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Si è conclusa ieri con un messaggio di pace, alla luce degli ultimi eventi che stanno sconvolgendo gli equilibri mondiali, l’ultima edizione di “Trame-Festival dei libri sulle mafie”.
Si è conclusa ieri con un messaggio di pace, alla luce degli ultimi eventi che stanno sconvolgendo gli equilibri mondiali, l’ultima edizione di “Trame-Festival dei libri sulle mafie”.
Dal 17 al 22 giugno il tema “Liberi Liberi” ha guidato il ricco programma di Trame14, dedicato quest’anno a Giancarlo Siani e Francesco Ferlaino, rispettivamente nel 40° e 50° anniversario della loro uccisione, riaffermando l’importanza della memoria come leva per la giustizia e la legalità.
Da Siani a Paragon, dal tema dell’accoglienza alla questione carceraria, dal narcotraffico al tifo estremo e alle mutazioni della ndrangheta, dai romanzi noir all’antimafia giovanile, dalla finanza etica alle ecomafie, dalle testimonianze degli imprenditori che denunciano a quelle dei cronisti minacciati, dalla sanità alla politica locale. Questo, e tanto altro, è stato raccontato a partire dagli oltre trenta libri presentati.
Pesantissima la denuncia del medico scrittore di Seminara Santo Gioffrè durante la presentazione del suo libro Tutto pagato! Il saccheggio della sanità calabrese raccontato da chi l’ha scoperto: “La Calabria -ha detto lo scrittore- continua a pagare ogni anno circa 350 milioni di euro alle regioni del nord per ricevere assistenza sanitaria, ma il sistema non è mai stato davvero riformato. Si stanno pagando transazioni per 70 milioni di euro, metà delle quali sono interessi. Questo sistema è completamente fuori controllo e non si vuole sistemare. Se dovessimo correggere il sistema, dovremmo arrestare gran parte delle persone che hanno contribuito a questa situazione”.
Il festival ha ospitato oltre cento relatori e relatrici – magistrati, scrittori, giornalisti, attivisti, studiosi e rappresentanti istituzionali – e ha proposto più di settanta appuntamenti tra dibattiti, presentazioni di libri, mostre, spettacoli, concerti e proiezioni. Nelle sei giornate i luoghi del festival – quelli tradizionali e quelli di #trameincittà - sono stati animati da una straordinaria partecipazione di pubblico, con migliaia di presenze e un’ampia eco anche sui canali digitali. L’ufficio stampa del Festival parla di un milione di visualizzazioni raggiunte sugli account ufficiali, con oltre seicento post pubblicati.
“È stata un’edizione bellissima - commentato il presidente della Fondazione Trame ETS Nuccio Iovene - Il primo ringraziamento va alla città, per la sua partecipazione straordinaria, l’attenzione e l’affetto con i quali ha seguito il festival in questi sei giorni. Il secondo ringraziamento va ad Armando Caputo, a tutti i soci dell’ALA e a coloro che quattordici anni fa resero possibile la prima edizione del festival. Senza di loro non saremmo potuti arrivare fin qui”. “Il terzo e più grande ringraziamento va allo staff di trame, alle volontarie e ai volontari che, sempre più numerosi, partecipano al festival e se ne sentono protagonisti.
Tra le proiezioni di Trame14: “Cutro, Calabria, Italia” del regista Mimmo Calopresti, il docufilm “Magma. Mattarella, il delitto perfetto” dello scrittore e editorialista Attilio Bolzoni e della regista Giorgia Furlan, l’inchiesta “Aemilia 220”, coproduzione Rai Fiction, di Fabio Melchionna, Savino Paparella, Cosimo Ribezzi e Jessica Giuliani, con le voci narranti di Paolo Bonacini e Giovanni Tizian, e la prima ufficiale del film-documentario su Peppe Valarioti “Medma non si piega”, scritto e diretto dal giornalista e film-maker di Ugly Films Gianluca Palma.
“Un successo. La continua crescita del festival -dice il direttore artistico Giovanni Tizian tracciando un bilancio più che positivo- mi rende davvero orgoglioso. Trame si dimostra ancora una volta patrimonio della città. La cultura, i libri, l’informazione, servono a comprendere la realtà, con l’obiettivo anche di migliorarla. Parlare di mafie, dei loro complici e della loro evoluzione serve a rendere il Paese un posto migliore”.
Il festival ha previsto tre mostre: una fotografica dedicata a Andy Rocchelli, una illustrativo – fumettistica su Giancarlo Siani, e l’installazione artistica “L’ombra del pizzo” di Grazia Resta.
Con un pizzico di orgoglio personale Nuccio Iovine sottolinea che “Settanta volontari e volontarie, con un’età compresa tra i 16 e i 35 anni, provenienti da tutta la regione, hanno animato il festival offrendo un fondamentale supporto all’organizzazione logistica e un significativo apporto al suo racconto”. E per il secondo anno consecutivo si è rinnovata la collaborazione con il Quotidiano del sud che, tra i media partner dell’evento, ogni giorno ha concesso ai ragazzi e alle ragazze della redazione di scrivere un articolo per il giornale.
“È stata quella di quest’anno- dice ancora Nuccio Iovine- un’edizione ricca di eventi, appuntamenti, occasioni di riflessione. Anche quest’anno abbiamo voluto accompagnare il festival tributando un omaggio ad un grande calabrese come Corrado Alvaro, a centotrenta anni dalla sua nascita, ricordando il suo monito: “La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”, frase che anima quotidianamente il nostro lavoro, e abbiamo voluto che sul palco principale del festival campeggiasse tutte le sere la parola “pace”, perché siamo consapevoli dei pericoli e delle tragedie di queste ore e di questi giorni, e nemmeno per un momento, parlando delle tante cose di cui ci siamo occupati, abbiamo pensato di rimuoverle dalle nostre preoccupazioni”. Appuntamento dunque alla prossima edizione, che Nuccio Iovine con la sua tradizionale grinta dialettica annuncia ancora più bella di questa.