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Sono 361 i cronisti che hanno subito intimidazioni nei primi sei mesi di quest'anno.
Sono 361 i cronisti che hanno subito intimidazioni nei primi sei mesi di quest'anno.
Sono aumentati i casi di minacce contro giornalisti: nei primi sei mesi di quest'anno sono stati riscontrati 361 atti intimidatori, il 78% in più rispetto all'anno scorso.
E' quanto emerge dai dati registrati dall'osservatorio Ossigeno per l'Informazione, presentati stamani, nel corso di un convegno alla Casa del Jazz di Roma, in occasione della Giornata mondiale dell'Onu per mettere fine all'impunità per i crimini contro i giornalisti, in programma il prossimo 2 novembre.
L'anno scorso sono stati registrati 203 casi di minacce: quest'anno, quindi, i casi sono quasi raddoppiati.
Gli episodi classificati come violazione della libertà di informazione sono stati 107, in aumento del 46% rispetto ai 73 dei primi sei mesi dell'anno scorso.
Sono aumentate anche le minacce provenienti da esponenti pubblici (+10%), di cui oltre la metà che provengono da istituzioni locali (comunali o regionali) che in un terzo dei casi ricorrono a denunce pretestuose, ma anche a insulti (+17%) o a minacce tramite i social.
Aumentano del 10% gli episodi di aggressione, specialmente contro i cronisti locali, impegnati a raccontare situazioni di degrado e abusivismo. Le querele pretestuose, note come "Slapp", sono ancora la seconda forma più usata per intimidire i giornalisti, dopo l'avvertimento.
Lombardia, Lazio e Sicilia sono ancora le regioni che presentano il più alto numero di cronisti minacciati, mentre l'Abruzzo, con il 3% delle vittime in totale, peggiora la sua posizione in classifica in merito alle pressioni intimidatorie, che viene calcolata con il rapporto fra il numero di minacciati e la popolazione giornalista.
Uno degli aspetti più allarmanti del rapporto è l'aumento della tendenza a non denunciare gli abusi fisici e verbali: l'81% delle vittime preferisce non fare ricorso, mentre l'anno scorso "solo" una persona su due non denunciava.
Sono diminuite, invece, le minacce di genere, cioè contro le giornaliste, ma si registra un aumento della tendenza a non denunciarle alle autorità.
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