Renzi è un irresponsabile, il vero nemico dell’Italia, un pazzo. Fa la crisi in piena pandemia. Come si può? E nonostante siano trascorsi otto giorni dalle dimissioni di Conte, la solfa non è cambiata. Sia nei talk show, sia nei sondaggi Renzi viene bastonato. Appare al di là del tunnel, però, un lumicino.
Comincia a trapelare qui e là, qualcuno che osa e che dice “e se Renzi avesse ragione?” Il Pd ed il Movimento 5 stelle hanno imperversato sulle tv e sui giornali nel dipingere Renzi come il male assoluto, un nemico da abbattere. Per questo ogni momento il loro motto era “avanti con Conte”, “mai con Renzi”! Finanche il Corriere aveva accusato Renzi, in prima pagina, con il modesto Massimo Franco, di essere un irresponsabile. Transeat per gli altri quotidiani che non conosce e legge nessuno.
E da qualche giorno? Comincia ad affiorare un timido “occorre riflettere, non è che Renzi abbia ragione?” Ed infatti cosa è accaduto? Cessata la vergognosa ricerca dei costruttori-responsabili-voltagabbana per “mancanza di “numero legale”, ecco che all’interno del Pd, dopo aver ascoltato Mattarella, nero e visibilmente contrariato dopo l’insuccesso di Fico, tutti sino dimenticati dell’ hashtag trito e ritrito. “Avanti con Conte, mai con Renzi. Specialmente al momento del conferimento dell’incarico a Mario Draghi. Cessati che sono stati gli attacchi all’ex presidente della Bce- era nelle cose- da Del Rio, ex pupillo – a non solo lui- di Renzi, comincia ad emergere il tiepido “Draghi ci rappresenta?” Forse sì, forse sì.
E così è stato. Buttato a mare Conte che era all’ultima spiaggia, appunto, l’attenzione degli (ir)responsabili piddini, si è riversata interamente su Draghi. Una lezione per quanti non sanno ancora dare del “tu” alla politica, che il “mai” in questi momenti non si dice. Lo ha ben spiegato Francesco Merlo.
Semplicemente sostenendo che in politica il “mai dire mai” bisogna lasciarlo solo a Sean Connery. E mentre la campagna di odio verso Renzi, colpevole di aver posto il problema della necessità di andare rapidamente ad un Recovery plan degno di questo nome, di mettere ordine nella “questione vaccini”, di pensare alla scuola, ai docenti e ai professori, ai servizi segreti, cominciava ad attenuarsi. Tranne che per “l’Innominato quotidiano” che dalla faziosissima Gruber continua imperterrito a sparare contro il senatore fiorentino.
L’ultima volta ha però raccolto botte da orbi e non solo da Giannini, direttore della Stampa che “mantiene la vela, per non finire di lato”:una volta sì, una volta no. Può dire Giannini di essere contrario a Draghi? Certo che no. E Cacciari qualche sassolino dalle scarpe se lo è tolto. Ne sapremo di più, in proposito, andando, facendo e vedendo. Hanno cominciato in molti a rendersi conto che il governo uscente era insufficiente per tutte le emergenze. Una conferma venuta dall’indecente” tavolino di Conte” fuori Palazzo Chigi, dove sembrava voler lanciare un personale s.o.s..
E Casalino dava prova evidente di aver perso la bussola dell’orientamento politico, mentre adesso starebbe preparando gli scatolini, non solo suoi. Ed intanto Draghi, ascolta e prende appunti. È un fatto, volente o nolente, ch lo spread sia sceso ai minimi storici. Non erano convinti i due di Palazzo Chigi, ipotizzando la non fiducia a Draghi. I sondaggisti, però, sono stati “costretti” a prendere atto che Draghi è Draghi. È cambiato tutto anche prima della formazione del governo. Una lezione di giornalismo per i “tifosi” (e non raccontatori della verità) a tutti i costi. Ed il Movimento delle stelle? E’, al minimo, in panne.
Chi dice no, chi dice sì, chi si astiene, chi si dimette dal “partito”. L’importante è non perdere la cadrega, ancora per poco. Parlerà Rousseau! I Leu? Anche nel loro caso abituati da sempre a dire “mai con Renzi”, con i soliti parlamentari (Fornaro e De Petris) non sanno quali pesci prendere e si spaccano. E come ha scritto Massimo Recalcati come il partito che raduna u a generazione di sconfitti. Insomma, Pd, 5 stelline e Leu sono lì, in stato interessante, in attesa del parto di Draghi. E la Lega? Dans l’espace d’un matin è diventata per bocca di Salvini e per mani di Giorgetti, europeista. Ma non voleva uscire dall’Euro e seguire Orban? Quando mai? Chi lo ha detto?
E la Meloni che, forse, è stata la più coerente è seduta, con le stampelle, sulla riva del fiume in attesa che passino i cadaveri degli avversari politici. Ricordate il referendum che per la goduria degli avversari interni al Pd, Renzi ha perso? Cosa avrebbe voluto l’ex presidente del Consiglio? L’abolizione del Senato?! E Renzi dove ha vinto? Ironia della sorte, proprio al Senato! Ed il PD? Avrebbe dovuto anticipare Renzi, invece. E questo gli ex renziani e non solo, non glielo perdoneranno mai. Tutti ad ammettere che, fino a questo momento, il senatore toscano aveva ragione! E la corsa di Draghi è in discesa.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News