Massimo Fioranelli: “Un decreto umano non può non rispettare una legge di natura”

“In democrazia la Repubblica non è dello Stato, ma è del popolo sovrano. La democrazia non è la dittatura della maggioranza. In democrazia la minoranza va sempre salvaguardata, tutelata e garantita. La maggioranza non può estromettere dai diritti inalienabili qualcuno solo per il fatto che la pensi in modo diverso”. È questa la sintesi dell’analisi che fa per noi il grande fisiologo romano Prof. Massimo Fioranelli.

di Massimo Fioranelli
Mercoledì 17 Novembre 2021
Roma - 17 nov 2021 (Prima Pagina News)

“In democrazia la Repubblica non è dello Stato, ma è del popolo sovrano. La democrazia non è la dittatura della maggioranza. In democrazia la minoranza va sempre salvaguardata, tutelata e garantita. La maggioranza non può estromettere dai diritti inalienabili qualcuno solo per il fatto che la pensi in modo diverso”. È questa la sintesi dell’analisi che fa per noi il grande fisiologo romano Prof. Massimo Fioranelli.

Nel Primo stasimo dell’Antigone di Sofocle, il coro si lancia in un elogio dell'ingegno umano: “molte sono le cose mirabili al mondo, ma nessuna è come l'uomo, che ha saputo sottomettere la terra e gli animali alla propria creatività, ha organizzato la propria vita in maniera civile tramite le leggi e ha trovato la cura a molte malattie. Tuttavia, l'ingegno umano può volgersi anche al male e distruggere quelle cose che esso stesso ha costruito”.

In effetti la scienza, come noi erroneamente definiamo nei tempi moderni un accozzaglia di televirologi affetti da un servilismo senza etica, può distruggere anche le cose migliori che l’umanità ha conquistato e che ne caratterizzano l’essenza stessa.

 

Nel Secondo stasimo Il coro riflette in maniera sconsolata su quanto effimera sia la vita umana, colpita da sventure continue e senza un comprensibile disegno. In effetti un disegno andiamo cercando nella drammatica situazione che il mondo vive.

 

Mario Menichella, divulgatore scientifico della Fondazione David Hume, ha recentemente pubblicato i risultati di un indagine basata sull’analisi di vari database relativi agli eventi negativi post vaccinazioni, tra cui quello americano VAERS, da cui si evince una impressionante incremento dei morti dopo la vaccinazione Covid rispetto alle altre vaccinazioni.

 

Nella campagna di vaccinazione antinfluenzale 2019-2020, la mortalità correlata alla profilassi segnalata al VAERS fu circa 45 su170 milioni di vaccinati, pari a 0,26 morti per milione di dosi. Invece i decessi segnalati in relazione ai vaccini anti Covid, Pfizer più Moderna, negli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 19 febbraio 2021, circa 2 mesi, sono stati 966 su 41.977.401 di dosi somministrate, con un incidenza di circa 23,0 casi per milione di dosi. I decessi in eccesso prodotti dai 2 vaccini anti Covid sono stimabili in 22.7 morti per milione di dosi somministrate. Simile il risultato nel Regno Unito, ove sono stati riscontrati i 21.2 morti per milione di dosi con Pfizer e 28,3 con Astrazeneca.

 

Nei 10 anni precedenti, tutte le vaccinazioni hanno prodotto circa 1,6 morti per milione di dosi. I dati registrati tra il 14 dicembre 2020 ed il 17 settembre 2021 purtroppo sono in linea con i precedenti, ovvero si collocano intorno ai 20 morti per milione di dosi. C’è da sottolineare che questi database segnalano solo gli effetti avversi verificatisi a ridosso dalla vaccinazione, non gli effetti a medio od a lungo termine, che rimangono, al momento, ampiamente sconosciuti.

 

Afferma testualmente Menichella: "Nei trials di Pfizer e Moderna sono morte più persone fra i vaccinati che non fra quelli del gruppo placebo, e ciò non è esattamente quel che ci si aspetta da un vaccino: lo scarto totale e’ di due morti in più fra i vaccinati, ma se si tiene conto che, nel traial di Pfizer, due del gruppo placebo sono morti dopo essersi alla fine vaccinati, lo scarto reale è di almeno quattro su una sessantina di decessi totali. Inoltre sono venuti alla luce di recente (con Astrazeneca) casi di persone escluse dai traials dopo aver manifestato effetti avversi gravi, ma escluse dallo studio poi pubblicato dove compaiono semplicemente come “ritiratesi”.

 

Trombosi e miopericarditi  “ si presentano in soggetti giovani vaccinati in percentuali assolutamente anomale. Eventi come infarti e ictus da vaccino sono difficili da distinguere da quelli per altre cause”.

 

Analizzando la  mortalità della popolazione più giovane, sotti i  50 anni , Menichella afferma che si evidenzia «un picco di morti in eccesso proprio in corrispondenza temporale con la loro vaccinazione. Nel caso israeliano l’aumento è notevole, corrispondente a quello che si osserva in una guerra. La cosa é confermata dai dati di Inghilterra, Galles, Ungheria e da altri 23 Stati europei".

 

EuroMomo e’ il network europeo che da anni analizza la mortalità in eccesso della popolazione dei Paesi che ne fanno parte, circa 420 milioni di persone. Da tempo richiamiamo l’attenzione della comunità, cosiddetta scientifica, a questa inquietante tendenza.

 

Qui Menichella commenta: "Se si guarda l'eccesso di mortalità della classe 0-14 anni nel 2021 si vede che ad un certo punto sale notevolmente in corrispondenza della vaccinazione di massa per quella classe di età. Questa correlazione crescente, al diminuire dell’età, e’ in ottimo accordo con i dati diffusi dall’AIFA fin da gennaio, che mostrano come l’incidenza degli effetti avversi aumenti via via al calare dell’età: in altre parole, sono scarsi negli anziani, che hanno un sistema immunitario molto debole, mentre sono sempre più frequenti via via che l’età si abbassa, in quanto i più giovani hanno un sistema immunitario molto più forte". Una ragione per essere per lo meno cauti nella vaccinazione dei più giovani.

 

D’altro canto, si nota un parallelismo fra i danni della malattia Covid naturale e quelli legati degli effetti avversi post vaccino, che sono in particolare cardiovascolari e neurologici. Non è difficile capire il perché di tale relazione; sia la malattia naturale sia i vaccini hanno in comune la proteina spike, che è responsabile in entrambi i casi degli effetti patogeni.

 

La questione sta diventando cosi importante che non puo’ essere sottovalutata; tutto questo ha delle conseguenze sul rapporto rischi-benefìci ai fini delle strategie vaccinali. Nella scorsa primavera l’EMA aveva individuato intorno ai 30 anni di età il punto di pareggio del rapporto rischi-benefìci, il cosidetto break-even point, ma per il solo vaccino Astrazeneca, mentre per Menichella riguarda tutti i vaccini. Oggi secondo Menichella "con i nuovi dati, il nuovo punto di pareggio risulta spostato verso classi di età più elevate: sui 40-45 anni. Questo significa che, mentre la vaccinazione degli over 50 ha sicuramente senso (poiché il 99% dei morti per Covid sono over 50), quella delle persone giovani e dei bambini andrebbe fermata, quantomeno finché non si chiariscono le questioni sollevate dalle varie analisi. Nel caso dei giovani under 30 e dei bambini, in realtà, vi sono forti evidenze che sconsigliano di procedere alla loro vaccinazione, come ribadito oggi anche dall’OMS.

 

Ritorniamo al terzo stasimo, il coro canta di Eros, la cui forza è invincibile nel rendere folli tutti coloro che ne sono colpiti.

 

Questa rimane la nostra speranza, che l’amore e la passione per la nostra nobile professione possa cambiare il corso degli eventi. Ma nell’esodo arriva un messaggero, che informa il coro e la moglie del Re Creonte, Euridice, degli ultimi avvenimenti: il Re aveva stabilito che Polinice non doveva essere seppellito, ma sua sorella Antigone, ritenendo questa decisione empia, seppelli’ il fratello venendo meno alle disposizioni del re e scatenandone la sua ira. Condannata, si tolse la vita per non passare il resto della sua vita in prigione.

 

Il figlio di Creonte, Emone, promesso sposo di Antigone, piangendone la perdita, nel vedere il padre tentò di colpirlo con la spada, ma, mancatolo, rivolse l'arma contro se stesso, uccidendosi. Di fronte a queste notizie, ammutolita, Euridice, moglie di Creonte, rientrata a palazzo, si tolse la vita. Creonte, il dittatore piange la propria stoltezza che ha portato il figlio e la moglie alla morte. A questo punto la rovina del re è completa: egli si definisce uccisore del figlio e della moglie e, disperato, invoca la morte anche per sé.

 

Sofocle illustra in questo dramma l'eterno conflitto tra autorità e potere: in termini contemporanei, è il problema della legittimità del diritto. Il contrasto tra Antigone e Creonte si riferisce infatti alla disputa tra leggi divine, o della natura come noi laici le intendiamo, e le leggi dell’uomo. Le prime, le cosiddette leggi naturali, ritenute di origine divina, prerogativa del γένος (génos), sono difese da Antigone, mentre Creonte si affida al νόμος (nòmos), corpus delle leggi della πόλις (polis). Il punto di forza del ragionamento di Antigone consiste nel sostenere che un decreto umano, il νόμος, (nomos) non può non rispettare una legge divina (gli γραπτα νόμιμα). Al contrario, il divieto di Creonte è l'espressione di una volontà tirannica, basata sul principio del νόμος δεσπότης (nomos despotes), ovvero della legge sovrana: egli osa porre tali leggi al di sopra dell'umano e del divino e questo lo conduce alla catastrofe.

 

In democrazia la Repubblica non è dello Stato, ma è del popolo sovrano. La democrazia non è la dittatura della maggioranza. In democrazia la minoranza va sempre salvaguardata, tutelata e garantita. La maggioranza non puo estromettere dai diritti inalienabili qualcuno per il fatto che la pensi in modo diverso. Oggi purtroppo assistiamo ad un'altra aberrazione del pensiero: non esistono piu’ persone in salute; i sani non sono più sani, ma sono pazienti asintomatici. L’essere umano e’ stato declassato da titolare di diritti inalienabili ad uno schiavo del sistema che ogni quarantott'ore  deve dimostrare di essere sano. Il cavaliere corre veloce per sfuggire la morte fino a

Samarcanda, dove la morte lo aspetta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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