Se Riccardo Iacona -che tutti noi conosciamo da sempre come uno dei cronisti più riservati della RAI- firma il lancio di un suo documentario in prima persona, e su uno dei quotodiani più influenti del Paese, allora vuol dire che dentro il programma di domani sera ci troveremo non solo il tradizionale racconto di cronaca a cui il grande giornalista ci ha ormai abituati da anni, ma troveremo soprattutto la sua anima ribelle di grande inviato e di grande cronista.
Cronista quasi maniacale, capace di leggersi in assoluta solitudine migliaia di carte processuali prima di firmare un pezzo, e che in passato ha insegnato a intere generazioni di cronisti l’arte della narrazione e dell’analisi giornalistica.
“Ho deciso di dedicare una intera puntata di Presadiretta all’operazione Rinascita Scott realizzata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri -spiega nel suo “editoriale” sul quotidiano di De Benedetti Riccardo Iacona- perché le 13mila pagine di cui è composta ci fanno toccare con mano come vive, di cosa si nutre e come riesce ad arrivare dappertutto la ‘ndrangheta, la facilità con cui riesce ad allearsi con la società, l’economia e la politica.
Al centro dell’indagine c’è la cosca guidata dal boss Luigi Mancuso e le decine di clan a lui collegati, che comandavano su Vibo Valentia e tutta la provincia”.
Riccardo Iacona a quanto pare conosce nei dettagli le carte del processo, e questo lo si coglie con mano nelle cose che scrive: “Con uno sforzo enorme, centinaia di carabinieri dei Ros di Roma, Catanzaro e del Nucleo investigativo di Vibo Valentia, per quattro anni hanno pedinato, monitorato e intercettato decine di ‘ndranghetisti e ci hanno riconsegnato la vita dell’organizzazione e i loro affari con la forza di un film.
Nulla sfuggiva al controllo della ’ndrangheta, appalti, compravendita di beni, intestazioni fittizie, contratti tra privati, acquisizione di imprese, imposizione del pizzo e un vastissimo giro di usura, un vero e proprio circuito bancario illegale parallelo che consentiva agli ‘ndranghetisti di sapere tutto di tutti, quanti soldi nel conto corrente, quali le proprietà possedute, ereditate o vendute.”
Ma dice molto altro di più il conduttore di Presadiretta: “Impressionante, è il numero di “colletti bianchi” che, in un modo o nell’altro, si erano prestati al buon funzionamento dell’organizzazione. Dalle “teste di legno” a cui venivano intestati i beni degli ‘ndranghetisti, passando per commercialisti, notai, avvocati, pubblici amministratori e funzionari, personale dei palazzi di giustizia, uomini delle forze dell’ordine infedeli.
Nell’inchiesta c’è persino il direttore della filiale di una banca di Vibo Valentia che viene presentato ai “bravi ragazzi” e gli ‘ndranghetisti in una intercettazione esclamano «abbiamo un amico in banca!».
Relazioni pericolose Scene da film, appunto, se non fosse che è proprio grazie a questa fitta rete di relazioni che il clan Mancuso è riuscito negli anni a infiltrare l’economia di una intera provincia e ad acquisire una disponibilità economica che, secondo i collaboratori di giustizia, sarebbe illimitata”. “Stupisce -aggiunge il grande giornalista- la facilità con cui personaggi con una storia professionale importante intrattengano rapporti amicali e intensi con il boss Luigi Mancuso”.
Riccardo Iacona usa per il giornale di Stefano Feltri un termine di grande effetto mediatico, che è “l’enciclopedia della mafia”. “Rinascita Scott -scrive Iacona- è veramente una enciclopedia dell’universo mafioso calabrese, pensate che nell’ordinanza per le misure cautelari, ci vogliono ben 250 pagine solo per elencare tutti i capi di imputazione e c’è di tutto dentro.
Viene ricostruita la storia delle decine di omicidi e altrettante lupare bianche che hanno insanguinato la provincia di Vibo Valentia e gettato nel terrore una intera comunità. Ci sono il traffico d’armi e quello internazionale di droga; ma c’è anche la storia della piccola gente, vittima dei soprusi del potere ‘ndranghetista, a dimostrazione che dove comanda la mafia soffrono tutti”.
Molto amara è invece la conclusione che Riccardo Iacona firma per Il Domani: “Rinascita Scott è una inchiesta piena di misteri: come hanno fatto i Mancuso a conoscere il giorno e l’ora in cui sarebbero scattati gli arresti? Che ruolo ha la massoneria deviata come moltiplicatore del potere criminale? Quanto riesce a infiltrarsi nei palazzi di giustizia per depotenziare il lavoro dei magistrati e “aggiustare” i processi?
«Nella massoneria deviata c’è il potere, ci sono i burattinai – mi dice Gratteri – investigare questo mondo è pericoloso, perché mettiamo a repentaglio la nostra carriera, la nostra vita.
E noi sappiamo perfettamente che non dimenticheranno e che non perdoneranno l’aver osato o l’osare avvicinarsi a questo mondo. Noi non sappiamo se ci riusciamo. Però ci proviamo».(b.n.)
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