Milano, omicidio Chamila, autopsia: "De Maria l'ha strangolata a mani nude"

Il cadavere aveva delle foglie in bocca: gli inquirenti stanno indagando per capire se De Maria avesse effettuato una specie di "rituale".

(Prima Pagina News)
Lunedì 19 Maggio 2025
Milano - 19 mag 2025 (Prima Pagina News)

Il cadavere aveva delle foglie in bocca: gli inquirenti stanno indagando per capire se De Maria avesse effettuato una specie di "rituale".

Prima di buttarsi giù dal Duomo e uccidersi, Emanuele De Maria, il detenuto che lavorava presso l'hotel Berna di Milano, avrebbe ucciso la barista Chamila Wijesuriya strangolandola a mani nude. La donna, dunque, sarebbe morta per soffocamento.

E' quanto emerge dall'autopsia effettuata sul cadavere della donna, in attesa delle relazioni finali del medico legale.

Quando è stato trovato al Parco Nord del capoluogo lombardo, il corpo della donna aveva delle foglie in bocca. Gli investigatori stanno indagando per capire se De Maria avesse compiuto sulla vittima un qualche "rituale".

E' possibile che le ferite da taglio alla gola e ai polsi, provocate con un coltello, siano state inferte alla donna dopo la sua morte. L'ipotesi di una sorta di "ritualità" nell'omicidio deriva dalle modalità usate da De Maria anche per il femminicidio che aveva commesso nel 2016. Gli esami tossicologici, che hanno tempi più lunghi, serviranno per capire se De Maria fosse sotto effetto di droghe.

Intanto, nell'inchiesta coordinata dal pm Francesco De Tommasi e condotta dai Carabinieri e dalla Polizia, si indaga anche su possibili sottovalutazioni e mancate segnalazioni nel percorso trattamentale e carcerario di De Maria. In particolare, sentendo più volte una collega come testimone, gli investigatori hanno scoperto che il 35enne era "ossessivo e possessivo" con Chamila, e che lei sarebbe stata minacciata da lui diverse volte.

L'uomo le avrebbe anche chiesto dei soldi, e le avrebbe detto che avrebbe potuto divulgare video di natura intima. Questi dettagli, però, non sarebbero stati noti al datore di lavoro, che avrebbe dovuto eventualmente segnalarli all'istituto carcerario. 

Gli investigatori voglion anche capire se, nelle relazioni degli psicologi e degli educatori carcerari, ci siano state mancanze.


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

Emanuele De Maria
PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU