modello di viaggio di un autostoppista classico, che saliva ospitato a bordo di un’auto (l’abitacolo che possiamo chiamare un micro socio sistema) e finiva per modificare il suo obiettivo-destinazione, o per mutare lo stesso itinerario e punto d’arrivo di chi lo ospitava a bordo.

Esisteva questa capacità ibridante dei destini, dei tragitti e degli orizzonti comuni. Un incrociarsi di stati d’animo, uno scambio profittevole, frutto di una fratellanza tra sconosciuti"
.

-In buona sostanza, Professore, lei auspica l’avvento di un nuovo Umanesimo, sulla scia della Dottrina Sociale della Chiesa che papa Francesco sta rilanciando con grande impegno?

"La concuranza inconsapevole, lo spontaneismo concurante si fa strada tra la selva burocratica e tecnocratica che riveste il mondo, il nulla che riveste il tutto.

Un ecosistema diffuso di resistenza reticolare, dotato di transazioni e cooperazioni, permanenti e incrementali. In occidente, tra gli States e l’Europa continentale, vi sono oggi centinaia di unità operative della concuranza spontanea.

Condividono strumenti e conoscenza. Sapere e saper fare. La via partecipante all’innovazione sociale, attraverso il dispositivo di Intelligenza Collettiva Cooperante, di cui la concuranza è il socialware attivante, è finalmente percorribile. Se il transumanesimo, ultima spiaggia futuribile del capitalismo robotico, si pone l’obiettivo di trasformare l’uomo in un uomo aumentato, allora la ConCuranza si occupa di evolvere l’
Homo Sapiens in Homo Fratens(is). La religione laica e la ragione spirituale di un modello adottabile di intelligenza collettiva, di ciò che connette, nella filiera cooperante e reticolare di un nuovo umanesimo, che annuncia l’era dell’Intelligenza Connettiva. Se scegliamo la ConCuranza e perdiamo possiamo sopravvivere ancora, se vinciamo allora vinciamo per sempre".(pn) 


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