RAI 3, “Presadiretta” sbarca in Calabria, Riccardo Iacona e il Maxi Processo di Nicola Gratteri alla ‘Ndrangheta
“Processo alla Ndrangheta”. A raccontare la puntata speciale che stesera RAI3 manderà in onda a “Presa Diretta” dalle 21,20 in poi è lo stesso giornalista Riccardo Iacona sul “Domani” diretto da Stefano Feltri, edizione di oggi, e in cui Iacona ricostruisce nei minimi dettagli il mega processo del Procuratore Nicola Gratteri contro la ‘Ndrangheta, il più imponente processo alla mafia mai celebrato in Italia.
(Prima Pagina News)
Lunedì 15 Marzo 2021
Roma - 15 mar 2021 (Prima Pagina News)
“Processo alla Ndrangheta”. A raccontare la puntata speciale che stesera RAI3 manderà in onda a “Presa Diretta” dalle 21,20 in poi è lo stesso giornalista Riccardo Iacona sul “Domani” diretto da Stefano Feltri, edizione di oggi, e in cui Iacona ricostruisce nei minimi dettagli il mega processo del Procuratore Nicola Gratteri contro la ‘Ndrangheta, il più imponente processo alla mafia mai celebrato in Italia.
Se Riccardo Iacona -che tutti noi conosciamo da sempre come uno dei cronisti più riservati della RAI- firma il lancio di un suo documentario in prima persona, e su uno dei quotodiani più influenti del Paese, allora vuol dire che dentro il programma di domani sera ci troveremo non solo il tradizionale racconto di cronaca a cui il grande giornalista ci ha ormai abituati da anni, ma troveremo soprattutto la sua anima ribelle di grande inviato e di grande cronista.

Cronista quasi maniacale, capace di leggersi in assoluta solitudine migliaia di carte processuali prima di firmare un pezzo, e che in passato ha insegnato a intere generazioni di cronisti l’arte della narrazione e dell’analisi giornalistica.

“Ho deciso di dedicare una intera puntata di Presadiretta all’operazione Rinascita Scott realizzata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri -spiega nel suo “editoriale” sul quotidiano di De Benedetti Riccardo Iacona- perché le 13mila pagine di cui è composta ci fanno toccare con mano come vive, di cosa si nutre e come riesce ad arrivare dappertutto la ‘ndrangheta, la facilità con cui riesce ad allearsi con la società, l’economia e la politica.

Al centro dell’indagine c’è la cosca guidata dal boss Luigi Mancuso e le decine di clan a lui collegati, che comandavano su Vibo Valentia e tutta la provincia”.

Riccardo Iacona a quanto pare conosce nei dettagli le carte del processo, e questo lo si coglie con mano nelle cose che scrive: “Con uno sforzo enorme, centinaia di carabinieri dei Ros di Roma, Catanzaro e del Nucleo investigativo di Vibo Valentia, per quattro anni hanno pedinato, monitorato e intercettato decine di ‘ndranghetisti e ci hanno riconsegnato la vita dell’organizzazione e i loro affari con la forza di un film.

Nulla sfuggiva al controllo della ’ndrangheta, appalti, compravendita di beni, intestazioni fittizie, contratti tra privati, acquisizione di imprese, imposizione del pizzo e un vastissimo giro di usura, un vero e proprio circuito bancario illegale parallelo che consentiva agli ‘ndranghetisti di sapere tutto di tutti, quanti soldi nel conto corrente, quali le proprietà possedute, ereditate o vendute.”

Ma dice molto altro di più il conduttore di Presadiretta: “Impressionante, è il numero di “colletti bianchi” che, in un modo o nell’altro, si erano prestati al buon funzionamento dell’organizzazione. Dalle “teste di legno” a cui venivano intestati i beni degli ‘ndranghetisti, passando per commercialisti, notai, avvocati, pubblici amministratori e funzionari, personale dei palazzi di giustizia, uomini delle forze dell’ordine infedeli.

Nell’inchiesta c’è persino il direttore della filiale di una banca di Vibo Valentia che viene presentato ai “bravi ragazzi” e gli ‘ndranghetisti in una intercettazione esclamano «abbiamo un amico in banca!».

Relazioni pericolose Scene da film, appunto, se non fosse che è proprio grazie a questa fitta rete di relazioni che il clan Mancuso è riuscito negli anni a infiltrare l’economia di una intera provincia e ad acquisire una disponibilità economica che, secondo i collaboratori di giustizia, sarebbe illimitata”. “Stupisce -aggiunge il grande giornalista- la facilità con cui personaggi con una storia professionale importante intrattengano rapporti amicali e intensi con il boss Luigi Mancuso”.

Riccardo Iacona usa per il giornale di Stefano Feltri un termine di grande effetto mediatico, che è “l’enciclopedia della mafia”. “Rinascita Scott -scrive Iacona- è veramente una enciclopedia dell’universo mafioso calabrese, pensate che nell’ordinanza per le misure cautelari, ci vogliono ben 250 pagine solo per elencare tutti i capi di imputazione e c’è di tutto dentro.

Viene ricostruita la storia delle decine di omicidi e altrettante lupare bianche che hanno insanguinato la provincia di Vibo Valentia e gettato nel terrore una intera comunità. Ci sono il traffico d’armi e quello internazionale di droga; ma c’è anche la storia della piccola gente, vittima dei soprusi del potere ‘ndranghetista, a dimostrazione che dove comanda la mafia soffrono tutti”.

Molto amara è invece la conclusione che Riccardo Iacona firma per Il Domani: “Rinascita Scott è una inchiesta piena di misteri: come hanno fatto i Mancuso a conoscere il giorno e l’ora in cui sarebbero scattati gli arresti? Che ruolo ha la massoneria deviata come moltiplicatore del potere criminale? Quanto riesce a infiltrarsi nei palazzi di giustizia per depotenziare il lavoro dei magistrati e “aggiustare” i processi?

«Nella massoneria deviata c’è il potere, ci sono i burattinai – mi dice Gratteri – investigare questo mondo è pericoloso, perché mettiamo a repentaglio la nostra carriera, la nostra vita.

E noi sappiamo perfettamente che non dimenticheranno e che non perdoneranno l’aver osato o l’osare avvicinarsi a questo mondo. Noi non sappiamo se ci riusciamo. Però ci proviamo».(b.n.)

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU