LE INTERVISTE DI PPN: Enrico Drioli, “La Cina del Coronavirus, l’intelligenza di un popolo silenzioso”

La Cina di questi giorni nel racconto di un accademico internazionale , il Prof. Enrico Drioli*, che lavora e collabora con i Centri di ricerca e le Università cinesi dal lontano 1979.Una testimonianza lucidissima sulla crescita silenziosa di questo Paese che oggi governa l’economia del mondo, nonostante il Coronavirus.

(Prima Pagina News)
Martedì 07 Aprile 2020
Roma - 07 apr 2020 (Prima Pagina News)

La Cina di questi giorni nel racconto di un accademico internazionale , il Prof. Enrico Drioli*, che lavora e collabora con i Centri di ricerca e le Università cinesi dal lontano 1979.Una testimonianza lucidissima sulla crescita silenziosa di questo Paese che oggi governa l’economia del mondo, nonostante il Coronavirus.

Conosciamo la Cina attraverso i rapporti internazionali che l’Università della Calabria ha instaurato, per prima in Italia, con l’accoglienza nel mese di dicembre del 1979 di un primo nucleo di sedici studenti nel campus universitario di Arcavacata, e con una collaborazione scientifica intrapresa, a partire dalla fine degli anni settanta, dal prof. Enrico Drioli, per occuparsi della scienza e della tecnologia delle Membrane, con l’Università cinese di Zhejiang, o meglio con il prof. GeDaoCai e relativi riferimenti con l’Istituto di ricerca di ingegneria chimica e metallurgia di Pechino; nonché con il prof. YonglieWu, dell’Istituto di chimica applicata di Changchun, dell’Accademia cinese delle scienze, fortemente interessati ad occuparsi ed intervenire sui processi di distillazione a membrana.

Una collaborazione scientifica che dura da quarant’anni allargata ad altre Università cinesi e strutture scientifiche tanto da portarlo ad avere importanti riconoscimenti per come si evince da questo sintetico profilo curriculare.

Quale migliore occasione, quindi, in questo momento particolare in cui la Cina si trova coinvolta dal CoronaVirus, di entrare a conoscere meglio, grazie alla sua vasta esperienza scientifica, sociale e culturale, il pianeta Cina, passando attraverso i vari progetti “Sulle vie di Marco Polo” e “Sulla via della seta”, che hanno caratterizzato il lavoro di rapporti politici ed imprenditoriali di questi anni, non trascurando di ricordare che l’anno in corso è stato individuato come l’anno della promozione e conoscenza della cultura italo-cinese.

Una ragione in più per fare il punto su ciò che l’Università della Calabria nel suo complesso ha maturato in questi anni in termini di collaborazione scientifica e percorsi formativi di tanti giovani studenti.

Negli anni settanta/ottanta si parlava nel nostro Paese del progetto di collaborazione Italia-Cina adottando il motto “Sulle vie di Marco Polo”; mentre oggi si usa dire “Sulla via della seta”. Cosa è cambiato tra allora ed oggi?

La Cina di oggi è ben diversa della Cina degli anni Settanta/Ottanta. È certamente il Paese che ha subito la più rapida trasformazione e per vari aspetti modernizzazione al mondo. Negli anni Settanta la Cina era un Paese ancora chiuso e sconosciuto al mondo occidentale.

La Cina di oggi è la seconda (se non già prima) potenza economica sul pianeta, in fase di continuo rapido sviluppo per le sue conquiste scientifiche, tecnologiche e sociali. Centinaia di milioni di cinesi hanno lasciato le campagne e vivono in una moderna civiltà industriale d’avanguardia in diversi settori.

Dal suo curriculum vediamo che ha iniziato un rapporto di collaborazione scientifica con alcuni suoi colleghi cinesi fin dall’inizio degli anni Settanta quando lavorava all’Università di Napoli ed ha proseguito in tutti questi anni durante la sua permanenza all’UniCal. Ne sente il peso e la responsabilità di questo rapporto?

Fin dalla fine degli anni Settanta, primi anni ottanta ho collaborato con Istituzioni Scientifiche Cinesi o con studenti cinesi come collaboratori sia a Napoli presso il Dipartimento di Ingegneria Chimica dell’Università di Napoli, che poi presso i laboratori del Dipartimento di Ingegneria Chimica dell’Università della Calabria, quasi sempre ottimi studenti.

Tutti coinvolti ed interessati a ricerche sulla Scienza delle Membrane e dei Sistemi a Membrane. Il loro lavoro ha ben contribuito a creare in Cina una scuola avanzata nel campo della Scienza delle Membrane di livello mondiale.

In questi anni come è cambiata la Cina e quanto l’Italia?

La Cina ha subito incredibili trasformazioni ancora in corso nel campo della ricerca e dell’innovazione in cui ha raggiunto livelli di eccellenza. Il tutto grazie ad una chiara visione strategica della sua classe politica. La situazione in Italia è stata ed è diversa.

Questo scambio culturale, scientifico, tecnologico ed economico può essere veramente pericoloso come dicono alcuni politici sia in Italia come in America a cominciare dal Presidente Trump?

L’apertura della Cina e la sua partecipazione ai processi di globalizzazione, è uno dei fenomeni più interessanti e positivi degli ultimi anni. Niente affatto pericoloso. Trump ed i politici contrari sbagliano.

La sua attività di ricerca e l’interscambio scientifico cosa ha portato alla Cina e cosa all’Italia guardando al suo ruolo sia all’interno del CNR che dell’UniCal?

La collaborazione con i ricercatori e studenti cinesi come anche con quelli di altri Paesi tra cui in particolare la Corea, ha certamente contribuito alla crescita della ricerca nella Membrane Engineering presso l’Università della Calabria.

La fondazione dell’Istituto per la Tecnologia delle Membrane (ITM-CNR) ha facilitato queste collaborazioni e gli scambi continui tra studenti e ricercatori dei due Paesi. Oggi la ricerca in Membrane Engineering presso l’ITM-CNR e l’UNICAL attrae studenti e ricercatori di tutto il mondo. In Cina i ricercatori ITM-CNR collaborano formalmente con varie Università e centri di ricerca.

Il loro contributo al successo dei progetti in corso in Cina è ben riconosciuto. Vari colleghi dell’allora Dipartimento di Ingegneria Chimica, oggi Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, e dell’Istituto per la Tecnologia delle Membrane del CNR, hanno collaborato attivamente e collaborano alla crescita della “Membrane Engineering”. Con piacere tra gli altri ricordo il Professore Raffaele Molinari, il Prof. Efrem Curcio, il Dr. Gianni Golemme ed il Prof. Pietro Argurio del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, la Dr.ssa Lidietta Giorno, il Dr. Alberto Figoli, l’Ing. Giuseppe Barbieri, l’Ing. Francesca Macedonio, la Dr.ssa Elena Tocci, la Dr.ssa Loredana De Bartolo, la Dr.ssa Annarosa Gugliuzza, la Dr. Enrica Fontananova, il Dr. Alfredo Cassano e tanti altri ricercatori dell’ITM-CNR (www.itm.cnr.it) hanno collaborato e collaborano oggi nella realizzazione di vari progetti di ricerca congiunti Italia-Cina.

Che cosa ha trovato in questi anni di interessante dal punto di vista scientifico ed umano nel rapporto tra lei ed i suoi colleghi cinesi?

La Cina ha una lunga e profonda tradizione scientifica e tecnologia, ancora più antica di quella di tutte le civiltà occidentali. L’attenzione del Governo Cinese verso la ricerca, lo sviluppo delle loro Università, l’internazionalizzazione delle strutture di ricerca ed in generale verso lo sviluppo del capitale umano, è notevolissimo. Vengono creati inoltre Parchi tecnologici in varie province del Paese, per promuovere e facilitare le applicazioni dei risultati raggiunti nelle Accademie, nessuna “dead valley” è presente oggi in Cina, a differenza per esempio dell’Europa.

Quali sono i caratteri umani forti e i sentimenti che portano a uno spirito di leale rispetto e a una reciproca e profonda amicizia?

I ricercatori cinesi sono oggi fortemente motivati nel loro lavoro sentendosi protagonisti (e lo sono) della veloce trasformazione del Paese in tutti i suoi vari settori. Non ci sono altri particolari aspetti del loro carattere che li differenziano dai ricercatori occidentali.

Quali sono e quanti sono le persone che ha incontrato in tutti questi anni di permanenza in Cina e che rimangono in lei come punti luminosi e di apertura per un mondo senza confini nel rispetto delle reciproche entità e culture?

Tanti sono i docenti e ricercatori cinesi con i quali abbiamo lavorato negli ultimi quasi 50 anni. Ho avuto la possibilità di visitare e collaborare con Università del Gansu, dello Shandong, dello Jiangsu, di Pechino come di Xian, di Chongqing come di Changsha, di Hangzhou come di Qingdao e di Weihai di Harbin. In Cina, come in Italia, ogni città ed ogni Provincia, ha tradizioni e caratteristiche proprie che le differenziano significativamente l’una dall’altra. Nel cibo e nelle tradizioni culturali. Ci sono molti aspetti del carattere e delle tradizioni cinesi che si avvicinano a tradizioni e caratteri italiani. La Cina è sempre stata un grande Paese che ha largamente contribuito allo sviluppo della Civiltà. È un Paese oggi protagonista di incredibili trasformazioni e contributi scientifici realizzati in tempi relativamente brevi. È un Paese che ha gran rispetto e stima dell’Italia. La cultura italiana ha avuto un ruolo di protagonista ben documentato nei secoli scorsi in varie fasi della modernizzazione del Paese. Le collaborazioni nella ricerca avanzata in atto oggi potrebbero permettere ulteriori positivi successi di interesse per ambedue i Paesi. Fin qui l’intervista per conoscere a caldo il suo attaccamento, sia nei confronti dell’Università della Calabria, dell’ITM-CNR, che del mondo accademico e sociale cinese, non trascurando di dire che in qualità di pioniere nel campo della tecnologia delle membrane, il prof. Drioli ha proposto una varietà di processi di membrana e materiali a membrana innovativi ad alta efficienza mediante l’integrazione di ingegneria chimica, chimica dei materiali e altre discipline. Il professore è da tempo impegnato a promuovere l’applicazione della tecnologia a membrana per risolvere la crisi nei settori delle risorse idriche, dell’energia e dell’ambiente, conducendo attivamente ricerche strategiche, esplorando e cogliendo il futuro sviluppo e la direzione dell’applicazione della tecnologia a membrana. Il prof. Drioli è noto come l’”Evangelista “della tecnologia delle membrane e ha dato un contributo eccezionale alla divulgazione e allo sviluppo della tecnologia delle membrane nel mondo, specialmente in Cina.

Franco Bartucci


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